Disco verde ai missili occidentali per colpire la Russia

L'europarlamento vota per l'escalation militare in Ucraina

Ci sia consentito porre qualche legittimo dubbio. Quanti tra gli europarlamentari favorevoli a questa escalation sarebbero disposti a sostituire coloro che, tra disertori e renitenti ucraini, non vogliono più combattere in una guerra armata dalla NATO? Quanti manderebbero i loro figli e nipoti?
19 settembre 2024
Oggi il Parlamento Europeo ha votato per intensificare il sostegno militare all'Ucraina. La risoluzione approvata intende sostenere l'invio di un numero sempre maggiore di armi e, persino, missili occidentali capaci di colpire il territorio russo e le sue basi militari in profondità. Tuttavia, è lecito chiedersi quanto di questo sostegno militare sia davvero ispirato da buona fede. Poniamoci quattro domande e una riflessione finale.
1. Quanti tra gli europarlamentari favorevoli a questa escalation militare sarebbero disposti a sostituire coloro che, tra disertori e renitenti ucraini, non vogliono più combattere in una guerra alimentata, finanziata e armata dalla NATO?
2. Quanti di questi europarlamentari sarebbero disposti a lasciare per un solo mese le loro comode poltrone per recarsi al fronte e sostenere direttamente, con coraggio e convinzione, le forze armate ucraine?
3. Quanti rischierebbero la propria vita per difendere le idee che oggi sostengono con il loro voto?
4. Quanti donerebbero almeno metà del loro stipendio per supportare la popolazione civile ucraina e le famiglie degli orfani di guerra, vittime di questo conflitto senza fine?
Riflessione finale: negli anni Trenta, migliaia di volontari antifascisti, mossi dagli ideali di libertà e democrazia, partirono per la Spagna per combattere al fianco dei repubblicani e contro i golpisti del generale Franco. Nacquero così le Brigate Internazionali, che riunivano uomini provenienti da circa cinquanta nazioni diverse. Questi volontari diedero un contributo fondamentale, sia militare che morale, alle forze repubblicane, ricevendo anche un grande sostegno da parte di intellettuali antifascisti. Quelle persone erano davvero coerenti: erano pronte a sacrificare la propria vita per le idee in cui credevano. Tra loro, cinquecento italiani persero la vita
Non è necessario aggiungere molte altre parole. Se non che il Wall Street Journal ha da poco rivelato con uno scoop quello che era un dato segreto gelosamente custodito e che i nostri TG non amavano indagare, ossia che siamo arrivati a un milione di morti e feriti in questa guerra. E' una catastrofe in stile prima guerra mondiale che sembra non aver insegnanto nulla e che oltre quattrocento europarlamentari vorrebbero ulteriormente prolungare. Ma con la vita degli altri, senza mettere a rischio i propri figli e nipoti e senza tagliarsi le prebende. La guerra continua mentre 20 mila soldati ucraini sono stati dichiarati disertori (un soldato su 10 al fronte) e 800 mila renitenti alla leva sono fuggiti, o si nascondono nelle cantine e nelle campagne per non farsi reclutare da Zelensky. Sempre più soldati non vogliono sparare con le armi occidentali che inviamo loro. Sono scene, anche queste, già viste nella prima guerra mondiale. E in quella del Vietnam. Soldati che non sparano. Che abbandonano il loro posto di combattimento. Lo hanno appurato i servizi di inchiesta americani, non la propaganda filorussa. E, ciò nonostante, approviamo altre risoluzioni per ingozzarli di armi, armi che li obbligheranno a combattere e segneranno la loro condanna, sempre di più, a morire.
Il sonno della ragione genera mostri.
Guernica

Articoli correlati

  • Natale a Odessa
    Pace
    Il racconto natalizio di un inviato in Ucraina

    Natale a Odessa

    La mattina di Natale mi sono svegliato nel buio più totale. Fortunatamente un amico pacifista mi aveva regalato una minuscola torcia che fa una luce incredibile; senza di essa sarebbe stato problematico vestirsi e scendere le ripide scale in fondo al corridoio.
    28 dicembre 2024 - Mauro Carlo Zanella
  • La lunga frontiera dall'Ucraina a Trieste
    Conflitti
    La nuova cortina di ferro

    La lunga frontiera dall'Ucraina a Trieste

    Breve analisi delle prospettive che si aprono in Europa dopo la prevedibile, anche non certo imminente, fine del conflitto armato in Ucraina. Una guerra persa da Kiev sul campo e dai suoi sponsor occidentali.
    23 dicembre 2024 - Valeria Poletti
  • Ucraina: è finita la fiducia della vittoria militare
    Pace
    Albert - bollettino pacifista dal 16 al 22 dicembre 2024

    Ucraina: è finita la fiducia della vittoria militare

    Zelensky ha ammesso che l’Ucraina non ha le forze necessarie per riconquistare la Crimea e il Donbass. Siamo di fronte al fallimento di una strategia costruita sull’illusione e sulla propaganda che i mass media hanno diffuso a piene mani intossicando l'informazione pubblica.
    18 dicembre 2024 - Redazione PeaceLink
  • Ucraina, quante sono le vittime della guerra?
    Pace
    Albert - bollettino pacifista dal 9 al 15 dicembre 2024

    Ucraina, quante sono le vittime della guerra?

    Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha recentemente dichiarato che, dall'inizio della guerra, sarebbero morti 43.000 soldati ucraini, mentre altri 370.000 risulterebbero feriti. Ma i dati non tornano e, soprattutto, su di essi incombe il segreto di stato.
    14 dicembre 2024 - Redazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.26 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)