Il discorso riarmista della Presidente della Commissione Europea solleva gravi preoccupazioni
Le parole pronunciate ieri dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, al Parlamento Europeo a Strasburgo, hanno gettato un'ombra cupa sull'Europa. Mentre il mondo cerca di affrontare le sfide della pace e della sicurezza globale, il tono deciso e la retorica marziale della von der Leyen sollevano serie preoccupazioni tra noi pacifisti.
Von der Leyen ha parlato di una guerra in Europa "non imminente" ma "non impossibile" e ha detto che "bisogna prepararsi" chiedendo un massiccio riarmo e paragonando la corsa alle armi alla vaccinazione di massa. Questa dichiarazione in sé è sufficiente a far rabbrividire chiunque abbia a cuore la pace e la stabilità del continente. Il suo discorso è stato terrificante e occorre una mobilitazione pacifista permanente per contrastare questa strada suicida.
Noi pacifisti di fronte a questa retorica non possiamo che provare una profonda contrarietà.
Una delle principali argomentazioni contrarie è la visione di una soluzione incentrata sulla militarizzazione anziché sulla diplomazia e sul dialogo. La proposta di riarmo per "sviluppare e produrre la prossima generazione di capacità operative vincenti" è l'esatto contrario di ciò in cui tutte le persone di pace e di buon senso hanno creduto e credono.
Non siamo solo noi pacifisti a esprimere contrarietà, ma è una larga fetta dell'opinione pubblica - prevalente in Europa - che esprime contrarietà, tanto che nei sondaggi emerge un giudizio severo sulla mancata azione europea per la pace.
Gli sforzi dovrebbero essere concentrati sulla prevenzione dei conflitti anziché sulla preparazione per la guerra.
Il discorso della Presidente della Commissione Europea sembra dipingere un quadro in cui la guerra è inevitabile e in cui l'Europa deve essere pronta a combatterla. Ma per noi pacifisti questa mentalità è inaccettabile. La guerra è il fallimento della politica e della diplomazia, non è una ineluttabile prospettiva da affrontare per colpa unicamente dell'avversario.
Inoltre, c'è preoccupazione per il modo in cui la retorica bellicosa potrebbe alimentare tensioni già esistenti e innescare una spirale di escalation che porterebbe a un conflitto effettivo. Le parole hanno un potere enorme, e la Commissione Europea dovrebbe fare attenzione a non incitare alla guerra con la sua retorica.
Tutto ciò porterà a una corsa agli armamenti e a un aumento delle spese militari a discapito di altri settori cruciali come l'istruzione, la sanità e la lotta contro il cambiamento climatico.
L'Europa deve impegnarsi per costruire un futuro di pace e stabilità per le generazioni a venire, e questo non può essere realizzato attraverso la retorica della guerra della Von der Leyen e le farneticazioni del presidente francese Macron sull'invio di truppe in Ucraina.
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