UE, BULGARIA, ROMANIA

I Parlamentari Europei approvano l'entrata in Europa di Bulgaria e Romania

Il Parlamento Europeo, mercoledi 13 aprile, ha votato in maggioranza schiacciante a favore dell'accesso nella UE di Bulgaria e Romania nel 2007.
18 aprile 2005
Elitsa Vucheva
Fonte: CET - EuObserver - 13 aprile 2005

Il Parlamento Europeo ha rimosso l'ultimo ostacolo prima che Bulgaria e Romania entrino a far parte della UE. Il voto di mercoledi era l'ultimo ostacolo cui si trovavano di fronte i due paesi, prima della loro firma ai trattati per l'accesso nella UE il 25 aprile, a Lussemburgo. Seguirà, il 1 gennaio 2007, la piena appartenenza alla Comunità.

Anche se il ruolo del Parlamento, di norma, dovrebbe limitarsi a questo, la Commissione ha raggiunto un accordo con i Parlamentari Europei per far sì che il parlamento sia coinvolto nella fase di monitoraggio che seguirà alla firma dei due trattati.

Tale operazione potrebbe dare il via alla cosiddetta clausola di salvaguardia, la quale può far slittare di un anno l'accesso effettivo nella Unione Europea a tutti quei paesi che non attuino delle riforme - chiave - che si sono impegnati a portare a termine.

"La Commissione Europea prenderà in seria considerazione le istanze del Parlamento Europeo prima di prendere qualsiasi decisione" - ha dichiarato il Commissario per l'Allargamento della UE, Mr. Olli Rehn, martedi scorso.

C'è ancora del lavoro da fare

I membri del Parlamento europeo, ai quali si è unito il Commissario Rehn, hanno segnalato il fatto che il voto di mercoledi e la firma dei trattati non costituiscono il punto d'arrivo nel processo di riforma.
"Se Romania e Bulgaria si dimostrassero impreparate per entrare pienamente a far parte dell'Europa, non esiterò a richiedere l'attuazione della clausola di salvaguardia" - ha avvisato Rehn.

Il relatore al Parlamento per la Bulgaria, Geoffrey Van Orden (EPP - ED), ha ammesso che il paese necessita a tutt'oggi di un ammodernamento del sistema giudiziario e poliziesco e, aggiunge, di un'integrazione nella società civile della comunità rom.

La sua controparte per la Romania, Pierre Moscovici (PES), ha indicato che esistono difficoltà sul fronte del crimine organizzato, della corruzione e per quel che riguarda i controlli alla frontiera. Inoltre, urgono misure adeguate per le minoranze etniche e per l'ambiente.

Il Commissario Rehn ha insistito sul fatto che la clausola di salvaguardia potrebbe riguardare proprio questi punti critici. Nonostante ciò, alcuni Parlamentari Europei hanno anche manifestato il timore che un voto del genere, precedente l'accesso effettivo dei 2 paesi nell'Unione di ben 20 mesi, potrebbe limitare troppo il diritto decisionale del Parlamento Europeo.

"Sarebbe stato meglio ritardare il voto di oggi, piuttosto che ricorrere, un anno dopo, alla clausola di salvaguardia nel caso che i due Paesi non si dimostrino pronti per l'accesso alla UE" - ha affermato l'europarlamentare verde Daniel Cohn - Bendit.

Ostaggi

Intanto, un conflitto istituzionale sorto a proposito di problemi tecnici per i fondi dell'allargamento della UE ha minacciato di tenere Bulgaria e Romania sotto ostaggio.

Martedi 12 aprile, il Parlamento ha criticato duramente la mancanza di collaborazione del Consiglio a proposito della Dichiarazione Congiunta: in tale occasione il Consiglio ha stabilito la copertura finanziaria per i primi anni dell'allargamento della UE senza consultare gli europarlamentari.

Per questo motivo, alcuni gruppi, tra i quali i Verdi e i Cristiano Democratici, hanno dichiarato di voler far slittare il voto di mercoledi per protesta contro la violazione dei loro diritti finanziari e legislativi, ma gli Stati membri hanno raggiunto un accordo poco prima di quella data.

I membri del Parlamento Europeo votano per l'accesso di Romania e Bulgaria.

Cohn - Bendit : " Questo voto è prematuro".

Il gruppo europarlamentare dei Verdi/EFA ha annunciato oggi il suo forte sostegno a Romania e Bulgaria per la loro entrata in Europa. Tuttavia, una parte del gruppo si è astenuta dall'esprimere ufficialmente il proprio consenso, dopo che la richiesta di rimandare la votazione è stata respinta dal Parlamento. Tale richiesta è posta in relazione al fatto che, per i precedenti allargamenti dell'Unione, il Parlamento ha votato con un anticipo massimo di 8 mesi, mentre in questo caso il voto arriva ben 20 mesi prima dell'effettiva entrata di Romania e Bulgaria in Europa, prevista per il 2007.

Daniel Cohn - Bendit, co-presidente del gruppo dei Verdi/EFA, ha espresso la sua preoccupazione in merito, sostenendo che, dando l'approvazione con 20 mesi di anticipo, il Parlamento si legherà le mani da solo.
"Sarebbe stato meglio ritardare il voto di oggi, piuttosto che ricorrere, un anno dopo, alla clausola di salvaguardia nel caso che i due Paesi non si dimostrino pronti per l'accesso alla UE.
Abbiamo votato favorevolmente per l'inchiesta nazionale sulla Romania, ma la maggioranza del nostro gruppo si è astenuta da fare altrettanto per la Bulgaria. Ciò è dovuto al rifiuto, da parte del Paese, di apportare alcune modifiche correttive ad impianti nucleari molto pericolosi siti a Kozloduy e a Belene.

Noi appoggiamo con forza le riforme introdotte in Romania dal nuovo governo di Traian Basescu in soli 4 mesi e speriamo che questo paese si porti all'altezza della sfida europea.
Nonostante ciò, esistono comunque grosse difficoltà nei campi della corruzione, dell'indipendenza giuridica, nonché della libertà di stampa: riteniamo, pertanto, che fosse affrettato prendere adesso una decisione così piena di conseguenze.

Infine, accogliamo con soddisfazione il fatto che il Consiglio abbia riconosciuto il ruolo economico di cui dispone legittimamente il Parlamento Europeo, a proposito dei finanziamenti a Romania e Bulgaria. Riteniamo che questo cambio repentino d'idea sia dovuto, in primo luogo, alla minaccia di far slittare il voto".

Note: Traduzione di Roberta Casillo per www.peacelink.it
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