Perché non sono favorevole a questa Costituzione Europea

Europace pubblica la risposta di Paolo Prieri all'articolo di Giuseppe Bronzini sul referendum francese pubblicato su Liberazione.
26 maggio 2005
Paolo Prieri (Attac Italia)

Caro Direttore,

Giuseppe Bronzini venerdì 20 maggio ha avuto ampio spazio sul tuo giornale (pag. 11 "Perché sono favorevole a la Costutzione europea") per esporre la sua autorevole opinione. Autorevole anche perché egli E' uno specialista di diritto e si muove con agilità all' interno di questi labirinti.

Io credo tuttavia che il dibattito sulla ratifica al TCE, occasione persa in Italia a causa della congiura del silenzio imposta alle italiane e agli italiani, avrebbe potuto essere un dibattito prevalentemente politico.

Gli argomenti a favore del NO - a sinistra - sono quelli che servono a costruire un'altra Europa, quella sociale e dei diritti. Una costruzione difficile e lunga. Ma certamente necessaria, anzi indispensabile, la base di un nuovo internazionalismo.

Vorrei dare risposte ad alcuni passaggi della sua lunga dissertazione,
iniziando proprio dalla questione più importante: il diritto costituzionale
come diritto delle possibilità.

Innanzitutto dovremmo metterci d'accordo su di un punto: siamo veramente di
fronte ad una Costituzione ? Essa E' stata scritta e quindi presentata ai
cittadini e alle cittadine d' Europa senza il passaggio essenziale,
l'elezione da parte del popolo dell'Assemblea costituente che avrebbe dovuto scriverla. Non pare quindi trattarsi di una Costituzione, ma di una forma minore presentata come tale.

Bronzini ci parla di "diritto delle possibilità" e di "virtualità inespresse" contenute nei testi costituzionali e di "rivoluzioni costituzionali": bene, facciamole subito queste "rivoluzioni, votiamo NO, facciamo anche noi azioni preventive !

I giuristi capaci sono coloro i quali sanno sintetizzare i pensieri e immaginare il futuro, non E' utile scrivere un manuale di centinaia di pagine e articoli spesso confusi e contradditori.

Bronzini afferma che "sarebbe senz'altro più produttivo, soprattutto per la
sinistra radicale, rivendicare con forza che il processo di costituzionalizzazione si mantenga aperto e dinamico". Vorrei ricordare che
le modifiche a questo TCE sono lo scoglio maggiore, esse sono possibili
solo con la unanimità degli Stati membri (Art. IV-448).

Mi chiedo anche come può immaginare Bronzini che "non E' poi così difficile
cercare di ridimensionare le parti del Trattato più negative e valorizzarne
gli aspetti garantistici" ? Egli pensa che si tratti solo di operazioni di
interpretazione, si usano le prime parti (più progressive) e si dimenticano le altre. Ma chi farà e come questa operazione ? Attendo una risposta.

Non E' proficuo avere "attaccamenti ossessivi" al testo, va bene, ma io credo che invece saranno i poteri forti ad averli in futuro nel momento della applicazione del TCE.

Bronzini giudica questo testo anomalo e complesso (siamo d'accodo !), ci
permetta almeno di conoscerlo a fondo senza ossessioni, così come egli
certamente fa nel suo lavoro di magistrato (conoscere per giudicare).

Nella terza parte del suo articolo Bronzini entra nel dibattito
antineoliberista e afferma che le scelte liberiste sono "più suggestive che
vere" . E cita la prima parte di questa Costituzione a conferma di questa
tesi. Bene, desidero subito entrare nel vivo della prima parte per smentirlo. L'art. I-3 Obiettivi dell'Unione, al comma 2 afferma che "L'Unione offre ai suoi cittadini … un mercato interno nel quale la concorrenza E' libera e non E' falsata." Non mi sembra una suggestione, E' una indicazione economica, pensiamo cosa sarebbe successo se trovassimo che "L'Unione offre ai suoi cittadini un'economia pianificata e riserva allo Stato la proprietà dei mezzi di produzione …

Per quanto riguarda la partecipazione dei cittadini e delle cittadine (il
milione di firme), esse servono, lo dice l'art. I-47 "ad invitare la
Commissione a presentare una proposta appropriata su materie in merito alle
quali tali cittadini ritengono necessario un atto giuridico dell'Unione ai fini dell'attuazione della Costituzione". Non si tratta quindi di democrazia dal basso, ma di un semplice lavoro di segreteria dei cittadini nei confronti della Commissione, ricordati che devi fare questo e quello, ecc.. Null'altro. I testi vanno letti senza ossessione naturalmente.

Bronzini afferma "il carattere potenzialmente rivoluzionario per gli assetti di potere consolidato" della piena validità giuridica della Carta di Nizza (trascritta integralmente nel titolo II della Parte I). Sarà così, non ho argomenti , vorrei però citare senza ossessioni che questa Carta di Nizza contiene nell'articolo II.88 un principio che sancisce il diritto alla serrata. ( Diritto di negoziazione e di azioni collettive - I lavoratori e i datori di lavoro … hanno … il diritto di negoziare e di concludere contratti …. e di ricorrere, in caso di conflitti di interessi, ad azioni collettive per la difesa dei loro interessi, compreso lo sciopero.)

Bronzini prosegue la sua parabola intellettuale riavvicinandosi alle tesi degli alter-europeisti ai quali mi iscrivo. Afferma infatti che la "terza parte vedrebbe una sorta di costituzionalizzazione del mercato e della concorrenza, sacralizzando così il liberismo dei precedenti Trattati. Siamo d'accordissimo, E' proprio così (ma anche la parte prima lo sacralizza, come abbiamo visto all'articolo 1-3, comma 2).

E prosegue affermando che "la sclassificazione di questa terza parte E'
necessaria e dovrà essere il primo terreno di riforme e modifica del Trattato. Qui siamo di fronte ad un passaggio - mi permetta - ingenuo. La modifica del TCE E' possibile solo all'unanimità, vorrei che Bronzini spiegasse come pensa di modificare la Costituzione in modo diverso.

Al termine del suo articolo, sconfessando parti precedenti del suo ragionamento, Bronzini ricorda che il "ritornello" sulla "Carta liberista" rischia di essere una profezia che si auto avvera, una smobilitazione aprioristica dello spazio politico europeo.

E' il neoliberismo - prima strisciante e oggi galoppante - che ha scritto il TCE e che ora smobilita lo spazio politico (e aggiungo anche democratico) e impone le regole economiche come dogmi.

Per concludere, vorrei invitare Bronzini non tanto ad una rilettura meno
affrettata del TCE ma soprattutto a coltivare la fiducia che la vittoria del NO il 29 maggio potrà innescare un processo- certo difficile - di ricostruzione dell'Europa, di quell'altra Europa che sono certo che anche Bronzini sogna.

Grazie dell'ascolto e un cordiale saluto altermondialista.
Paolo Prieri
Attac Italia

Note: Perchè sono favorevole alla Costituzione europea
di Giuseppe Bronzini
Fonte: Liberazione - 20 maggio 2005

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