Due campagne, un’unica voce contro il riarmo
PeaceLink ha aderito con convinzione alla campagna Stop Rearm Europe, promossa da ARCI e da altre realtà impegnate nella difesa della pace e dei diritti umani. Una mobilitazione importante, che si inserisce nel solco della tradizione pacifista europea e rappresenta un appello chiaro ai governi: basta alimentare la spirale bellica, è tempo di investire nella diplomazia, nel disarmo e nella giustizia sociale.
Ma non si tratta di un’iniziativa isolata.
Fin dall’inizio di marzo - ne avevamo parlato sul bollettino Albert - ha preso forma un’altra campagna, che ha anticipato quella di cui sopra. E' infatti partita da una raccolta firme visibile su www.peacelink.it/noriarmo, che faceva riferimento alla Giornata Globale di Azione sulla Spesa Militare (GDAMS), promossa dall’International Peace Bureau (IPB).
E' una campagna nata come opposizione all'invio di armi in Ucraina e poi evolutasi in campagna contro il piano di riarmo europeo. Ha saputo aggregare attorno a sé una vasta gamma di gruppi e singoli attivisti pacifisti, con un approccio orizzontale e partecipativo. Questa iniziativa ha dato vita a una serie di incontri online molto partecipati, favorendo il confronto, la condivisione di idee e la costruzione di una rete viva e reattiva. Ne è nato un Coordinamento No Riarmo, che lavora per unire le forze contro le politiche di militarizzazione dell’Europa.
Le due campagne – pur nate in tempi e contesti diversi – possono convergere verso la costituzione di gruppi locali di coordinamento per promuovere iniziative contro il riarmo. Le due campagne sono due parti complementari dello stesso impegno: quello di chi non si rassegna all’inevitabilità della guerra e crede nella forza della cooperazione, della nonviolenza e del disarmo. È proprio dalla collaborazione di questi due coordinamenti - nati ognuno motu proprio - che può emergere una ricchezza di proposte, di linguaggi, di strategie. L’importante è continuare a costruire ponti di dialogo, spazi comuni di riflessione e azioni condivise, affinché il fronte pacifista non si disperda, ma cresca nella pluralità e nella coerenza.
In un tempo in cui il rumore delle armi sembra sovrastare le parole della pace, è fondamentale tenere accese le luci della speranza. Le campagne contro il riarmo, con tutte le loro articolazioni, stanno tracciando una strada. Starà a tutti noi – gruppi, associazioni, singoli cittadini – percorrerla insieme, con passo deciso e visione lunga.
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