Contro l'escalation bellica sosteniamo la mobilitazione dei pacifisti
L'Ucraina chiedeva agli Usa nuovi e più potenti missili Himars in grado di avere una gittata utile a colpire il grande ponte che rifornisce la Crimea e la collega alla Russia. Non avendoli ancora ottenuti, lancia un avvertimento. Il camion con esplosivo è un chiaro segnale di escalation.
L'attentato fa il paio con l'esplosione che ha danneggiato i gasdotti Nordstream. Due colpi a infrastrutture strategiche che servono alla Russia, all'interno di un'unica strategia.
L'ex ministro degli Esteri polacco e attuale europarlamentare Radoslav Sikorski, subito dopo le esplsioni al ai gasdotti Nord Stream, aveva postato su Twitter una foto del luogo dell'incidente con la didascalia "Grazie, USA". È utile menzionare le dichiarazioni del presidente degli USA del 7 febbraio 2022. Biden aveva affermato: “Se la Russia invade, voglio dire, se i suoi carri armati e le sue truppe attraversano di nuovo il confine con l'Ucraina, allora non ci sarà più il Nord Stream 2, ne segneremo la fine” e al giornalista che gli aveva chiesto come questo fosse possibile, visto che il gasdotto era sotto controllo tedesco, aveva risposto: “Te lo prometto, ce la possiamo fare”.
Volodymyr Zelensky all’Australian Lowy Istitute, think-thank che conduce ricerche politiche, aveva detto che per “escludere la possibilità dell’uso di armi nucleari da parte della Russia”, la Nato “dovrebbe colpire preventivamente”. In seguito ha cercato di smorzare le polemiche dicendo di essere stato frainteso.
La guerra incomincia a far saltare in aria direttamente le infrastrutture vitali della Russia e ciò segna una strategia militare inedita. Tutto questo rischia di avere conseguenze ancora più gravi per il futuro della guerra.
Siamo di fronte a un salto di qualità che ci lancia verso il buio di un'avventura senza precedenti. Altro che guerra per difendere la popolazione ucraina, andiamo verso il redde rationem. L'obiettivo è la vittoria. Per il governo ucraino l'obiettivo è la riconquista della Crimea, dove c'è la base navale russa di Sebastopoli, oltre che del Donbass.
Siamo di fronte alla più tetra delle prospettive: Zelensky firma un decreto per impedire ogni possibile trattativa mentre la Russia non esclude l'arma atomica nel caso venga minacciata la sua sicurezza e integrità territoriale.
E' importante che non rimanga isolata la voce di Papa Francesco che sta continuamente richiamando i contendenti a uno sforzo di dialogo e di pace. E persino Elon Musk - schierato con l'Ucraina - diviene obiettivo di critiche da parte di Zelensky per un ragionevole piano di pace postato su Twitter.
Occorre scegliere la via più ragionevole: quella del negoziato. Occorre riappropriarci del buon senso smarrito in questo disastro della storia.
La giusta condanna dell'invasione russa in Ucraina non deve portare all'approvazione acritica di una escalation militare che scivoli verso la prospettiva di una terza guerra mondiale combattuta con armi nucleari.
E' importante pertanto sostenere i tre giorni di mobilitazione dei pacifisti dal 21 al 23 ottobre e anche la vicina giornata del 15 ottobre a sostegno di Assange, voce della pace e dei diritti umani che rischia più di centosettanta anni di carcere se verrà processato negli Stati Uniti. Se le accuse contro di lui portassero ad una condanna esemplare, sarebbero a rischio tutti i giornalisti che raccontano la verità svelando i segreti militari USA.
PeaceLink mette a disposizione la sua piattaforma per segnalare gli appuntamenti città per città. E per dare voce a un'informazione non schierata militarmente. Giorno per giorno su sociale.network forniamo aggiornamenti - scelti in modo critico - sulla guerra in Ucraina, perché una delle principali vittime di questo conflitto è ormai la verità.
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