Il Senato approva la Costituzione europea nella seduta del 6 aprile.
L’Italia è il primo dei sei paesi fondatori dell’Unione europea ad aver approvato il Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa. Si tratta di un passaggio importante anche se i media nazionali non hanno dato rilievo all’appuntamento “distratti” dalla comparsa televisiva di Berlusconi a Ballarò e dal funerale del Papa. Non un commento, né un intervista sulla ratifica parlamentare.
Pochi i NO espressi dal Senato alla ratifica del Trattato costituzionale: da una parte la Lega e dall’altra Rifondazione comunista. La prima acerrima nemica della cosiddetta euroburocrazia e la seconda a favore di un’altra Europa. La divisione esiste anche tra coloro che si sono espressi per il SI. Da una parte troviamo i SI conservatori e nazionalisti di Alleanza Nazionale e di Forza Italia e dall’altra i SI critici e federalisti dei Verdi e dei Comunisti Italiani. Come si può vedere la vera linea divisione non è tra chi ha votato NO e chi ha votato SI ma tra coloro che vogliono un’Europa federale e coloro che preferiscono un’Europa confederale dove gli Stati conservano il potere decisionale tramite il veto. Lo stesso Ministro degli Esteri Gianfranco Fini, a dispetto del suo intervento conclusivo del dibattito al Senato sulla ratifica nel quale ha pontificato il comportamento europeista del governo, ha dimostrato nei fatti come il governo abbia portato avanti, coerentemente con l’atteggiamento maggioritario dei partiti che lo compongono, una politica antifederalista. E’ bene ricordare l’emendamento presentato da Fini, a nome del governo italiano, sui primi sedici articoli della Costituzione europea durante i lavori della Convenzione europea nel febbraio 2003. Fini, ha chiesto di eliminare il riferimento all’Europa federale nell’articolo 1 e ogni riferimento alla pace negli articoli 2 e 3. Come già detto tra i NO alla Costituzione europea si registrano quelli degli esponenti di Rifondazione comunista. Che affermano di voler un’Europa diversa, sociale, dei diritti e della pace. Tutti punti condivisibili peccato che affondando questo progetto si ottiene il risultato di bloccare il processo di integrazione europeo per un lungo periodo di tempo.
La ratifica della Costituzione da parte dell’Italia, in qualità di paese fondatore, potrà giocare un ruolo positivo nel referendum francese del 29 maggio. In particolare per ricordare ai cittadini e alle cittadine francesi che il voto referendario avrà un’importanza e una conseguenza europea e mondiale. Dal risultato francese dipenderà il futuro dell’Europa e la possibilità di evolvere verso l’unità politica oppure di tornare sul sentiero della semplice area di libero scambio. Il precedente storico del 1954 con il NO dell’Assemblea francese al progetto della CED deve servire da monito ai cittadini francesi chiamati alle urne. L’appuntamento referendario sulla Costituzione europea non deve essere usato come strumento di conferma o meno di politiche nazionali o di conferma dell’operato del governo.
Se anche in Francia vincerà il SI avremo la possibilità di proseguire nel processo di integrazione politica dell’Europa. Il significato di una vittoria del NO andrebbe oltre la semplice bocciatura del testo di Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa, ed assumerebbe un rifiuto hic et nunc del processo di integrazione iniziato dopo la seconda guerra mondiale. Chi voterà NO, e vuole più Europa, dovrà anche considerare la responsabilità che si assume da un voto del genere. Come diceva Altiero Spinelli L’Europa non cade dal cielo: per questo motivo chi da decenni si impegna per la costruzione degli Stati Uniti d’Europa sostiene la ratifica di questa Costituzione ben sapendo i suoi limiti e che si tratta di un punto di partenza che non chiude il processo costituente. Occorre riaprire da subito il processo con un’azione europea dei movimenti costituenti.
A tal fine l’appuntamento di Genova del 3 e 4 dicembre 2005 per la Convenzione dei Cittadini e delle Cittadine europei consentirà l’aggregazione di reti europee per la costruzione dal basso dell’altra Europa e per superare i limiti dell’attuale costituzione.
http://www.mfe.it/doc/2005/quaderno_italiano.pdf
La costituzione europea: limiti e prospettive
http://www.mfe.it/dibattitofederalita/quadn9_05.pdf
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