EURO MAYDAY 006: il primo maggio dei precari d'Europa in rivolta
Milano MayDay Parade
Porta Ticinese (pzza XXIV maggio) ore 15
La ribellione di studenti e precari francesi contro il CPE è il fatto nuovo della politica europea. Il movimento francese ci mostra che è possibile una vasta mobilitazione contro la precarietà. Con milioni di persone in piazza, la protesta sociale ha scosso le fondamenta stesse del potere dello stato francese. Se l'incendio delle banlieues aveva messo sotto accusa Sarkozy, la rivolta di licei e università contro la precarietà ha fatto arrivare al capolinea Villepin. Un'intera generazione si sta ribellando alla precarietà, perché è la questione sociale decisiva nell'Europa di oggi. La questione precaria è il vero discrimine fra una politica di destra e una politica di sinistra.
Il 14 aprile, una conferenza stampa congiunta seguita da una serie di azioni nel centro nevralgico dell'eurocrazia a Bruxelles ha lanciato l'EURO MAYDAY 006 in venti città europee. La rete mayday transeuropea si propone di estendere a livello continentale i conflitti contro la precarietà esplosi in Francia. Esige la fine della persecuzione degli immigrati in Europa e alle sue porte e la chiusura immediata dei disumani centri di detenzione per sans papiers. Chiede l'immediata adozione della direttiva europea sul lavoro a tempo determinato che giace bloccata da tre anni e che Blair e Barroso vorrebbero gettare nel dimenticatoio per sempre. La direttiva garantisce diritti sociali essenziali ai lavoratori a tempo determinato, assicurando le stesse protezioni finora accordate solo al lavoro a tempo indeterminato.
La rete mayday rivendica nuovi diritti sociali per tutti i precari, nativi o migranti, d'Europa. La rete mayday lotta contro il workfare e ogni soluzione inegualitaria e coercitiva alla crisi del welfare fordista. Con la nostra voglia di lotta e partecipazione, vogliamo gettare le premesse per un nuovo welfare, come precondizione per una società orizzontale e democratica, dove il lavoro flessibile, immateriale, nei servizi e nella cultura non sia più più sottoposto al ricatto della precarietà, all'impossibilità di esprimersi e di vivere.
Nessuno vuole essere condannato allo stesso lavoro a vita. Ma nessuno vuole passare la giornata a fare l'equilibrista precario o la contorsionista della flessibilità. Siamo sfufi di dover fare giocolieri fra pagamenti a 90 giorni e datori di lavoro sempre più vampirizzanti. Esigiamo uguaglianza sociale per tutte e tutti e tutele che ci permettano di scegliere in quanto donne e uomini liberi, senza imposizioni e discriminazioni. Vogliamo recidere il nesso tra reddito e occupazione e tra welfare e cittadinanza, come precondizioni per
sviluppare una democrazia radicale, libertaria ed egualitaria, nell'era della globalizzazione della guerra.
DALLA RIVOLTA FRANCESE AL CONFLITTO DIFFUSO
La precarietà in Italia è stata diffusa dal pacchetto Treu e si è inasprita con la legge Biagi-Maroni. Il primo passo per affrontare la questione precaria è esigere la fine della legge 30 alias Biagi-Maroni. La legge 30 è il nostro CPE. Se i francesi sono riusciti ad ottenere l'abrogazione del Contratto Precarietà Esclusione, anche noi possiamo ottenere la cancellazione della legge che è diventata il manifesto ideologico della flessibilità coatta. La mayday è una tappa decisiva della mobilitazione della società italiana, oltre che europea, contro la precarietà.
Il 1° maggio, finalmenti liberi da mr b, rivendichiamo nella mayday parade diritti sindacali, maternità pagata, continuità di reddito x tutte/i.
Con la mayday lottiamo per nuovi diritti sociali, per una politica abitativa vera e il libero accesso a mobilità e conoscenza, ma soprattutto ci battiamo per il diritto a un nuovo sindacalismo, sociale, diffuso ed autorganizzato, capace di confliggere intelligentemente e radicalmente contro le minacce della precarietà: crediamo profondamente nella civiltà del conflitto, nella sua capacità di rigenerazione e innovazione, soprattutto in una società gerontocratica e stagnante come quella italiana.
Milano è la capitale italiana delle precarietà. Qui almeno due assunzioni su tre avvengono oggi con contratti precari. Nella metropoli milanese, nei suoi confini più ampi, transregionali, l'unica cosa a tempo indeterminato è la precarietà. E' questa la condizione che spiega la crescente povertà urbana di donne single con figli e giovani famiglie in generale. Sono almeno mezzo milione i precari che ogni giorno fanno Milano ricca. Se riuscissimo a unirci tutte e tutti saremmo un blocco sociale temibile. Diamoci da fare. Organizziamo
manifestazioni, scioperi, presidi, picchetti. Blocchiamo la città che sfrutta la precarietà.
Per concludere, chiediamo la liberazione delle sorelle e dei compagni ancora incarcerati per gli scontri dell'11 marzo. Sono in prigione per aver cercato di impedire una manifestazione neofascista e neonazista che ha offeso la memoria storica di Milano. Vogliamo che anche loro partecipino alla mayday e alla primavera dei precari e delle cognitarie d'Europa. Esprimiamo anche solidarietà ai compagni bolognesi e a tutti gli attivisti cui vengono addebitati reati abnormi, grazie a un'inspiegabile applicazione liberticida del codice Rocco d'era fascista e del peggio della legislazione emergenziale di
trent'anni fa. Amnistia e indulto per chiunque sia sotto processo per conflitti sociali!
MAYDAY! MAYDAY!
Milano e l'Italia si ribellano contro la precarietà
http://www.euromayday.org
Gli audio della conferenza stampa EuroMayDay006 che si è tenuta davanti a Palazzo Marino.
http://radiohacktive.no-ip.org/index.php?option=com_remository&Itemid=0&func=selectfolder&cat=60
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