Abbiamo metalli pesanti nelle vene ma lo studio non viene divulgato
Cara Simona, caro Ricky, cara Sabrina,
sono qui a scrivervi per raccontarvi quella che potrebbe sembrare la trama di una nuova fiction.
E' la storia di un mistero che avvolge ancora i dati si uno studio sui metalli pesanti presenti nel sangue che scorre nelle vene di coloro che vivono vicino alle varie Ghisal d'Italia. Ormai la Ghisal è il nome di una questione morale, oltre che ambientale e sanitaria, che la vostra fiction ha messo al centro dell'attenzione con tanta efficacia.
Per questo ho deciso di scrivervi una lettera, una lettera aperta che trovate qui in fondo alla pagina web, e che vi chiedo gentilmente di leggere dall'inizio alla fine.
E' una lettera che descrive un'Italia dei misteri e del potere che non ci fa conoscere neanche ciò che scorre nelle nostre vene. C'è una scomoda verità ancora immersa in silenzi imbarazzanti e imbarazzati.
Dovete sapere infatti che nel marzo del 2018 arrivarono a Taranto degli esperti per uno studio epidemiologico senza precedenti. Era uno studio basato su un capillare biomonitoraggio. Cercavano volontari per effettuare un controllo dei metalli pesanti nel sangue. La stessa cosa stava accadendo in altri siti inquinati: la ricerca era su base nazionale. Partiva dalla Terra dei Fuochi per irraggiarsi nelle varie aree critiche del Paese, come Taranto.
Noi cittadini attivi, con scrupolo e riservatezza, aiutammo gli esperti a cercare i donatori. Lo dovemmo fare senza clamore. Infatti lo studio era terribilmente dettagliato, scendeva in profondità e poteva essere bloccato dall’alto. Questo ci fecero intendere chiaramente gli esperti che divennero la nostra interfaccia. Questo comprendemmo nel momento in cui ci venne detto che non dovevamo diffondere sui social network alcuna notizia per evitare che venissero messi bastoni fra le ruote. E allora venne organizzato un efficiente gruppo WhatsApp che lavorò in silenzio con il passa parola, giorno dopo giorno, nella ricerca di volontari che rispondessero alle specifiche del campione statistico richiesto. Fummo bravissimi ed efficienti a Taranto. Così suppongo in altre città dell'Italia inquinata.
Ad ogni volontario vennero prelevare 19 fiale di sangue. La ricerca mirava alla “determinazione metalli in traccia su siero”. Quella ricerca, condotta con tanta riservatezza, non riguardava solo Taranto ma mirava a mappare il sangue dei cittadini dell’Italia inquinata dai veleni, da Nord a Sud.
Di quella ricerca non si sa più nulla!
E' una storia kafkiana. Vi racconto nella lettera una vicenda che può sembrare assurda, che sembra scritta per una fiction ma che è purtroppo realtà, è il nostro muro di gomma quotidiano.
E ora mi rivolgo a voi.
Aiutateci a far emergere la verità. I dati sono stati raccolti e adesso possiamo sapere quanti metalli pesanti ci sono nel sangue di chi vive vicino alle varie Ghisal dell'Italia inquinata.
"Svegliati amore mio" ha scosso le coscienze ed è il momento per fare rumore tutti assieme per far emergere la verità e portare alla luce i dati di quello studio oggi inabissatosi nei silenzi.
Nella lettera che trovata qui sotto c'è, assieme alla storia dello studio scomparso, anche una richiesta di aiuto.
Insieme possiamo trasformare la vostra fiction in una potente forza che scuote le coscienze assopite e che può riportare al centro dell'attenzione i veri problemi per cui è giusto preoccuparsi.
Insieme possiamo provare a fermare i veleni e salvare almeno i bambini.
Insieme possiamo fermare i metalli pesanti che scorrono nelle loro vene.
Insieme possiamo tentare di svegliare gli ignavi e coloro che, ancora oggi, sono assuefatti alla banalità del male.
Allegati
Lettera pubblica a Simona Izzo, Ricky Tognazzi e Sabrina Ferilli
Alessandro Marescotti
Fonte: PeaceLink64 Kb - Formato pdfDopo "Svegliati amore mio" la storia può continuare con un impegno civile per conoscere la verità e scuotere le coscienze
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