Oggi 4 novembre si riscrive la storia d'Italia

"A sentir loro tutte le guerre erano «per la Patria»"

Si svolgono cerimonie e si tengono discorsi che raccontano la storia d'Italia costruendo una narrazione che non corrisponde a quella realtà dei fatti che invece don Lorenzo Milani descrisse in una famosa lettera. Ecco quello che Sergio Mattarella non dice e che scrisse invece don Lorenzo Milani.
4 novembre 2023
Redazione PeaceLink

Il Ministro della Difesa Crosetto e il Presidente della repubblica Mattarella

Oggi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato: "Nella data odierna celebriamo la Festa dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate, espressione del popolo che volle, col plebiscito, l’Italia unita. La storia delle Forze Armate si intreccia indissolubilmente con la volontà del popolo italiano".

Don Lorenzo Milani ebbe a scrivere invece parole molto diverse, che riportiamo qui di seguito.

Don Lorenzo Milani, Lettera ai giudici

A sentir loro tutte le guerre erano «per la Patria».


    Esaminiamo ora quattro tipi di guerra che «per la Patria» non erano.

    I nostri maestri si dimenticavano di farci notare una cosa lapalissiana e cioè che gli eserciti marciano agli ordini della classe dominante.
    In Italia fino al 1880 aveva diritto di voto solo il 2% della popolazione. Fino al 1909 il 7%. Nel 1913 ebbe diritto di voto il 23%, ma solo la metà lo seppe o lo volle usare.
    Dal '22 al '45 il certificato elettorale non arrivò più a nessuno, ma arrivarono a tutti le cartoline di chiamata per tre guerre spaventose.
    Oggi di diritto il suffragio è universale, ma la Costituzione (articolo 3) ci avvertiva nel '47 con sconcertante sincerità che i lavoratori erano di fatto esclusi dalle leve del potere. Siccome non è stata chiesta la revisione di quell'articolo è lecito pensare (e io lo penso) che esso descriva una situazione non ancora superata.
    Allora è ufficialmente riconosciuto che i contadini e gli operai, cioè la gran massa del popolo italiano, non è mai stata al potere.
    Allora l'esercito ha marciato solo agli ordini di una classe ristretta.
    Del resto ne porta ancora il marchio: il servizio di leva è compensato con 93.000 al mese per i figli dei ricchi e con 4.500 lire al mese per i figli dei poveri, essi non mangiano lo stesso rancio alla stessa mensa, i figli dei ricchi sono serviti da un attendente figlio dei poveri.
    Allora l'esercito non ha mai o quasi mai rappresentato la Patria nella sua totalità e nella sua eguaglianza.
    Del resto in quante guerre della storia gli eserciti han rappresentato la Patria?
    Forse quello che difese la Francia durante la Rivoluzione. Ma non certo quello di Napoleone in Russia.
    Forse l'esercito inglese dopo Dunkerque. Ma non certo l'esercito inglese a Suez.
    Forse l'esercito russo a Stalingrado. Ma non certo l'esercito russo in Polonia.
    Forse l'esercito italiano al Piave. Ma non certo l'esercito italiano il 24 Maggio.

    Ho a scuola esclusivamente figlioli di contadini e di operai. La luce elettrica a Barbiana è stata portata quindici giorni fa, ma le cartoline di precetto hanno cominciato a portarle a domicilio fin dal 1861.
    Non posso non avvertire i miei ragazzi che i loro infelici babbi han sofferto e fatto soffrire in guerra per difendere gli interessi di una classe ristretta (di cui non facevano nemmeno parte!) non gli interessi della Patria.
    Anche la Patria è una creatura cioè qualcosa di meno di Dio, cioè un idolo se la si adora. Io penso che non si può dar la vita per qualcosa di meno di Dio. Ma se anche si dovesse concedere che si può dar la vita per l'idolo buono (la Patria), certo non si potrà concedere che si possa dar la vita per l'idolo cattivo (le speculazioni degli industriali).

    Dar la vita per nulla è peggio ancora.
    I nostri maestri non ci dissero che nel '66 l'Austria ci aveva offerto il Veneto gratis. Cioè che quei morti erano morti senza scopo. Che è mostruoso andare a morire e uccidere senza scopo.
    Se ci avessero detto meno bugie avremmo intravisto com'è complessa la verità. Come anche quella guerra, come ogni guerra, era composita dell'entusiasmo eroico di alcuni, dello sdegno eroico di altri, della delinquenza di altri ancora.
    Lo dico perché alcuni mi accusan di aver mancato di rispetto ai caduti. Non è vero. Ho rispetto per quelle infelici vittime. Proprio per questo mi parrebbe di offenderle se lodassi chi le ha mandate a morire e poi si è messo in salvo.
    Per esempio quel re che scappò a Brindisi con Badoglio e molti generali e nella fretta si dimenticò perfino di lasciar gli ordini.
    Del resto il rispetto per i morti non può farmi dimenticare i miei figlioli vivi. Io non voglio che essi facciano quella tragica fine. Se un giorno sapranno offrire la loro vita in sacrificio ne sarò orgoglioso, ma che sia per la causa di Dio e dei poveri, non per il signor Savoia o il signor Krupp.
    Bisognerà ricordare anche le guerre per allargare i confini oltre il territorio nazionale.
    Ci sono ancora dei fascisti poveretti che mi scrivono lettere patetiche per dirmi che prima di pronunciare il nome santo di Battisti devo sciacquarmi la bocca.
    È perché i nostri maestri ce l'avevano presentato come un eroe fascista. Si erano dimenticati di dirci che era un socialista. Che se fosse stato vivo il 4 novembre quando gli italiani entrarono nel Sud Tirolo avrebbe obiettato. Non avrebbe mosso un passo di là da Salorno per lo stessissimo motivo per cui quattro anni prima aveva obiettato alla presenza degli austriaci di qua da Salorno e s'era buttato disertore, come dico appunto nella mia lettera.
    «Riterremmo stoltezza vantar diritti su Merano e Bolzano» (Scritti politici di Cesare Battisti, vol. II, pag. 96-97). «Certi italiani confondono troppo facilmente il Tirolo col Trentino e con poca logica vogliono i confini d'Italia estesi fino al Brennero» (ivi).
    Sotto il fascismo la mistificazione fu scientificamente organizzata. E non solo sui libri, ma perfino sul paesaggio. L'Alto Adige, dove nessun soldato italiano era mai morto, ebbe tre cimiteri di guerra finti (Colle Isarco, Passo Resia, S. Candido) con caduti veri disseppelliti a Caporetto.
    Parlo di confini per chi crede ancora, come credeva Battisti, che i confini debbano tagliare preciso tra nazione e nazione. Non certo per dar soddisfazione a quei nazisti da museo che sparano a carabinieri di 20 anni.
    In quanto a me, io ai miei ragazzi insegno che le frontiere son concetti superati. Quando scrivevamo la lettera incriminata abbiamo visto che i nostri paletti di confine sono stati sempre in viaggio. E ciò che seguita a cambiar di posto secondo il capriccio delle fortune militari non può essere dogma di fede né civile né religiosa.

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"Nelle guerre del mondo, anche in quelle più vicine a noi, in Europa e al di fuori: quanti morti! Si distrugge la vita, senza averne coscienza. Non c’è vittoria totale, no. Si, uno vince sull’altro ma dietro c’è la sconfitta del prezzo pagato. Tanti innocenti morti, tante vite stroncate, le guerre sono una sconfitta sempre”.

Papa Francesco, 2 novembre 2023

    Ci presentavano l'Impero come una gloria della Patria! Avevo 13 anni. Mi par oggi. Saltavo di gioia per l'Impero. I nostri maestri s'erano dimenticati di dirci che gli etiopici erano migliori di noi. Che andavamo a bruciare le loro capanne con dentro le loro donne e i loro bambini mentre loro non ci avevano fatto nulla.
    Quella scuola vile, consciamente o inconsciamente non so, preparava gli orrori di tre anni dopo. Preparava milioni di soldati obbedienti. Obbedienti agli ordini di Mussolini. Anzi, per essere più precisi, obbedienti agli ordini di Hitler. Cinquanta milioni di morti.

    E dopo esser stato così volgarmente mistificato dai miei maestri quando avevo 13 anni, ora che sono maestro io e ho davanti questi figlioli di 13 anni che amo, vorreste che non sentissi l'obbligo non solo morale (come dicevo nella prima parte di questa lettera), ma anche civico di demistificare tutto, compresa l'obbedienza militare come ce la insegnavano allora?
   

Don Lorenzo Milani

Note: Oggi il Movimento Nonviolento e PeaceLink invitano a celebrare diversamente il 4 Novembre come giornata di lutto, contro tutte le guerre.
https://www.peacelink.it/pace/a/49706.html

Pochi sanno che Caporetto (prima guerra mondiale) non è più in Italia. Fiumi di sangue versati per terre dove non si parla più l'italiano.
https://www.peacelink.it/lds/a/49169.html

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