Raccontala ai parlamentari che conoscete e chi sa che non si formi una maggioranza capace di far decidere il futuro governo a “disubbidire” agli ordini dell’imperatore americano

Una buona notizia

Un altro paese, il Venezuela, ha depositato alle Nazioni Unite lo strumento di ratifica del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari che vieta la produzione, il possesso, la presenza al proprio interno e il transito nel territorio di armi nucleari.
31 marzo 2018
Giorgio Nebbia

Un altro paese, il Venezuela, ha depositato alle Nazioni Unite lo strumento di ratifica del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari che vieta la produzione, il possesso, la presenza al proprio interno e il transito nel territorio di armi nucleari. Il fine della vita è la felicità delle persone

Finora il Trattato è stato ratificato da sette paesi --- Santa Sede, Cuba, Guaiana, Messico, Palestina, Tailandia, Venezuela --- sui 57 che l’hanno firmato. La situazione delle firme e ratifiche si può leggere nel sito: http://www.icanw.org/status-of-the-treaty-on-the-prohibition-of-nuclear-weapons/

della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), l’istituzione Premio Nobel per la Pace 2017.

Il Trattato entrerà in vigore quando sarà stato ratificato da almeno 50 paesi.

Come si è ricordato più volte in questa lista, l’Italia si è rifiutata finora sia di firmare (l’atto preliminare) e tanto più di ratificare (l’atto finale) tale Trattato. C’è un preciso divieto per tale firma da parte della Alleanza Atlantica, la NATO, di cui l’Italia fa parte.

Ci sono stati vari parlamentari della precedente legislatura che “si sono impegnati” “a promuovere la firma e la ratifica di questo Trattato”, ma è stato un gesto simbolico a cui non ha fatto seguito nessuna delle iniziative concrete necessarie per tale ratifica.

Il Parlamento infatti dovrebbe chiedere al governo, in particolare al Ministro degli Esteri, di firmare e poi di ratificare il Trattato e poi di sottoporre la ratifica al Presidente della Repubblica e alla fine la ratifica va depositata alle Nazioni Unite.

Un impegno del genere è stato, per esempio, preso, all’unanimità dai Parlamenti di Austria e Costa Rica di cui si attende ora la ratifica del Trattato.

Molti dei firmatari italiani dell’”impegno” non sono stati rieletti e quindi il lavoro di pressione presso il Parlamento deve ricominciare.

Raccontate queste cose ai parlamentari che conoscete e chi sa che non si formi una maggioranza capace di far decidere il futuro governo a “disubbidire” agli ordini dell’imperatore americano e a contribuire, con la ratifica del Trattato, ad allontanare dalla testa della nostra e delle future generazioni il pericolo devastante implicito anche nella sola esistenza delle armi nucleari.

Articoli correlati

  • Il futuro atomico americano: dalla bomba B61-13 all'espansione dei missili nucleari
    Disarmo
    Se Cina e Russia rinsaldano l'alleanza militare gli USA potrebbero installare nuovi missili

    Il futuro atomico americano: dalla bomba B61-13 all'espansione dei missili nucleari

    Il mondo non può permettersi un ritorno alla logica dello scontro nucleare. Il mondo ha bisogno di pacifisti instancabili, tenaci e informati. È ora di scegliere la pace e di lavorare per il disarmo
    9 giugno 2024 - Redazione PeaceLink
  • La lotta al Global Combat Air Programme (GCAP) va lanciata adesso prima che sia troppo tardi
    Editoriale
    No al GCAP, sì alla transizione ecologica

    La lotta al Global Combat Air Programme (GCAP) va lanciata adesso prima che sia troppo tardi

    Il GCAP è un’iniziativa congiunta tra Italia, Giappone e Regno Unito per sviluppare un caccia multiruolo stealth di sesta generazione, chiamato Tempest. L’Italia ha previsto una spesa iniziale di 6 miliardi di euro. Prosciugherà i fondi per la lotta all’inquinamento e ai cambiamenti climatici.
    31 maggio 2024 - Lettera collettiva
  • Nove milioni di bambini morti ogni anno non fanno notizia
    Editoriale
    Perché contestiamo il G7

    Nove milioni di bambini morti ogni anno non fanno notizia

    Come pacifisti siamo indignati perché le risorse che potrebbero salvare quei bambini ci sono. Basterebbe una riduzione del 5,7% delle spese militari dei G7 per eliminare fame, malaria e mortalità infantile. Per questo accusiamo i G7 di omissione di soccorso.
    25 maggio 2024 - Alessandro Marescotti
  • Stop arming Israel
    Disarmo
    Iniziativa promossa da Amnesty International e PeaceLink a Lecce

    Stop arming Israel

    Tutti gli Stati hanno l’obbligo di prevenire i crimini di atrocità e di promuovere il rispetto delle norme che proteggono i civili. È da tempo che la comunità internazionale deve tener fede a questi impegni. Presidio in piazza Sant'Oronzo a Lecce il 7 maggio alle ore 19.
    14 maggio 2024 - Redazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)