Un video ideato per la manifestazione contro l'inquinamento a Taranto del prossimo 26 febbraio

La roulette russa a Taranto

Il nuovo video del regista Giuseppe Giusto dura appena due minuti ma è un vero e proprio colpo allo stomaco. Tra l'estremo e il paradossale, ci scaraventa dentro il dramma dell'inquinamento partendo dall'immagine di una pistola puntata alla tempia e dalla metafora della roulette russa
16 febbraio 2020

"Roulette russa", il video di Giuseppe Giusto, realizzato per la manifestazione del 26 febbraio per chiedere di stoppare l'inquinamento dell'ILVA a Taranto.

Giuseppe Giusto è un regista che da tempo segue la vicenda di Taranto. 

Ha realizzato altri video di denuncia, quasi tutti paradossali ed estremi, perché paradossale ed estrema è la storia di questa città che egli vuole narrare.

Paradossale ed estrema è la vicenda di un territorio devastato da un disastro ambientale nel silenzio complice del potere politico. E' dovuta intervenite addirittura la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo con una sentenza di condanna dello Stato italiano, che non ha protetto la popolazione locale esposta a una pressione ambientale inaccettabile che ha determinato eccessi di mortalità. 

Paradossale ed estrema è la storia dell'Ilva che per anni ha buttato dalla sua ciminiera più alta diossina pari a diecimila inceneritori, battendo ogni primato.  

Paradossale ed estrema è la storia attuale di un governo che trattiene per la giacca la multinazionale ArcelorMittal che vuole andare via da Taranto perché perde due milioni di euro al giorno in condizioni di persistente rischio inaccettabile per la salute.

In questa città che vive la sua storia oscillando fra l'estremo e il paradossale, il regista Giuseppe Giusto ci sbatte in faccia il distillato estremo e paradossale di tutto ciò: la roulette russa.

Guardatevi il filmato. Lo ha realizzato per invitare i cittadini di Taranto, la città dove è nato, a scendere in piazza il 26 febbraio e a partecipare alla manifestazione contro l'inquinamento e per la tutela della salute. E' una manifestazione che cade in un momento eccezionale: ArcelorMittal vuole abbandonare Taranto. E se la più grande multinazionale dell'acciaio getta la spugna vuol dire che è finita, che è davvero finita. Che quella fabbrica è morta. Solo un potere politico privo di idee e di alternative può cercare - con guizzi di disperazione - di farla sopravvivere con qualsiasi espediente, anche fuori da ogni logica economica, oltre che ecologica.

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