Dieci anni fa un processo penale, oggi un processo civile

PeaceLink in tribunale

Dieci anni fa il computer centrale della rete PeaceLink veniva sequestrato e sigillato. Cominciò allora un processo penale che ci impegnò per molto tempo. In gioco c'era la nostra sopravvivenza. Dopo anni di tribunale, vincemmo e ne uscimmo a testa alta. Oggi PeaceLink continua a dover comparire in tribunale, questa volta per un processo civile in cui ci viene richiesto il pagamento di 50 mila euro.
22 giugno 2004
Associazione PeaceLink

La citazione in giudizio riguarda una singolare vicenda. Dopo la guerra del Kossovo una sessantina di intellettuali, primo fra tutti Giorgio Nebbia, lanciò un appello ambientalista contenente critiche alla Nato per l'uso dell'uranio impoverito. Una persona si è ritenuta danneggiata da quell'appello in quanto fra i firmatari compariva anche il suo nome. Tale persona ci ha notificato direttamente, con una citazione in giudizio, di non avere mai firmato l'appello e ci ha appunto chiesto 50 mila euro per danni.

Prima della citazione in giudizio non siamo stati mai contattati per operare una rettifica. Abbiamo perciò dovuto comparire direttamente in tribunale l'anno scorso. L'appello in questione, tra l'altro, non era stato scritto o promosso da PeaceLink. Era ampiamente circolato su Internet, partendo da altri autorevoli siti web.

E' una vicenda - come si può ben vedere - che tocca da vicino questioni molto delicate, come ad esempio la pubblicazione di appelli in rete. In gioco non c'è solo PeaceLink ma una fetta di quella libertà che ciascuno può avere nel ricevere e rilanciare appelli di altri.

Dieci anni fa l'accusa mossaci in sede penale era invece quella di aver organizzato - con il computer centrale di PeaceLink - un traffico di software illegalmente duplicato, con lauti pagamenti che sarebbero andati dalle 50 alle 200 mila lire a connessione. L'accusa non stava in piedi in quanto era evidente a chiunque che il computer centrale della rete PeaceLink era ad accesso gratuito. Era inoltre chiaro a chiunque che ci occupavamo solo di pace, ambiente e diritti umani. Eppure una fonte informativa, considerata "degna di fede" per il capitano che svolse le indagini, ci portò a un passo dal carcere. Nel processo cominciato dieci anni fa non potemmo mai identificare con nome e cognome quella fonte degna di tanta considerazione.

Come allora anche oggi facciamo appello a tutti i lettori e gli amici di PeaceLink affinché non facciano mancare il loro sostegno.

Poiché riteniamo di poter dimostrare di fronte al giudice le nostre ragioni e la nostra buona fede - ossia di non aver voluto causare danno alla persona in questione (che tra l'altro non conoscevamo) - abbiamo fatto una scelta precisa quando abbiamo lanciato la campagna di sottoscrizione a favore di PeaceLink. Abbiamo cioè deciso - nel caso l'esito del processo sia a noi favorevole - di destinare alle iniziative di pace in Africa organizzate dall'Africa Peace Point di Nairobi la somma raccolta detratte le eventuali spese legali.

L'Africa Peace Point, fortemente voluto dal missionario padre Kizito e dall'associazione Amani, sta organizzando per il 18 settembre una grande marcia africana contro tutte le guerre, sullo stile "Perugia Assisi", in cui ci auguriamo siano presenti anche donne e uomini italiani e di altre nazioni.

E' a queste fiammelle di speranza che vogliamo destinare i contributi raccolti se dovessimo vincere la causa civile che ci vede attualmente impegnati.

La nostra vicenda legale potrebbe andare avanti per anni ma potrebbe anche chiudersi subito, a discrezione della controparte, con un atto di conciliazione. Noi ci auguriamo che possa chiudersi subito: per poter destinare i fondi raccolti alla manifestazione di Nairobi del prossimo 18 settembre.

Associazione PeaceLink

Note: --- Per saperne di più ---
Segnaliamo l'articolo di Vittorio Moccia:
A 10 anni dal primo Crackdown Italiano
Un racconto di quegli anni che lasciarono un segno indelebile nella telematica amatoriale delle BBS: da allora nulla fu più come prima.
http://italy.peacelink.org/diritto/articles/art_5576.html

Per l'iniziativa dell'Africa Peace Point consulta
http://italy.peacelink.org/pace/articles/art_5381.html

--- Per chi vuole aiutare PeaceLink ---
Segnaliamo che può effettuare un versamento sul
conto corrente postale n. 13403746
intestato a:
PeaceLink
c.p. 2009
74100 Taranto
Causale: processo a PeaceLink.

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