Una campagna europea che parla di tutto meno dei cittadini e di Europa!
Certo ci possiamo tutti rammaricare che il dibattito sulla costituzione europea sia limitato alla Francia. Ci possiamo rammaricare di non aver altrove in Europa la stessa intensità di dibattito, la stessa animosità e lo stesso interesse dei cittadini.
Tuttavia, per chi vive la campagna quotidianamente, e milita a favore dell’Europa da qualche anno, questa campagna referendaria lascerà un amaro in bocca. Certo si è parlato di Europa, ma la Francia si è sopratutto divisa sull’Europa, e divisa secondo criteri che non sono assolutamente legati alle questioni in ballo.
Lasciamo da parte i ‘souverainistes’, quelli che non nascondono la loro radice nazionalista o rivendicano un gollismo, di sinistra come di destra, all’antica. Con loro è sempre stato difficile parlare d’Europa, esiste una linea di divisione che non potremmo mai ridurre tra i nazionalisti e i federalisti. Allora, come sempre quando si parla d’Europa in Francia con loro, si è dibattutto sul terreno ideologico. La scontro è stato leale e fondato su argomentazioni classiche negli ambienti europei, da una parte come dall’altra. Una ripetizione del dibattito di Maastricht, solo che questa volta, gli europeisti erano molto piu numerosi e molto piu convincenti.
Ma quelli che hanno fatto piu male ai sostenitori del SI, e quelli che hanno lasciato molti osservatori nazionali o internazionali sbalorditi sono i sostenitori di un NO per un Europa più sociale e più democratica. Insomma, quelli che hanno alimentato il mito che dicendo no, si potrebbe, domani, quasi immediatamente, rinegoziare una Costituzione più democratica e più sociale. Questi pseudo-sostenitori dell’Europa hanno dunque proceduto ad una critica meticolosa ed analitica del Trattato, mostrando tutte le derive liberali, tutti i rischi per l’economia francese e i servizi pubblici. Hanno però scordato di dire che queste regole che loro denunciavano esistono da decine di anni in Europa e regolano già oggi le materie comunitarizzate. Non certo hanno affermato che queste misure, se erano criticabili dal punto di vista democratico, avevano comunque permesso lo sviluppo di un mercato unico ed integrato, hanno tralasciato il legame tra le regole di liberalizzazione dell’economia e la questione della libertà, di movimento, di circolazione, di scegliere la propria residenza, hanno scordato il fatto che la liberalizzazione di certi servizi, come il trasporto aereo ha permesso a gruppi sociali che prima erano esclusi da questi servizi per motivi economici di poter viaggiare in tutta Europa, hanno volontariamente nascosto il fatto che senza l’intervento dell’Unione l’elettricità, per prendere un esempio concreto, veniva tagliata a 600.000 francesi l’anno, incapaci a pagare, ed oggi, il servizio universale europeo ha limitato questa cifra a 200.000 (sempre troppi, ma tre volte meno). Hanno scordato di dire che i servizi pubblici che oggi funzionano male in Francia sono tutti di competenza nazionale, e l’Unione non li tocca, nè oggi nè domani, hanno infine ignorato il fatto che finalmente, l’Unione, con questa Costituzione dovrà dare una definizione europea dei servizi pubblici, e che su questa definizione si potrà sviluppare un sistema economico protettivo di questi stessi servizi.
Hanno fatto pensare che la Carta dei diritti fondamentali avrebbe reso possibile l’abrogazione della legge sull’aborto, hanno fatto credere che il divieto assoluto della pena di morte era una burla, hanno fatto pensare che la Carta dava agli imprenditori la possibilità di chiudere un azienda senza preavviso.
Hanno poi considerato che tutto il processo non era democratico, non sottolineando il fatto che la Convenzione che ha redatto il testo è sicuramente più legittima della riunione dei capi di Stato e di governo, hanno affermato che dicendo no si potrebbe chiedere una Costituente, mentre l’unico risultato sicuro del No è che il potere ritorna nelle mani di Chirac e dei capi di Stato e di governo, hanno fatto credere che questi dirigenti europei, incapaci di risolvere il problema democratico e che hanno accettato il metodo convenzionale solo perché avevano le spalle al muro, accetteranno domani, sulle indicazioni del voto francese di convocare una grande Costituente popolare. Hanno alimentato miti.
E queste menzogne, questo populismo dovrebbe essere la base di una nuova Europa? Sulla base di queste denunce e queste accuse, infondate, pericolose, dovremmo domani costruire un Europa di pace e tolleranza ?
Se il dibattito in Francia è servito a qualcosa è forse proprio a questo: ha dimostrato, a chi guarda l’Europa come la possibilità di un avvenire migliore, che coloro che la criticano senza un minimo di onestà, di distinguo e di coerenza, hanno una visione assai distorta della democrazia, una visione che certo non è compatibile con l’idea di Libertà e di Pace che ha sempre guidato, oggi come ieri, coloro che hanno costruito con pazienza e determinazione l’Europa di oggi, che sicuramente ha molti difetti, ma non quello di esistere.
Infine, oggi è arrivata anche una bella notizia: Emmaus, l’associazione cinquantenaria dell’Abbé Pierre, che da anni si occupa dei senza tetti, ha deciso di pubblicare il suo sondaggio, il sondaggio dei senza tetti, e con esso il proprio messaggio per il voto di domenica: dite SI, ve lo chiedono i più poveri, i più bisognosi ed i loro Compagni, che vogliono un’Europa di pace e tolleranza.
Allora è smascherato l’ultimo mito dei falsi sostenitori di un’altra Europa, loro non rappresentano un voto popolare, il popolo a cui fanno così spesso riferimento non è proprietà loro, e le sue idee ancor meno. Perché il ragazzo della “cité” (abitazione sociale) vicino casa mia, la settimana prossima prende la tanto odiata Ryan Air e va a Stoccolma invece di rimanere chiuso nella sua “cité”, nella sua città, nel suo paese che davvero gli sembra troppo stretto. E sopratutto, scappa, e non deve sentire le sirene comuniste o populistiche. Questa è Libertà, questa è futuro, questa è Europa.
http://www.yes-campaign.net
- Ensemble pour le oui
http://www.ensemblepourleoui.fr
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