14 dicembre: digiuno per la pace
Come costruttori di pace crediamo che ogni gesto di testimonianza sia importante e necessario. La cultura della violenza e della guerra non deve attecchire nella nostra società. La lotta al terrorismo occorre che venga condotta nel pieno rispetto del diritto internazionale e pertanto va guidata da un Tribunale Internazionale che giudichi i crimini contro l'umanità, vietando alle parti lese di ergersi a giudici del mondo. Se prevalesse il principio che ogni nazione colpita dal terrorismo fosse legittimata a scatenare una guerra, il mondo non conoscerebbe più la pace.
Il 14 dicembre digiunerà chi ancora crede in un futuro di pace e non in un futuro di reciproche vendette, ritorsioni e rappresaglie fra nazioni. La guerra fa il gioco del terrorismo, lo alimenta, lo motiva verso logiche ancora più aberranti.
La legge della "libera rappresaglia" infatti incendierebbe il mondo in una prospettiva regolata solo dalla guerra e dalla violenza omicida come strumento brutale di risoluzione delle controversie internazionali. La guerra e la violenza bruta fanno prevalere non la giustizia ma solo il più forte. E' per questo che la nostra Costituzione (art.11) sancisce invece il principio del ripudio della guerra come mezzo di risoluzione dele controversie internazionali.
Il gesto del digiuno può unire credenti e non credenti. Il 14 dicembre gli uomini di buona volontà hanno l'occasione di far sentire la propria voce superando ogni distinzione religiosa e politica.
Come affermò lo scrittore tedesco Thomas Mann, "la guerra non è altro che una comoda elusione dei compiti della pace" e noi crediamo che questo gesto - che il Papa ci propone - possa farci provare per un giorno la sofferenza di quel miliardo di persone che digiuna ogni giorno e possa farci capire l'ingiustizia dello sviluppo ineguale e ingiusto di cui siamo complici.
Il digiuno per la pace ci vedrà fermamente schierati dalla parte di tutte le vittime - sia del terrorismo sia dei bombardamenti - perché prevalga l'interesse generale della giustizia su ogni interesse particolare di natura egemonica o economica. Agli uomini di buona volontà spetta il compito di rispondere universalmente al grido di dolore delle vittime della guerra.
Alessandro Marescotti
presidente di PeaceLink
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