La saggezza e il coraggio di Papa Francesco
Venga messo da parte lo stupido orgoglio della vittoria e si abbia il coraggio di negoziare.
Il Papa ha avuto il coraggio di dirlo a chi guida l'Ucraina. Se lo avessimo detto noi pacifisti saremmo stati collocati nella lista nera.
Ma cosa è successo?
La notizia di queste ore è la coraggiosa dichiarazione di Papa Francesco: "E' più forte chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca", e "quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà?"
Papa Francesco ha invitato a "guardare la storia: le guerre che abbiamo vissuto, tutte finiscono con l'accordo".
E ha detto: "Oggi si può negoziare con l'aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è coraggiosa". Per fermare i morti serve "negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Nella guerra in Ucraina ce ne sono tanti. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore". E ha ricordato che anche lui è pronto alla sua parte aggiungendo: "Il negoziato non è mai una resa. È il coraggio per non portare il Paese al suicidio".
Il Papa ha ricordato come finisce una guerra: "Con morti, distruzioni, bambini senza genitori". E ha aggiunto: "Può essere una guerra che sembra giusta per motivi pratici. Ma dietro una guerra c'è l'industria delle armi, e questo significa soldi".
Sono concetti noti, risaputi e ovviamente saggi. Sono concetti che i nostri nonni ci ripetevano e che per tanto tempo ci hanno tenuto lontano da pericolose avventure. Sono concetti che tuttavia la retorica della "guerra giusta" ha cancellato. Tanto quelli da mandare a morire per la "guerra giusta" erano gli ucraini.
Le parole del Papa Francesco sono profonde e cariche di umanità. L’invito al coraggio della negoziazione in un momento così delicato è un richiamo alla responsabilità. La storia ci insegna che le guerre spesso si concludono con accordi, e il Papa ci ricorda che negoziare non è una resa.
La voce del Papa ci invita a riflettere sulla necessità di cercare soluzioni pacifiche e di mettere da parte l’orgoglio per il bene comune. Dobbiamo sostenere la sua voce, prima che sia troppo tardi per l'Ucraina.
L'Ucraina sta combattendo una guerra difficile contro la Russia. Le perdite umane e materiali sono ingenti, e la vittoria sul campo di battaglia sembra al momento improbabile.
Trattare è un atto di coraggio che richiede tre scelte difficili.
- Ammettere la realtà della situazione. L'Ucraina non può vincere la guerra militarmente contro la Russia.
- Assumersi la responsabilità del proprio destino. Non è facile per il governo ucraino prendere decisioni che potrebbero essere percepite come un tradimento del sacrificio del suo popolo.
- Mettere al primo posto il bene della popolazione. La guerra sta causando una sofferenza immensa. Prolungarla significa causare ulteriori morti e distruzioni.
Certo, trattare non è facile. Le posizioni delle due parti sono molto distanti, e la Russia non sarà disposta a un compromesso equo. Ma non c'è alternativa. La guerra non può durare per sempre con esiti catastrofici per il futuro della popolazione ucraina.
Il coraggio di trattare non significa cedere alle pressioni di Putin. Significa cercare una soluzione che sia giusta, realista e duratura.
Trattare è difficile, ma è l'unica via d'uscita per questa guerra.
Una cosa è certa: il popolo ucraino ha già dimostrato un coraggio immenso. Ha il diritto di vivere in pace e sicurezza. E questo è l'obiettivo che deve guidare qualsiasi negoziato.
In questo momento difficile, la comunità internazionale deve sostenere l'Ucraina. Deve aiutarla a trovare una soluzione pacifica al conflitto e a ricostruire il paese dopo la guerra.
Solo con il coraggio di trattare e con il sostegno della comunità internazionale si potrà finalmente porre fine a questa tragedia.
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