Internet e libertà di informazione

Quando i motori di ricerca dimenticano i diritti umani

Mentre i tecnici si preoccupano di trovare qualche milione di pagine web in più, in alcune nazioni è stato posto un filtro sui motori di ricerca che non concede accesso ai siti Internet scomodi e alle parole censurate dai regimi dittatoriali.
8 febbraio 2005
Daniele Marescotti
Fonte: Redattore Sociale

Immagine tratta da un sito di Amnesty International

Dall’inizio di febbraio migliaia di utenti stanno testando, anche in Italia, il “concorrente” di Google. Si tratta del nuovissimo motore di ricerca MSN di Microsoft. Gli appassionati di Internet hanno subito messo a confronto le potenzialità dei due sistemi. Microsoft ha investito circa 100 milioni di dollari per MSN Search acquisendo società e sviluppando sofisticati algoritmi per ottimizzare la ricerca.
Senza dubbio una delle novità di MSN Search è l’enciclopedia Encarta integrata nel sistema. Digitando “Garibaldi” nel motore di ricerca MSN appare al primo posto il sito di un hotel, ma, cliccando sull’apposita opzione, si può accedere all’enciclopedia interna ottenendo finalmente informazioni sull’eroe del Risorgimento. Questa ed altre caratteristiche stanno focalizzando la curiosità e la sete di informazioni dei navigatori, orientandoli nella scelta che incoronerà l’uno o l’altro dei due motori di ricerca.
Ma la sfida dei motori di ricerca, valutata solo sotto il profilo neutro di una competizione esasperatamente tecnica, trascura la questione più globale del rapporto fra motori di ricerca e libertà effettiva di accesso all’informazione. Una questione “diritti umani” tocca da vicino la telematica. Mentre i tecnici si preoccupano di trovare qualche milione di pagine web in più, in alcune nazioni è stato posto un filtro sui motori di ricerca che non concede accesso ai siti Internet scomodi e alle parole censurate dai regimi dittatoriali. In Cina, ad esempio, non è possibile accedere liberamente all’informazione tramite i motori di ricerca. Google ha subito una settimana d’oscuramento da parte delle autorità cinesi nel settembre 2002. Yahoo ha elaborato una versione cinese opportunamente “adattata” del suo motore di ricerca, chiamato Yosou. Immagine tratta da un sito di Amnesty International Reporters sans frontières, un’organizzazione per la libertà d’informazione che ha sede a Parigi, ha già denunciato che Yahoo e Google sono disposti a sacrificare il diritto di espressione dei cittadini asiatici, autocensurandosi. Secondo Renato Soru, presidente di Tiscali, "il rischio è che si passi da motori di ricerca in mano ai ragazzini a motori in mano ai governi, con tutti i condizionamenti che questo processo potrebbe comportare".
Secondo Giancarlo Livraghi, che da anni si occupa di diritti su Internet, “sono in corso da parecchi anni attività di imprese "occidentali" che aiutano le autorità cinesi nella repressione”. E cita il caso delle migliaia di router (dispositivi per instradare le informazioni) della multinazionale Cisco Systems destinati a spiare l'uso di Internet da parte dei “navigatori” cinesi. A questo proposito Amnesty International ha già criticato duramente Microsoft, Sun, Cisco, Nortel e Websense per aver venduto al governo cinese tecnologie che possono essere usate per controllare e censurare il web. Amnesty ha in passato rivelato che 33 persone in Cina sono state arrestate negli ultimi anni per aver scaricato o diffuso su Internet materiale non gradito al regime, ed alcuni di loro sono morti in carcere. Microsoft ha replicato: "Microsoft è orientata a fornire la migliore tecnologia a chiunque in tutto il mondo, però Microsoft non può controllare il modo in essa viene usata". La vendita di tecnologie a scopi potenzialmente repressivi – e un tempo solo le tecnologie militari erano considerate “repressive” – sta diventando una questione di diritti umani che coinvolge anche le tecnologie informatiche e telematiche, dall’hardware al software. In particolare la disponibilità di motori di ricerca effettivamente liberi e indipendenti costituisce oggi una questione centrale della democrazia e del diritto all’informazione.

Note: Per gentile concessione dell'agenzia stampa Redattore Sociale
http://www.redattoresociale.it

Per approfondire l'argomento "Cina, diritti umani e censura" consultare:
http://www.ecplanet.com/canale/varie-5/diritti_umani-65/1/0/13990/it/ecplanet.rxdf
http://digilander.libero.it/ciccioradar/cinet.html
http://www.rsinews.it/newsformat1.asp?news=61

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