I paesi africani e la riforma dell'ONU
Oggi nel corso della quarta conferenza ministeriale fra l'Unione Africana e l'Unione Europea, il presidente di turno dell'Unione Africana e ministro degli Esteri nigeriano Oluyemi Adeniji ha ribadito che nella futura riforma degli organismi dell'Onu, i paesi africani devono ottenere due seggi permanenti al Consiglio di Sicurezza, nel frattempo la riforma dell'Onu deve integrare il problema della sicurezza e quello dello sviluppo. La suddetta affermazione di Adenigi esprime l'aspirazione dei paesi africani di partecipare agli affari internazionali e di ricercare il proprio sviluppo.
Il continente africano, dalla lunga storia ed una delle culle della civiltà umana, comprende attualmente 53 paesi. Negli ultimi anni, di pari passo con la loro successiva liberazione dal dominio coloniale e realizzazione dell'autonomia e indipendenza, la loro speranza e richiesta di partecipare agli affari internazionali e di svolgere un maggiore ruolo sulla scena mondiale si sono fatte sempre più forti. Tuttavia fra i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, non figura nessun paese africano. Perciò dopo che è stato avanzato il piano di riforma dell'Onu, nel febbraio scorso la conferenza dei ministri degli Esteri di 15 paesi africani ha raggiunto un accordo, decidendo di impegnarsi per cercare di ottenere due seggi permanenti al Consiglio di sicurezza, in modo da permettere all'Africa di svolgere un ruolo maggiore nella partecipazione agli affari globali. La suddetta richiesta avanzata dai paesi africani è appoggiata da alcuni paesi, fra cui la Cina. Il portavoce del Ministero degli Esteri Liu Jianchao ha rilevato che senza la stabilità e la prosperità africane, non sono possibili la pace e lo sviluppo mondiali. La Cina appoggia lo svolgimento da parte dei paesi africani di un maggiore ruolo nei vari organismi dell'Onu, ivi compreso il Consiglio di Sicurezza.
Nel mondo attuale l'economia si sta rapidamente sviluppando, con un sempre maggiore divario fra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo. Alcuni paesi africani affrontano addirittura il pericolo della marginalizzazione, quindi attualmente lo sviluppo è il più urgente problema per questi paesi. Tuttavia lo sviluppo africano ha di fronte numerose difficoltà e condizioni sfavorevoli come guerre e conflitti, il pesante fardello di debiti e le calamità naturali, mentre l' irragionevole vecchio ordine economico internazionale limita ad un certo livello lo sviluppo dell'economia africana. Quindi per realizzare lo sviluppo sostenibile dell'Africa, si rendono necessari sia l'impegno autonomo dei paesi africani che le iniziative concrete della comunità internazionale, in particolare dei paesi avanzati occidentali. Tuttavia negli ultimi anni, di pari passo con i nuovi cambimenti del quadro internazionale, il problema della sicurezza è diventato il centro dell'attenzione dei paesi occidentali. Addirittura alcuni paesi hanno avanzato la proposta che la riforma dell'Onu debba far perno sul problema della sicurezza. In tale situazione, il ministro degli Esteri nigeriano Adeniji ha lanciato un appello, sottolineando che la riforma dell'Onu deve prestare la stessa attenzione ai problemi della sicurezza e dello sviluppo. Questo non solo rappresenta la posizione dell'Unione Africana, ma riflette anche le aspirazioni di molti paesi in via di sviluppo.
Occorre dire che la riforma dell'Onu offre l'occasione ai paesi africani di ricercare lo sviluppo e la partecipazione agli affari internazionali. Come l'organizzazione internazionale più autorevole, l'Onu deve prestare la dovuta attenzione alle richieste dei paesi africani, permettendo all'antico continente africano di realizzare al più presto la sua rinascita. Solo così la riforma dell'Onu potrà essere applicata con successo e l' autorevolezza dell'organismo ulteriormente rafforzata.
Unione Africana:
http://www.africa-union.org/
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