Costituzione UE: l'intervento della De Zulueta al Senato

Nella sessione di oggi al Senato riprende il dibattito sulla ratifica della Costituzione europea. Europace riporta l'intervento della De Zulueta. La senatrice dei Verdi esprime un SI critico. Due le novità su cui puntare per riaprire il processo costituente: l'articolo I/47 con l'iniziativa legislativa popolare e I/443 per la convocazione di una nuova convenzione da parte del Parlamento europeo.
6 aprile 2005

Tana De Zulueta DE ZULUETA (Verdi-Un). Signor Presidente, onorevoli colleghi, in questo momento, qui fuori dal Senato ci sono dei giovani che stanno volantinando (vedi nota) per richiamare l'attenzione, nostra e magari anche del Paese, sull'importanza del voto di oggi. Per loro questo è un momento storico, non solo perché con il nostro "sì" il Senato concluderà il processo di ratifica italiana, approvando la prima versione della Costituzione comune di cui l'Europa unita si è voluta dotare, ma anche perché al suo interno ci sono già gli strumenti per il suo miglioramento.

Molte aspettative e speranze suscitate dalla Convenzione europea sono state disattese. Le posizioni più avanzate verso una maggiore integrazione europea sono state bloccate da una serie di veti incrociati provenienti da diverse cancellerie europee. Non si è ancora raggiunto l'obiettivo della creazione di una reale unita politica europea, un progetto che fa parte del patrimonio politico di questo Paese.

Comprendo, dunque, le remore di quei movimenti che criticano questo testo come non ancora all'altezza dell'obiettivo della costruzione di una nuova Europa, non ancora sufficiente per avere una vera politica comune in campi essenziali per la vita dei cittadini, come le politiche sociali, la politica estera, o quella fiscale. Una Costituzione non ancora in grado di dare risposte alle nuove esigenze di democrazia partecipativa. Non è nemmeno chiaro se dobbiamo chiamarla Costituzione o trattato, non si sa, insomma, se è maschio o femmina, come direbbe il senatore Amato, anche se, come lui, la ritengo femmina, almeno potenzialmente.

Nonostante queste ed altre manchevolezze, condivido il giudizio dei federalisti europei che hanno scritto quei volantini. Il testo di Costituzione alla nostra attenzione pone le basi, come ha detto il mio collega Johannes Voggenhuber del Gruppo verde al Parlamento europeo, per la prima democrazia sopranazionale della storia, non è poco. Naturalmente, come tutte le democrazie, è imperfetta e migliorabile.

Data l'importanza di questa ratifica mi dispiace costatare il modo frettoloso e distratto in cui è stato impostato questo dibattito, incastrandolo in mezzo ad altri argomenti.

In fondo i cittadini con i volantini stanno facendo quello che il Governo non ha fatto (ma che speriamo cominci a fare): stanno tentando di spiegare la futura Costituzione europea ai cittadini del nostro Paese. A dire il vero, di questo non si sono occupati fin qui nemmeno i partiti. E, per quanto riguarda l'Unione di centro-sinistra questo è anche comprensibile: le nostre energie sono state assorbite dal tentativo di denunciare lo snaturamento della nostra Costituzione - quella italiana - in corso con la legge di modifica costituzionale approvata da quest'Aula.

Ma forse i Governi sono quelli meno indicati per spiegare i punti di forza della Costituzione europea, quelli che pongono le basi per una democrazia europea. In fondo sono stati loro a svuotare la natura potenzialmente costituente della Convenzione, ritornando al buon vecchio metodo intergovenativo per depotenziare il testo che era stato approvato. Si sa che l'obiettivo del Governo inglese era proprio questo: sterilizzare qualsiasi velleità federalista, impedendo, se possibile, all'Unione Europea di funzionare come soggetto politico autonomo rispetto agli Stati. Hanno trovato molte sponde, ma non ci sono riusciti, in fondo.

Ritengo del tutto illusorio, però, credere che un rifiuto possa fornire l'opportunità di redigere una migliore Costituzione. Prima di tutto perché, anche nel campo del economia sociale, non si registra nessun passo indietro rispetto alla situazione attuale, che dopo tutto è quella di Maastricht.

L'articolo 3 della prima parte del testo della Costituzione recita: "L'Unione si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente". Certo, scrivere in Costituzione un valore non ne garantisce l’attuazione (l’articolo 11 della Costituzione italiana non ha impedito di andare in guerra), ma è una buona base e, anche in questo campo, ritengo che vi siano notevoli passi avanti nel testo alla nostra attenzione, in particolare per quanto riguarda le politiche per la pace. Spero infatti che potremo su questo punto metterci d’accordo per valorizzare i passi avanti.

La Costituzione che ci accingiamo ad approvare ha al suo interno gli strumenti per il suo miglioramento: si prevede la possibilità di convocare una nuova Convenzione europea per la sua revisione, anche su richiesta (ed è la prima volta) del Parlamento Europeo, i cui poteri di codecisione - occorre dirlo - sono stati molto ampliati anche in altri settori. Per la prima volta l’articolo 47 della Costituzione prevede la possibilità di un’iniziativa legislativa popolare, attraverso la presentazione di una proposta di legge di fronte agli organi decisionali comunitari. Queste due innovazioni aprono un varco e permettono di avviare quello che sarà un processo, forse anche lungo, ma almeno partecipato.

Ritornare a Nizza, alla necessaria unanimità e alla poca trasparenza delle conferenze diplomatiche non mi sembra auspicabile. Bisogna infatti andare oltre il diritto di veto dei singoli Stati; solo quando gli interessi dei singoli Paesi non potranno confliggere con l’interesse comune l’Europa potrà parlare efficacemente con un’unica voce nel resto del mondo ed essere davvero protagonista di pace.

Da ultimo, signor Presidente, aggiungo che la sfida che si apre davanti a noi dell'Unione di centro-sinistra credo sia anche quella, nel momento stesso in cui ci accingiamo a ratificare questa Costituzione, di iniziare un lavoro partecipato, anche in mezzo alla società, ai movimenti più interessati all’argomento, per il primo emendamento, quello che possa costituire un vero spazio di sicurezza anche sociale nel nostro continente.

Fonte: Senato:
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=hotresaula&id=1&offse
t=558&length=154740&mod=1112784231000&parse=no

Note: - Presidio MFE e dibattito al Senato per Ratifica Costituzione europea
http://italy.peacelink.org/europace/articles/art_10451.html

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