I leader della Nato si fanno una bella telefonata mentre i soldati muoiono
Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sembra attraversare un periodo di crescente incertezza e difficoltà, soprattutto riguardo al sostegno militare all'Ucraina. Il 3 ottobre, Biden ha organizzato una chiamata di gruppo con i leader della NATO, sostanzialmente per rincuorare il Presidente ucraino Zelensky e dimostrare un'unità di intenti all'esterno. Tuttavia, dietro questa dimostrazione mediatica di solidarietà, emergono crepe sempre più profonde nell'Alleanza atlantica, e l'ultima di esse è rappresentata dal mancato rifinanziamento dell'Ucraina da parte degli Stati Uniti attraverso la cosiddetta "legge-tampone" che scongiura lo shutdown, cioè la parziale chiusura delle attività del governo federale statunitense.
La doccia fredda per Biden
Il governo era arrivato vicinissimo alla paralisi perché il Congresso non era riuscito a trovare un accordo sulle 12 leggi con cui finanziare il successivo anno fiscale, dal 1° ottobre al 30 settembre 2024.
E' stato tirato un sospiro di sollievo varando un provvedimento di emergenza che evita la paralisi degli Stati Uniti ma blocca il finanziamento della guerra in Ucraina.
E allora che fare?
Gli addetti della comunicazione della Casa Bianca si sono riuniti e hanno partorito una nuova sceneggiatura della narrazione bellica: la telefonata di gruppo.
La guerra vista dal divano
La telefonata di gruppo del 3 ottobre sembra essere stata principalmente una mossa di pubbliche relazioni, pensata per dare l'illusione di un fronte unito della NATO mentre le difficoltà crescono sul fronte dell'Ucraina. Basti pensare alle grosse difficontà della controffensiva, denunciate dalle stesse unità ucraine male addestrate dalla Nato in missioni di sfondamento irrealistiche e suicide. Bisognava nascondere le imprecazioni di questi soldati, disperati e sanguinanti, senza più gambe e senza più braccia.
E quindi?
Ecco l'idea di una bella telefonata in cui i leader occidentali, che non andranno mai a calcare i campi di battaglia e a scanzare le mine, diranno che è bene continuare a farlo, loro al caldo, seduti sul loro divano e vicino a una tazza di tè fumante, mentre i soldati sono dentro le macerie fumanti di inutili villaggi disabitati conquistati o perduti per nulla.
La stampa internazionale ha dato notizia a questa grottesca telefonata di gruppo architettata con l'unico scopo di alimentare l'idea di un'unità indistruttibile tra le nazioni della NATO.
Ma la realtà è ben diversa.
Le promesse contraddette dai fatti
Uno degli aspetti più preoccupanti che emerge è la "fatica" crescente di questa guerra. E' la mancanza di chiarezza sul futuro della politica estera degli Stati Uniti. Mentre il Presidente americano ha promesso sostegno all'Ucraina, i fatti sembrano contraddire queste promesse.
La "legge-tampone" americana, progettata per evitare il blocco delle attività amministrative negli Stati Uniti, non prevede alcun aiuto all'Ucraina, dimostrando che quelle che ha Biden a disposizione sono solo parole e non munizioni, tanto che la von der Leyen ha subito promesso un milione di munizioni, ma per l'anno prossimo. E nel frattempo la Russia ha molte più munizioni dell'Ucraina, sta lanciano bombe di una potenza mostruosa, dimostrando come la controffensiva sia quanto mai velleitaria in una situazione di squilibrio militare in cui Zelensky fa la faccia truce e minaccia di sconfiggere la Russia senza tuttavia avere le munizioni sufficienti.
Le bugie della guerra mediatica
Le crepe all'interno dell'alleanza atlantica sono sempre più evidenti, con gli Stati Uniti che non sono più in grado di fornire un sostegno forte e continuativo all'Ucraina, nonostante le parole di sostegno e di solidarietà. Questa incertezza è alimentata da una serie di fattori che forse verranno affrontati con energia se i democratici sconfiggeranno i repubblicani più riluttanti all'impegno militare al fianco di Zelensky.
Ma adesso - e la guerra si sta svolgendo adesso - l'Ucraina si trova sempre più isolata e vulnerabile in una situazione di conflitto in corso.
Avevano detto che Putin sarebbe diventato un pezzente che avrebbe chiesto le elemosina, travolto dalle sanzioni. Quante bugie. Quanta propaganda. Le sanzioni non hanno funzionato e la macchina da guerra russa si è dimostrata in grado di resistere, assieme alla resilienza della sua economia, molto più di quanto ci dicevano nel circo dell'informazione ammaestrata.
La Russia resiste saldamente alle sanzioni e Putin si fa beffe della nostra cialtronesca propaganda.
La mossa di Putin - una riprovevole e gravissima violazione del diritto internazionale - è stata un'invasione pianificata non con l'improvvisazione di cui si è parlato fin troppo ma con un senso del realismo ben maggiore di quanto ci è stato fatto credere. E adesso Putin di certo non chiede le elemosina sotto lo schiaffone economico delle sanzioni dell'Occidente. Non è il pària disperato come prometteva Biden con presuntuosa superiorità. Non ha finito i missili, non ha finito i carri armati, non ha finito le munizioni come ci raccontavano certi giornalisti RAI con superficialità, trattandoci come telespettatori sciocchi.
In questo momento Putin è ben saldo al comando. Più di Biden.
La telefonata di gruppo a beneficio della stampa
La telefonata di gruppo tra i leader della NATO è stata una dimostrazione mediatica di forza e unità a beneficio della stampa internazionale, ma è importante guardare oltre le apparenze.
Mentre i leader politici cercano di nascondere queste crepe con dichiarazioni di intenti, la realtà sul campo rimane difficile e incerta per il popolo ucraino.
Non è irrealistico prevedere che uno spirito pacifista e realista si farà strada quando comincerà a passere l'ubriacatura nazionalistica della "vittoria". E quando verrà quel momento, saremo tutti chiamati a chiederci con serietà perché in questi mesi vi sia stata un'eclisse della ragione.
“Il sonno della ragione genera mostri”.
Goya
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