"Valori divisivi"
Quello che vedere è il libro a cui si riferisce la Castellina.
Oggi Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio, si schiera dall'altra parte e, di fronte alla scelta di avviare negoziati in sede ONU per dichiarare illegali le armi nucleari, fa dire all'Italia che questo processo è "divisivo".
Infatti secondo il governo il negoziato "giuridicamente vincolante sulla proibizione delle armi nucleari, costituisce un elemento fortemente divisivo che rischia di compromettere i nostri sforzi a favore del disarmo nucleare".
Ecco questa è la posizione del governo italiano.
Il criterio di scelta è: non scegliamo una cosa giusta se è "divisiva".
Gandhi, Martin Luther King, don Lorenzo Milani, Gesù. Tutte persone che hanno fatto scelte "divisive".
Ma la lotta che Paolo Gentiloni faceva negli anni Ottanta a Comiso sui missili nucleari non era "divisiva"?
E non era "divisiva" la visione del mondo di Roberta Pinotti, attuale ministro della Difesa, anche lei pacifista di tutto rispetto, marciatrice per la pace da Perugia ad Assisi, attiva nel Genoa Social Forum contro il G8 di Genova nel 2001 e attivista del Forum sociale mondiale di Porto Alegre "contro il neoliberismo e la guerra"?
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