Noi pacifisti siamo per una guerra quanto più breve possibile?
Vi è molta ipocrisia in giro: "Voi pacifisti siete per una guerra breve, ovviamente".
Ci dispiace non allinearci con gli auspici della Borsa.
Al lamento “è stato tutto inutile” dovremo opporre l’orgoglio di cittadini che non si rassegnano ad un potere internazionale che ci vuole sudditi. Se Bush sogna di attribuirsi il potere di dettare le norme internazionali, di attuarle e di punire chi non le attua allora è nostro dovere dire “no” all’assolutismo internazionale del novello Re Sole.
20 marzo 2003 - Alessandro Marescotti
(e un'altra vita se ne va... la vita di una di noi!)
Nell'imminenza della guerra abbiamo deciso di non scrivere un editoriale ma di ripubblicare "L'obbedienza non è più una virtù", ossia la Lettera ai Giudici che don Lorenzo Milani scrisse il 18 ottobre 1965. E' una lettera da stampare e diffondere nelle scuole, da leggere e discutere pubblicamente. Contiene infatti le ragioni ancora attuali del movimento per la pace. Don Milani fu processato per "istigazione a delinquere" e per "istigazione di militare a disubbidire alle leggi". Don Milani aveva infatti difeso le ragioni degli obiettori di coscienza - allora considerati "illegali" - e della disobbedienza alla guerra. Tale gesto bastò per processarlo. Nel presente conto alla rovescia verso l'attacco militare, facciamo nostre le ragioni per cui don Milani giudicava moralmente necessario disobbedire alle guerre d'attacco. Chiediamo ai lettori un po' di pazienza: dopo le prime pagine introduttive, il testo di don Milani arriva della storia, indicando nell'obbedienza e nella disobbedienza due criteri fondamentali di scelta e di azione del cittadino. Ai lettori chiediamo inoltre di trasformare la lettera di don Milani in un manifesto etico e politico da proporre a tutti, calandolo nelle attuali circostanze storiche. Oggi più che mai l'obbedienza non è più una virtù.
Quante storie, problemi, sofferenza. Non pensi al loro passato quando li guardi correre per il cortile di Kivuli. Leggendo mi e' venuta in mente una frase di Ebano, un libro di Kapuscinski, che poi sono andato a cercare "quei ragazzi scalzi, affamati e analfabeti vantavano su di me una superiorita' etica la superiorita' che una storia maledetta conferisce alle sue vittime.". Certo, ora non sono piu' affamati ne analfabeti. Ma il pensare al prima. e quante volte in questi giorni in giro per Kibera, Korogocho, Riruta o anche in town, in centro questa sensazione. di impotenza, il sentirsi davvero piccolo.E questa gente che continua a lottare, a sorridere, a sperare.
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