Quelle Convenzioni di Ginevra, violate in Iraq, che come ufficiale non lessi mai
PeaceLink pubblica un'intera raccolta normativa dedicata alle Convenzioni di Ginevra, mettendo ordine in una materia su cui � facile confondersi. Infatti anche un'indagine con i motori di ricerca ci offre un panorama confuso e frammentato se non si ha in anticipo un quadro ben preciso delle Convenzioni di Ginevra.
Ora � tutto pi� facile: basta cliccare in coda a questa pagina web e seguire l'elenco compilato.
Fra le tante informazioni � bene focalizzare un articolo gravemente violato in Iraq.
Vediamolo subito. Nella Convenzione di Ginevra per la protezione delle persone civili in tempo di guerra del 12 agosto 1949, all'articolo 3 si legge che "le persone che non partecipano direttamente alle ostilit�, compresi i membri di Forze armate che abbiano deposto le armi e le persone messe fuori combattimento da malattia, ferita, detenzione o qualsiasi altra causa, saranno trattate, in ogni circostanza, con umanit�, senza alcuna distinzione di carattere sfavorevole basata sulla razza, il colore, la religione o la credenza, il sesso, la nascita o il censo, o altro criterio analogo. A questo scopo, sono e rimangono vietate, in ogni tempo e luogo, nei confronti delle persone sopra indicate le violenze contro la vita e l'integrit� corporale, specialmente l'assassinio in tutte le sue forme, le mutilazioni, i trattamenti crudeli, le torture e i supplizi..."
Questo articolo della Convenzione, pesantemente violato in Iraq, dovrebbe essere alla base della formazione di qualunque militare. Ma, quando ho fatto l'ufficiale di complemento, purtroppo non l'ho mai studiato n� ho mai ricevuto materiale per studiare le Convenzioni di Ginevra. Nessun alto ufficiale - fra gli istruttori - ce ne parl�.
E anche ora che sono un insegnante - e un pacifista - faccio difficolt� a reperire i testi completi delle Convenzioni di Ginevra che, sarebbe auspicabile, dovrebbero comparire in evidenza sul sito del Ministero della Difesa e delle relative forze armate.
Annotazione: alcuni stati, fra cui gli Stati Uniti, non hanno voluti firmare gli ultimi due protocolli aggiuntivi del 1977, oltre al trattato istitutivo della Corte Penale Internazionale (CPI) che giudica di crimini di guerra.
Non solo: l'Annuario economico e geopolitico mondiale (pubblicato dalla Hoepli con il titolo "Stato del mondo 2004") ci informa che il governo Usa, dopo aver fatto pressione sugli stati di tutto il mondo per evitare che si raggiungesse il quorum di 60 nazioni firmatarie (per fortuna poi raggiunto), � riuscito poi nel 2002 a far passare nel Congresso di Washington "una legge anti-CPI che spinge fino ad autorizzare il Presidente ad impiegare qualsiasi mezzo (anche militare) per liberare i militari statunitensi che venissero tratti in arresto dalla CPI", ossia dalla Corte Penale Internazionale.
Coda di paglia.
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