Referendum Francia. MFE: L'Europa al bivio un governo federale europeo o la decadenza nazionale
L'EUROPA AL BIVIO UN GOVERNO FEDERALE EUROPEO O LA DECADENZA NAZIONALE
I francesi hanno detto No non solo alla Costituzione europea, ma ad una classe politica che ha sempre concepito l'Europa come un mezzo per conservare meglio il potere nazionale. Questa classe politica ha voluto una Costituzione a mezza strada tra un'Europa federale e un'Europa intergovernativa; ha voluto una Costituzione senza un governo europeo capace di rispondere con politiche adeguate alle attese dei cittadini; ha voluto ratificare la Costituzione europea con procedure nazionali e non con un referendum europeo, che avrebbe evitato lo scatenamento delle lotte intestine tra correnti di partito e tra partiti per la conquista del potere nazionale. Questa classe politica deve assumersi la responsabilità del fallimento del progetto europeo.
Se l'Europa non avanza, retrocede. In questo momento di smarrimento, si fa largo l'idea che si possa rabberciare l'Europa con qualche pezza intergovernativa, appiccicata qua e là, per non fare affondare la barca. Ma già si levano voci, anche tra le forze di governo di alcuni paesi, per dire che il progetto di Costituzione era prematuro, che era troppo avanzato, che l'Unione monetaria è un vincolo troppo stretto per le politiche nazionali, che lo stato sociale si difende meglio tra le mura nazionali, che occorre ritornare al protezionismo e all'Europa delle piccole patrie, alla cui sicurezza veglierà il governo di Washington. La decadenza dell'Europa comincia con la rassegnazione. Il suo vero nome è egoismo nazionale. E' l'illusione che la ricchezza accumulata e la pace conquistate nel dopoguerra possano durare per l'eternità. Non è così.
Nel 1954, la Francia ha respinto insieme alla CED, il primo progetto di Costituzione europea. Mezzo secolo di grigia integrazione economica è passato prima che si potesse rilanciare un progetto politico di Unione. Oggi, la rassegnazione allo status quo, segnerebbe probabilmente l'inizio della fine della costruzione europea.
Il mondo non aspetta l'Europa. Popoli più coraggiosi e forti, perché uniti politicamente, si stanno affacciando sulla scena della grande politica mondiale, come la Cina e l'India che presto dialogheranno alla pari con gli USA, la Russia e il Giappone. Gli stati nazionali europei, divisi e impotenti, finiranno per perdere insieme alla loro dignità e indipendenza, anche il benessere e la pace.
I federalisti chiedono al Parlamento europeo, a tutte le forze politiche che hanno partecipato alla Convenzione europea, ai governi più consapevoli, in particolare ai Paesi fondatori, di rilanciare subito il processo costituente. L'Europa non può fare a meno della Francia, così come la Francia non può fare a meno dell'Europa. Occorre dare una risposta alla richiesta dei cittadini per un'Europa democratica, pienamente legittimata dalla volontà popolare. Occorre convocare un'Assemblea costituente Europea. Non si costruisce l'Europa democratica e dei cittadini con la diplomazia e i Trattati internazionali. Basta con le Conferenze intergovernative.
L'Assemblea costituente potrà essere eletta direttamente dai cittadini europei, oppure potrà essere formata dai rappresentanti del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali, sul modello della Convenzione. Ciò che importa è che i legittimi rappresentati del popolo europeo ricevano un chiaro mandato, da parte dei paesi che intendono dar vita a un'avanguardia federale, di redigere un nuovo testo di Costituzione europea da sottoporre alla ratifica mediante un referendum europeo. La Costituzione entrerà in vigore con i paesi che la vorranno.
L'Europa è a un bivio. Chi non si assume la responsabilità del rilancio costituente si è già rassegnato alla decadenza nazionale.
MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO
30 maggio 2005
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