FSE Atene: la carta dei nostri principi per un'altra Europa

Il primo seminario sulla Carta ha presentato il processo di scrittura collettivo e ha evidenziato i punti di accordo e i punti controversi.
4 maggio 2006

forum sociale europeo Il forum sociale europeo e i movimenti che ne fanno parte stanno scrivendo collettivamente una Carta dei principi costitutivi di un'altra Europa. Il processo e' gia' iniziato da tempo e ha visto nell'Assemblea di Firenze dello scorso novembre una prima tappa importante. Il processo di scrittura collettiva della Carta non si esaurira' ad Atene ma continuera' anche nei prossimi mesi.

Stamane durante il primo dei seminari sulla Carta dei Principi che si e' tenuto nella Sala E204 Franco Russo ha presentato gli obiettivi della Carta e successivamente altri interventi tra i quali Raffaella Bolini, Alessandra Mecozzi, Annick Coupe, Simo Endre, Angela Klein, Piero Bernocchi, Antonis Manitakis, Anna Glinchkova hanno evidenziato i molti punti di convergenza ed anche i punti controversi.

Tra questi ultimi la Bolini dell'Arci ha sottolineato quelli sulle istituzioni internazionali e quello sul terrorismo, la guerra e il diritto di resistenza. Per quanto riguarda le istituzioni internazionali, all'interno del Forum sociale euuropeo, alcuni pensano che siano necessarie istituzioni sovranazionali democratiche per creare un'alternativa all'unilateralismo dei poteri nazionali ed economici. Alcuni dicono che senza organismi internazionali i piu' deboli soccomberebbero di fronte ai piu' forti. Altri invece credono che le Nazioni Unite siano irriformabili.

Piero Bernocchi, ad esempio, e' tra coloro che sostengono che l'Onu non e' recuperabile, ponendosi in forte contrasto con la rete costituita dalla Tavola della Pace per riformare democraticamente l'Onu.
Per Bernocchi l'alternativa va trovata solo in una cooperazione transnazionale tra i movimenti sociali. Sul processo costituente ha affermato di essere contro l'attuale Costituzione europea e di essere favorevole a uno stato transnazionale europeo solo se puo' garantire gli stessi diritti dello stato italiano. Su questa ultima affermazione bisognerebbe far notare a Bernocchi come lo stato nazionale non sia' piu' in grado di garantire i diritti dei cittadini per il semplice motivo che le forze in gioco (le multinazionali e la potenza americana) sono troppo grandi e superiori a ogni singolo stato, seppur forte economicamente e politicamente, della terra. Per fare un esempio basta pensare al diritto alla pace per il quale milioni di persone hanno manifestato il 15 febbraio 2003 in Europa e in tutto il mondo. Ricorderete che nonostante l'opposizione della Francia e della Germania gli Stati Uniti sono intervenuti militarmente in Iraq.

Riguardo al processo costituente europeo Bernocchi ha evidenziato un altro punto di disaccordo. Una parte vuole rilanciare i principi della Carta in un processo costituente. Altri invece non sono interessate ad avere nessun rapporto con le istituzioni europee e ad una eventuale Costituzione.

Anche sul diritto di resistenza e sul terrorismo esistono punti di vista diversi. Ci si chiede se un diritto di resistenza dei popoli contro l'oppressione sia un diritto assoluto. Oppure ci siano dei limiti: ad esempio, afferma la Bolini, l'esercizio della resistenza non puo' esprimersi con altre violenze od uccisioni di altre persone innocenti. Al contrario Simo Endre, del Forum sociale ungherese, afferma che il terrorismo puo' essere usato come strumento di rivendi cazione per i popoli oppressi.

Durante il seminario e' stata distibuita una bozza della Carta dei nostri principi dell'altra Europa, frutto del lavoro degli ultimi mesi, che verra' discussa ampiamente nei prossimi giorni. I punti controversi saranno sviscerati durante diversi seminari dove si cerchera' di trovare una mediazione. Non sempre sara' possibile in questo caso la Carta restera' abbastanza generica per non scontentare nessuno. Occorre sottolineare che sono assai piu' numerosi i punti sui quali si e' trovato un accordo unanime.

Dopo il primo forum di Firenze e' cominciato un lavoro di costruzione di un'altra Europa. Si tratta di un progetto difficile perche' i movimenti devono confrontarsi in uno spazio pubblico a livello continentale partendo da posizioni e idee politiche differenti.

E' un percorso in salita e di non facile attuazione ma vale la pena provarci per costruire un'alternativa reale in Europa e, soprattutto, nel resto del mondo.


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