Colpo di spugna per gli ecoreati mentre i boschi bruciano
Che il testo per la riforma della giustizia non andasse bene lo si vedeva subito. E le risposte della ministra Cartabia erano talmente rassicuranti da apparire propaganda. Tanto che il testo lo ha dovuto cambiare introducendo dei correttivi per i reati di mafia e per altri odiosi reati di alta rilevanza sociale. Ma gli ecoreati non sono stati inclusi da porre al riparo. E così la scure dell'improcedibilità finirà per colpire diversi complessi processi per disastro ambientale.
PeaceLink è stata la prima associazione nazionale, il 23 luglio, a prendere posizione con un duro editoriale e a inviare il 28 luglio una lettera pubblica al premier Mario Draghi. A ruota è venuta una netta posizione di Greenpeace, Legambiente e Greenpeace: "Senza la modifica al testo presentato dal Governo, la cosiddetta riforma Cartabia, verrà di fatto tradita qualsiasi speranza di ottenere giustizia in nome del popolo inquinato».
Le associazioni si sono mobiliate.
E' inconcepibile che mentre i boschi bruciano, i parlamentari siano convocati d'urgenza non per questa emergenza ma per approvare una legge che consentirà a chi compie un crimine ambientale di farla franca con dei bravi avvocati che gli allunghino i tempi dell'appello e della Cassazione.
Tutto questo indigna chiunque ne venga a conoscenza.
Ed è per questo motivo che la petizione lanciata da PeaceLink ha raccolto nel giro di pochissimo tempo oltre mille firme.
Hanno subito aderito all'iniziativa il Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Mani Tese, Medicina Democratica, la Lega diritti dei Popoli, il MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione) di Palermo, la Rete NoWar, Cova Contro e altre realtà della società civile.
Fra le firme raccolte c'è quella di Michele Carducci, docente di diritto costituzionale dell'università di Lecce, di Maurizio Portaluri, medico e storico esponente del movimento per la salute pubblica, l'epidemiologo Paolo Crosignani, autore di importanti perizie per processi ambientali, il chimico ambientale etico Stefano Raccanelli, uno dei maggiori esperti di diossina, la pediatra Annamaria Moschetti, da anni impegnata sull'impatto delle emissioni neurotossiche sui bambini, il cantante Nando Popu, impegnato civilmente con la sua musica e che in questi anni ha accompagnato i movimenti di contestazione all'inquinamento, la dottoressa Chiara Castellani, impegnata da anni al fianco dei poveri in Congo come missionaria laica. C'è la firma del sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi. E poi c'è il pacifista Elio Pagani, anima dell'obiezione di coscienza al lavoro bellico, il fisico Angelo Baracca, impegnato contro il nucleare, l'ingegnere Barbara Valenzano, già custode giudiziario dell'ILVA, l'ecologista Marco Boato, memoria storica delle lotte ambientali, Luigi Piccioni, ricercatore di storia e già collaboratore di Giorgio Nebbia. C'è poi un gruppo di scrittori e giornalisti: Marinella Correggia, Noel Gazzano, Carlo Gubitosa, Matteo Moder, Gaia Pedrolli, Peppe Sini, Olivier Turquet, Laura Tussi.
Folto è il gruppo di insegnanti che hanno deciso di supportare la petizione e di diffonderla.
In queste ore il prezioso sostegno del mondo della cultura e della scuola sono di grande conforto.
L'elenco potrebbe continuare. La nostra speranza è che la voce pulita della società civile giunga in queste pre dentro le mura delle aule parlamentari per portare, anche in extremis, la buona notizia che gli ecoreati vengano blindati e siano al riparo dai colpi di spugna.
Ci stiamo rivolgendo ai parlamentari più sensibili, è una corsa contro il tempo.
Nel frattempo invitiamo tutti i cittadini di buona volontà a dare una mano per diffondere la petizione: www.peacelink.it/ecoreati
La voce dei cittadini non sia ignorata!
Articoli correlati
Argentina, uno scenario ad alto rischio
Accelera lo smantellamento dei passi in avanti fatti in termini di memoria, verità e giustizia12 luglio 2024 - Giorgio Trucchi- Messaggio agli studenti
Presentazione del libro "Mamme ribelli" al Righi
Questo libro parla di donne coraggiose che da anni hanno creato una rete di solidarietà e di cittadinanza attiva per difendere i loro figli. Il libro racconta le loro esemplari iniziative contro l'inquinamento dei territori e la difesa della salute dei loro figli e di tutti noi.23 aprile 2024 - Alessandro Marescotti - Trent'anni dopo l'omicidio di don Peppe Diana
Gli studenti di Casal di Principe ricordano il sacerdote martire
La figura di don Peppe Diana rappresenta un simbolo di speranza e di resistenza alla camorra. La sua memoria è un monito costante contro l'indifferenza e la complicità, invitando ciascuno di noi a non tacere di fronte alle ingiustizie.19 marzo 2024 - Redazione PeaceLink - Honduras
Non dimenticare Berta
Nell'ottavo anniversario della sua 'siembra'. Non dimenticare Berta significa non dimenticare che, ogni anno, nel mondo, vengono assassinati centinaia di difensori della terra, dei territori e dei beni comuni.6 marzo 2024 - Giorgio Trucchi
Sociale.network