Assange è finalmente libero

Il potere invincibile della verità

La storia di Assange è strettamente intrecciata con quella delle guerre presentateci come giuste. Ha dovuto pagare un prezzo al potere americano, che lo voleva dietro le sbarre a vita, ma non ha mai tradito la verità né coloro che hanno creduto nella giustezza del suo operato.
25 giugno 2024

La notizia della liberazione di Julian Assange rappresenta una vittoria straordinaria per la verità e un motivo di speranza per tutti coloro che lottano per la giustizia. Con la sua scarcerazione, finisce un incubo distopico in cui chi rivela crimini di guerra finisce in prigione, mentre i colpevoli restano impuniti. Questo epilogo, seppur positivo, non segna la fine della lotta: altri, come David McBride, rimangono incarcerati per aver osato rivelare verità scomode. Assange è libero

Assange ha dovuto accettare un patteggiamento con la giustizia americana, ma la sua figura emerge intatta e rafforzata da questa vicenda. Ha dovuto pagare un prezzo al potere americano, che lo voleva dietro le sbarre a vita, ma non ha mai tradito la verità né coloro che hanno creduto nella giustezza del suo operato. La sua dedizione alla verità e al mediattivismo ha messo in luce i crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti nelle cosiddette "guerre giuste", guerre condotte in nome della lotta contro il terrorismo, che hanno spesso nascosto brutalità e violazioni dei diritti umani.

La storia di Assange è legata alla pace da un filo che si chiama verità. Ha esercitato un diritto umano fondamentale: quello di dire la verità e denunciare gli abusi di potere, sia in guerra che nei confronti dell'opinione pubblica, manipolata da narrazioni inverosimili e bugie. Assange ha rivelato queste menzogne, rompendo il muro dei segreti militari grazie a informatori dotati di quella coscienza che mancava ai complici dei crimini di guerra.

Tuttavia, non tutto il movimento pacifista si è mobilitato per Assange. Questo è un peso sulla nostra coscienza collettiva, in particolare per chi ha separato la vicenda di Assange dalla lotta contro la guerra. La battaglia di Assange è sempre stata una lotta contro la guerra. I silenzi del movimento pacifista sono stati incomprensibili e, per certi aspetti, gravi. Hanno fatto venire meno la solidarietà a chi si espone in prima linea per la verità. Questa cosa va detta, anche se è sgradevole.

La lotta deve continuare, perché Assange era solo la punta dell'iceberg. Altri, come lui, rimangono in prigione.

È inoltre una vergogna che tanti che si mobilitano - giustamente - contro la repressione del dissenso in Russia e in Cina non abbiano fatto quasi nulla per Assange. Anche noi, come PeaceLink, denunciamo la repressione in questi paesi, ma l'ignavia di fronte alle violazioni dei diritti umani compiute dal potere politico e militare USA è inaccettabile. 

Onore invece a Amnesty International, che ha sostenuto con determinazione la lotta per la liberazione di Assange. Questa è la vera essenza della libertà: non a senso unico, ma a 360 gradi.

La liberazione di Assange ci ricorda che la verità è un potere invincibile, capace di superare le barriere dell'ingiustizia e dell'oppressione.

Oggi è una bella giornata per chi crede nel potere della verità.

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