Come è accaduto in Gran Bretagna

Ogni tanto occorrono scuse solenni a nome dello Stato

A Taranto lo Stato - inteso come potere legislativo ed esecutivo - è venuto meno al suo dovere di proteggere e ha fermato persino la magistratura che ha fatto di tutto per svolgere un ruolo di supplenza. Il dovere di proteggere è il cardine di tutto. Ma il presidente Mattarella è silente.
5 settembre 2024
"Lo Stato ha fallito nel suo dovere più fondamentale, che è quello di proteggere i cittadini".
Manifestazione a Taranto
Questa è la frase chiave che ci aspettiamo pronunci il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul disastro ambientale di Taranto e delle complicità politiche che lo hanno consentito e prolungato.
Questa frase è stata pronunciata in Gran Bretagna ai massimi livelli per l'incendio della Grenfell Tower di Londra; l’inchiesta pubblica condanna i governi e le imprese e sentenzia: “Tutte le morti dell’incendio potevano essere evitate”.
A Taranto lo Stato - inteso come potere legislativo ed esecutivo - è venuto meno al suo dovere di proteggere e ha fermato persino la magistratura che ha fatto di tutto per svolgere un ruolo di supplenza.
Il primo ministro britannico Keir Starmer ha chiesto solennemente scusa a nome di tutti i governi precedenti e le istituzioni del Regno ai familiari delle vittime e dei superstiti del rogo di Grenfell Tower, a Londra, che nel giugno del 2017 provocò 72 morti (inclusi due inquilini italiani).
Il dovere di proteggere è il cardine di tutto.
Ed è in buona sostanza il concetto chiave che anche l'ONU ha utilizzato per il caso Taranto.
Ma il presidente Mattarella è rimasto silente.
Questo non depone a favore del prestigio della sua carica.
Ogni tanto occorrono scuse solenni a nome dello Stato, come è accaduto in Gran Bretagna.
Lo Stato ha il dovere di proteggere i cittadini, è la sua funzione basilare senza la quale lo Stato è un'associazione a delinquere.
Note: «Una tragedia dovuta a incompetenza, disonestà e avidità», che ha radici antiche nella totale incuria dei governi succedutisi negli ultimi 30 anni.

Questo afferma il rapporto conclusivo sulla strage di Grenfell, l'incendio sviluppatosi il 14 giugno 2017, in un grattacielo di edilizia popolare nel pieno centro di Londra che ha causato 72 morti - tra cui anche una giovane coppia di architetti italiani, Gloria Trevisan e Marco Gottardo, rimasti intrappolati nel loro appartamento che andava a fuoco per centinaia di feriti e sfollati. Pubblicato dopo sette anni di lotte da parte di associazioni delle vittime che non hanno mai mollato la presa, neppure di fronte alle numerose inchieste pubbliche risultate inconcludenti, afferma ora che tutte quelle morti potevano essere evitate se le parti coinvolte avessero fatto il loro dovere. «Sette anni e ancora siete in attesa di giustizia- ha dichiarato ieri il Premier Keir Starmer scusandosi per conto dello Stato - voglio dire all'intero Paese che siete stati delusi in modo terribile, prima, durante e dopo questa tragedia. Tutto questo non avrebbe mai dovuto accadere». Lodando la resilienza della comunità di Grenfell, il Primo Ministro ha poi promesso che scriverà alle aziende, ritenute responsabili delle orribili negligenze, «come primo passo per escluderle dalla futura acquisizione di altri contratti pubblici». La causa principale del velocissimo diffondersi delle fiamme da un solo appartamento all'intero grattacielo è stata riscontrata nella pochezza dei materiali con cui era fatto il rivestimento dell'edificio, il famoso «cladding» che avrebbe dovuto isolare e prevenire i rischi d'incendi e invece li diffuse. Ma la relazione di 1700 pagine, stilata da una commissione indipendente presieduta dal giudice in pensione sir Martin Moore - Bick, non punta il dito solo sulle aziende americane Arconic, Celotex e Kingspan che fornirono i materiali, ma afferma che il dipartimento per il controllo edilizio del distretto di Kensington e Chelsea, lo studio di architettura Studio E, i costruttori Rydon and Harley Facades sono responsabili forse ancor di più perché totalmente incompetenti.
Enrica Orsini (Il Giornale 9.9.2024)

Quante similitudini con la vicenda ILVA di Taranto! Ma a Taranto la magistratura si è mossa.

Articoli correlati

  • ILVA, continua la nostra lotta per l'ambiente e la salute pubblica
    PeaceLink
    Lettera ai sostenitori di PeaceLink

    ILVA, continua la nostra lotta per l'ambiente e la salute pubblica

    L’annullamento della sentenza di primo grado rappresenta un passo indietro, causato da questioni procedurali. Ma non equivale a un'assoluzione. La realtà dell’inquinamento dell’ILVA rimane comunque acquisita e il GIP di Potenza Ida Iura ha infatti emesso un nuovo decreto di sequestro degli impianti.
    29 ottobre 2024 - Associazione PeaceLink
  • Lettera di ottobre agli amici di PeaceLink
    PeaceLink
    Ottobre 2024

    Lettera di ottobre agli amici di PeaceLink

    Vogliamo porre al centro il tema del diritto alla felicità. È un tema che dovrebbe toccare ciascuno di noi, invitandoci a immaginare insieme una società futura che combatta la solitudine, che superi la rassegnazione individuale e che riaffermi il principio di speranza e felicità condivisa.
    29 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti
  • La buffa cerimonia del ministro Urso
    Ecologia
    La riattivazione dell'altoforno 1 dell'ILVA di Taranto

    La buffa cerimonia del ministro Urso

    Si potrebbe paragonare l'inaugurazione di oggi all'assurdità di una cerimonia in cui la FIAT mettesse in piedi un evento per presentare con orgoglio una Fiat 1100 malconcia di sessant'anni fa, invece di un'auto elettrica moderna e all'avanguardia.
    15 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti
  • Attacco israeliano a UNIFIL anche oggi: feriti 15 caschi blu
    Pace
    Albert, il bollettino quotidiano pacifista

    Attacco israeliano a UNIFIL anche oggi: feriti 15 caschi blu

    I carri armati israeliani hanno sfondato il cancello di una base ONU, violando il diritto internazionale. Oltre cinquemila persone stanno seguendo questa vicenda tramite Albert, il nostro bollettino pacifista. Tanti messaggi di solidarietà e sostegno ai caschi blu continuano ad arrivare a PeaceLink.
    13 ottobre 2024 - Redazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.26 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)