Noi, obiettori fiscali della portaerei Einaudi
Il Parlamento sta per decidere la spesa di 4.000.000.000.000 di lire (quattromila miliardi) PER LA COSTRUZIONE DI UNA NUOVA PORTAEREI, di nome Einaudi. Se cio' avverra', nel 2006 la vedremo attraccata nella nuova base navale di Taranto.
Ci chiediamo: a cosa serve dislocare a Taranto una nuova portaerei quando a Taranto resta ancora un miraggio la bonifica dall'amianto in industrie e scuole, la realizzazione del polo oncologico e l'acquisto dell'acceleratore lineare per le patologie tumorali? In Italia negli ultimi dieci anni la mortalita' per cancro e' diminuita del 6% grazie alla prevenzione: a Taranto invece - secondo dati OMS - i tumori per amianto sono triplicati.
Di fronte a queste emergenze assistiamo non ad un aumento delle spese sociali ma ad un aumento delle spese militari. Tali colossali investimenti bellici stanno generando esuberi nell'Arsenale perche' impongono risparmi nelle spese per il personale. E tutto cio' mentre la guerra fredda e' finita
e nessuna urgenza ci spinge a spendere 4.000 miliardi in una costosissima portaerei.
Il mondo va alla rovescia. Sembra non obbedire ne' al buon senso ne' alla ragione. Ma noi cittadini abbiamo il potere di obiettare.
La nostra coscienza si ribella.
Abbiamo percio' dedicato il nostro gesto di obiezione fiscale alla spese miliari alla citta' di Taranto, perche' abbia un futuro in cui la pace, la vita e il lavoro dei cittadini siano considerati i beni supremi.
Non siamo evasori fiscali: abbiamo destinato al Presidente della Repubblica per opere di pace quella quota delle nostre imposte destinate a quest'uso insensato delle spese militari. E ci sottoponiamo obbedientemente alle sanzioni dello Stato perche' il fine del nostro gesto e' solo quello di far riflettere la coscienza morale di chi leggera' questo messaggio. La nostra
non e' una sfida allo Stato ma una sfida alla coscienza.
A me si associano i giovani della Koinonia Community e i bambini di strada del Kivuli Centre. Alcuni dei bambini firmani usando l'impronta digitale, perche' non hanno mai potuto frequentare la scuola. Essi non sono cittadini italiani, ma sono precisamente le vittime di rapporti internazionali fondati sull'ingiustizia e sulla forza, sostenuti dalla produzione, il commercio e l'uso delle armi.
I bambini del Kivuli Centre hanno negli ultimi anni ricevuto sostegno economico e morale anche attraverso l'impegno personale e le iniziative promosse da Alessandro e Maria Teresa. Essi, ed io con loro, sognano un mondo in cui non ci siano piu' armi e in cui tutti i bambini abbiano affetto, cibo, scuola. Sognano anche di poter insegnare ai grandi che la pace e l'amore sono possibili. Vorremmo che molti piu' italiani, tutti gli italiani, ponessero
simili gesti profetici.
Padre Renato Kizito Sesana
Koinonia Community
P.O.Box 8034
Nairobi
Kenya
Il 22 giugno alle 9.30 a casa nostra vengono gli esattori del Servizio riscossione tributi per rendere esecutivo il pignoramento di alcuni nostri beni. Accanto a noi: altri cittadini che sono impegnati per un futuro che porti speranza e non morte. E' giunta all'ufficio riscossione tributi di Taranto la seguente lettera di solidarieta' da un missionario comboniano del Kenya - padre Renato Kizito Sesana - e a lui devolveremo il nostro denaro, perche' i suoi bambini di strada ne hanno piu' bisogno dei nostri ammiragli e generali. Stiamo raccogliendo fondi che serviranno alla messa in funzione di un forno che puo' preparare 50 chili di pane all'ora nel cuore di un quartiere povero di Nairobi, nella comunita' di Koinonia e di Kivuli.
Riportiamo qui a fianco la lettera di padre Kizito (che e' stata "firmata" con le impronte digitali dei bambini di strada di Nairobi).
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