Emergenza2

Consulente Nato chiede i danni: Peacelink a rischio chiusura

50.000 euro di risarcimento chiesti per aver pubblicato un documento uscito su molti altri siti. L'associazione fa appello per potersi difendere
22 dicembre 2002
Gabriella Meroni - Vita

Un consulente della Nato ha chiesto 50.000 euro di danni a Peacelink per aver pubblicato su internet un appello ambientalista già diffuso su altri siti. L'associazione pacifista rischia così di chiudere i battenti. Per ora l'associazione non intende rendere pubblico il nome del personaggio che si è sentito diffamato, ma specifica l'accusa che egli le muove: quella di aver trascritto la sua firma in calce all'appello in questione, come del resto hanno fatto tutti i siti che hanno pubblicato lo stesso testo (ma che non sono stati citati in giudizio). La prima udienza per dirimere la questione è fissata per il 18 febbraio 2003. Prima di allora, e a partire da oggi, Peacelink chiede solidarietà alla società civile e per questo lancia una campagna di sostegno per poter affrontare le spese legali. Di seguito pubblichiamo alcuni stralci di un comunicato dell'associazione e rintracciabile anche in rete (insieme a molti altri dettagli sulla vicenda) al sito http://www.peacelink.it

Comunicato di Peacelink
«La professionalita', l'immagine e la carriera di *** *** risultano fortemente pregiudicati": e' questo il contenuto di un atto di citazione notificato all'Associazione Peacelink con sede a Taranto, una associazione nonviolenta, apartitica e indipendente nata nel 1991 per diffondere, con un lavoro volontario e non retribuito, informazioni sulla pace, l'ambiente e i diritti umani.Senza nessun precedente preavviso, contatto verbale o atto di diffida, l'Associazione PeaceLink ha ricevuto una richiesta di risarcimento danni per un importo di 50.000 euro con un atto di citazione presentato da un consulente Nato per le questioni ambientali. Il motivo? Il 10 febbraio 2000 PeaceLink aveva riprodotto testualmente (con citazione della fonte) il testo completo, compresi i firmatari, di un "Manifesto per un forum ambientalista", pubblicato sul sito web di un partito nazionale, il partito della Rifondazione Comunista. La pubblicazione di questo testo era avvenuta in un messaggio di una mailing list pubblica successivamente riprodotto in una pagina web di PeaceLink. Tra i firmatari di quel "Manifesto" compare anche il nome del consulente Nato che nel novembre 2002 dichiara di non aver sottoscritto quel testo e cita in giudizio l'Associazione PeaceLink, a quasi tre anni di distanza dalla pubblicazione in rete del "Manifesto per un forum ambientalista".

Pubblicare o censurare? La "colpa" di PeaceLink sarebbe quella di aver pubblicato su una pagina web un testo con il relativo corredo di firme, tratto da un altro autorevole sito web di cui veniva diligentemente citato l'indirizzo internet. PeaceLink non interviene nei testi scritti da altri; in assenza di comunicazioni o richieste ufficiali non ne puo' modificare, censurare o rimuovere a piacere il contenuto, sia pure nei soli nomi.
Il consulente Nato si ritiene danneggiato dalla pagina web di PeaceLink nella quale viene riportato testualmente e integralmente il "Manifesto per un forum ambientalista" che contiene il nome del consulente Nato, assieme a quello di altri 68 firmatari.

Per ragioni di tutela della privacy l'Associazione PeaceLink ha concesso l'anonimato a questo collaboratore della Nato, fino all'udienza del 18 febbraio 2003.Quello che si può dire sin d'ora è che il nodo della questione sta nella multiforme carriera del consulente Nato, che si muove sul duplice binario dell'ambientalismo e delle consulenze militari. Nell'atto di citazione rivolto all'Associazione PeaceLink, infatti, egli descrive se stesso come "una personalita' nota tra gli ambientalisti per la sua autorevolezza, rappresentativita' e indipendenza" e contemporaneamente descrive il suo legame con l'Alleanza Atlantica spiegando che "da anni intrattiene rapporti culturali e soprattutto professionali con gli Stati Uniti, con le sue agenzie federali come la NASA, ed e' consulente della NATO per le questioni ambientali figurando tra i partners scientifici della 'Commettee on the Challenges of Modern Society' ed avendo svolto per la NATO medesima missioni e studi".
Nel testo dell'atto di citazione e' spiegato perche' il consulente si senta danneggiato nel ritrovarsi fra i firmatari del "Manifesto per un forum ambientalista": "Tale appello si richiama a gravi e reiterate considerazioni nei confronti di alcune associazioni internazionali, tra cui in particolare la Nato e irragionevoli attacchi contro gli Stati Uniti".

Questo rischia di creare un pericoloso precedente per tutti i siti web. Infatti, se Peacelink dovesse essere condannata ad un cospicuo risarcimento in denaro, tutti i siti web di informazione sociale sarebbero in grave pericolo perché verrebbe imposto un irrealizzabile principio di controllo totale dei testi e un'improbabile verifica di ogni parola, di ogni nome e cognome dei tanti appelli che circolano in rete. Non solo: a rischio sarebbero anche tutti gli utenti di posta elettronica che fanno circolare appelli di altri.

PER LA DIFESA DELLA LIBERTA' DI ESPRESSIONE Peacelink pertanto chiede un gesto di solidarieta' alla societa' civile, alle associazioni, a tutti i giornalisti e gli operatori dell'informazione che per piu' di dieci anni hanno collaborato o tratto beneficio dai servizi gratuiti offerti dall'associazione. Tutte le informazioni sul sito.

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