Occorre ricordare che la messa del 28 di ogni mese, quella in cui vengono letti i nomi delle persone decedute per cancro, è stata considerata come un elemento di indubbia validità positiva in molti ambienti: magistratura, società civile, ecclesiale (dentro e al di fuori della nostra Diocesi) e perfino dalla stessa Conferenza episcopale italiana che ha valutato questa messa come degna di essere menzionata come una delle attività meritorie dei sacerdoti italiani.
Purtroppo, ad Augusta, questa stessa messa, con la lettura di tutti quei nomi, da qualcuno (nell’ambito di qualche confraternita augustana) è stata definita “macabro rituale”.
Don Palmiro Prisutto