Emergenza2

PeaceLink risponde alle dichiarazioni del quotidiano "Il Giornale"

Tre cose false e una omissione

Anche "Il Giornale" dice la sua sul caso giudiziario che vede coinvolti PeaceLink e un consulente della Nato. L'associazione replica e contesta.
23 ottobre 2003

All'attenzione di:

Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano "Il Giornale"

RICHIESTA DI RETTIFICA AI SENSI DELLA LEGGE SULLA STAMPA

Ai sensi dell'articolo 8 della legge sulla stampa, in qualita' di segretario dell'associazione PeaceLink, chiedo la pubblicazione di una rettifica in merito all'articolo apparso sul numero del 21 ottobre del quotidiano da lei diretto, un articolo intitolato "Ambientalista denuncia sito pacifista: via la mia firma dalla lista antiamericana.", a firma "SteZu".

La legge sulla stampa ci concede il diritto di chiedere rettifica nei casi in cui vengano attribuiti "pensieri o affermazioni ritenuti lesivi della dignita' o contrari a verita'". L'associazione PeaceLink e' una associazione nonviolenta, che combatte contro la violenza del linguaggio oltre che contro la violenza delle armi, e pertanto vi comunichiamo che

RITENIAMO LESIVO DELLA NOSTRA DIGNITA', CONTRARIO A VERITA' E DEONTOLOGICAMENTE SCORRETTO DA PARTE VOSTRA IL FATTO DI AVER ACCOSTATO IL NOME DI PEACELINK A MINACCE DI VIOLENZA NEI CONFRONTI DEL DACLON, CHE NESSUNO DEI NOSTRI ASSOCIATI HA MAI PRONUNCIATO, NE' SCRITTO, NE' TANTOMENO PENSATO.

Noi siamo un'associazione nonviolenta e sul nostro sito non sono presenti "appellativi irriferibili" rivolti a Daclon, ne' tantomeno minacce o auspici di morte. Vi invitiamo a verificare questa affermazione consultando le pagine di www.peacelink.it, anche se ci appare davvero strano che non abbiate effettuato questa verifica prima di pubblicare il vostro articolo. Per tutelare la privacy del signor Daclon non abbiamo mai pubblicato nemmeno il suo nome, fino a quando la sua identita' non e' stata rivelata il 3 agosto scorso da un articolo apparso sul quotidiano "Libero". Per evitare problemi con testi dal linguaggio violento inseriti da terzi sulle nostre pagine web, dal FEBBRAIO SCORSO abbiamo inibito la pubblicazione automatica dei commenti da parte delle persone che hanno aderito alla nostra richiesta di solidarieta' per far fronte alle nostre spese legali.

Oltre a questo, va detto che il vostro articolo contiene varie informazioni false, a cominciare dal titolo e dal catenaccio: "via la mia firma dalla lista antiamericana. Il professor Daclon non riesce a farsi cancellare e anzi viene insultato". Non abbiamo mai ricevuto dal Signor Daclon una richiesta di rimozione o di rettifica dei contenuti pubblicati sul nostro sito, ne' tantomeno una lettera di diffida precedente alla citazione in tribunale. Il signor Daclon ci ha richiesto solamente 50 mila euro, ma non ci ha mai invitato a modificare i contenuti della pagina "incriminata", cosa che noi non possiamo fare con una iniziativa unilaterale, in quanto quella pagina e' ormai oggetto di indagine.

Se il signor Daclon, cosi' come ha fatto con Rifondazione Comunista e altri siti che hanno pubblicato il testo "incriminato", ci avesse chiesto la rimozione o la rettifica del testo PRIMA di procedere ad una causa civile, saremmo stati BEN LIETI DI ACCONTENTARLO. Questa possibilita' ci e' stata negata dallo stesso signor Daclon, che prima di procedere la sua azione legale NON CI HA MAI CONTATTATO IN ALCUN MODO, NE' CI HA INVIATO LETTERE DI DIFFIDA.

Contrariamente a quello che appare dal vostro articolo, l'azione legale di Daclon non e' SUCCESSIVA al nostro appello di solidarieta' lanciato in rete, ma e' PRECEDENTE a tutte le iniziative che abbiamo messo in atto per difendere il nostro diritto alla citazione integrale di fonti autorevoli. Questo diritto vogliamo esercitarlo senza dover sborsare decine di migliaia di euro per motivi pretestuosi, ma facendo semplicemente quello che fanno tutti i normali organi di stampa: rettificare o rimuovere contenuti errati su sollecitazione dei diretti interessati. Cosa, ripeto, che non ci e' mai stata richiesta.

La firma di Daclon non "compare" magicamente in calce ad un manifesto, cosi' come riportato nel vostro articolo, ma e' stata PUBBLICATA in calce a quel manifesto dal sito web di un PARTITO NAZIONALE che non ha nessun legame con la nostra associazione. Il testo ci e' sembrato interessante, la fonte autorevole, e uno dei nostri volontari ha deciso di pubblicarlo integralmente. Altri siti che hanno pubblicato la medesima pagina non hanno ricevuto dal signor Daclon una citazione da 50 mila euro, ma solamente una richiesta di rettifica.

Vorremmo capire inoltre come fate a scrivere che Daclon ha lavorato per la Nato "senza percepire compensi". Daclon si e' rivolto a noi con un atto di citazione in cui afferma che "da anni intrattiene rapporti culturali e soprattutto professionali con gli Stati Uniti, con le sue agenzie federali come la NASA, ed e' consulente della NATO per le questioni ambientali". Da quando in qua la Nato si serve di consulenti non retribuiti? L'Alleanza Atlantica annovera anche delle attivita' di volontariato tra le sue varie iniziative?
[Per consentirvi le opportune verifiche, il testo integrale dell'atto di citazione e' disponibile all'indirizzo http://italy.peacelink.org/emergenza/articles/art_33.html ]

Riteniamo infine che il vostro giornale avrebbe potuto adempiere in modo piu' efficace all'obbligo professionale di completezza dell'informazione pubblicando oltre alle dichiarazioni di Daclon anche i messaggi di solidarieta' ricevuti dalla nostra associazione e pubblicati sul nostro sito.

Il missionario comboniano KIZITO SESANA ha dichiarato che "come giornalista - oltre che come missionario - ritengo ingiusta e priva di fondamento questa citazione in giudizio contro PeaceLink; È UNA CAUSA CIVILE NON CONDIVISIBILE PER CHI DIFENDE LA LIBERTÀ DI INFORMAZIONE e che mira a colpire una rete distintasi per le sue attivita' di pace e di solidarieta'".

L'intellettuale liberal ebreo-statunitense NOAM CHOMSKY ci ha scritto che "questa faccenda e' strana. NON RIESCO A CREDERE CHE QUESTA CITAZIONE POSSA ANDARE A BUON FINE, E CREDO CHE SI TRATTI SOLAMENTE DI UNA INTIMIDAZIONE. Mi unisco volentieri alla vostra protesta".

Padre ALEX ZANOTELLI e Padre MICHELE STRAGAPEDE, anche a nome dei missionari Comboniani di Bari e della scuola di Pace "don Tonino Bello" di Molfetta hanno dichiarato che LA RICHIESTA DI RISARCIMENTO DANNI RIVOLTA A PEACELINK E' "PESANTE, INGIUSTA E PRETESTUOSA".

Confido nella correttezza e nella serieta' del vostro giornale per la pubblicazione di queste rettifiche con lo stesso rilievo dell'articolo in questione e "in testa di pagina e collocate nella stessa pagina del giornale che ha riportato la notizia cui si riferiscono", cosi' come previsto dalla legge sulla stampa.

Riassumendo:

1) Non e' vero che abbiamo negato una rettifica a Daclon. Semplicemente non ci e’ stata chiesta.
2) Non e' vero che la nostra associazione istiga alla violenza i visitatori del suo sito.
3) Non e' vero che Daclon fa volontariato per la Nato.
4) Su questa vicenda ci sono anche altre opinioni che voi avete nascosto ai vostri lettori.

Cordiali saluti e buon Lavoro.

Carlo Gubitosa
Segretario Associazione PeaceLink

Note: Il Giornale ha pubblicato questa rettifica in data 1-11-2003.

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