Napolitano: "l'Europa è per noi italiani una seconda patria"
Estratto del Messaggio del Presidente della Repubblica Aula della Camera dei Deputati - 15 maggio 2006
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"I diritti inviolabili dell'uomo e il principio di uguaglianza, "senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione", si integrano e completano nella Carta europea - aperta ai nuovi diritti civili e sociali. Essi non possono non riconoscersi a uomini e donne che entrano a far parte, da immigrati, della nostra comunità nazionale contribuendo alla sua prosperità".
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"Nello stesso tempo, nessun ripiegamento entro confini e orizzonti anacronistici. Come già si disse, precorrendo i tempi, all'Assemblea Costituente, l'Europa è per noi italiani una seconda patria. Lo è diventata sempre di più nei quasi cinquant'anni che ci separano da quei Trattati di Roma che portano la firma, per l'Italia, di Antonio Segni e di Gaetano Martino : e il cammino dell'integrazione e costruzione europea cominciò ancor prima, ispirato dalle profetiche intuizioni di Benedetto Croce e di Luigi Einaudi, guidato dall'incontro tra i diversissimi apporti di personalità come Alcide De Gasperi
In effetti non solo si è portata a compimento la più grande impresa di pace del secolo scorso nel cuore dell'Europa, non solo si è realizzato uno straordinario e duraturo avanzamento economico e sociale, civile e culturale nei paesi che si sono via via associati al progetto, ma si sono poste le radici di un irreversibile moto di avvicinamento e integrazione tra i popoli, le realtà produttive, i sistemi monetari, le culture, le società, i cittadini, i giovani delle nazioni europee.
Non potranno arrestare questo processo le difficoltà pur gravi incontrate dall'iter di ratifica del Trattato costituzionale : l'Italia - dopo che il suo governo e il suo Parlamento hanno tra i primi provveduto alla ratifica di quel Trattato - è fortemente interessata e impegnata a creare le condizioni per l'entrata in vigore di un testo di autentica rilevanza costituzionale.
Ci inducono a riflettere ma non potranno fermarci i fenomeni di disincanto e di incertezza indotti nelle opinioni pubbliche da un serio rallentamento della crescita dell'economia e del benessere, da un palese affanno nel far fronte sia alle sfide della competizione globale e del cambiamento di pesi e di equilibri nella realtà mondiale, sia alle stesse prove dell'allargamento dell'Unione. Di certo non esiste dinanzi a queste sfide alcuna alternativa al rilancio della costruzione europea.
La strada maestra per l'Italia resta dunque quella dell'impegno europeistico, come il Presidente Ciampi ha in questi anni appassionatamente indicato. E in ciò egli ha incontrato, io credo, il sentire profondo ormai maturato soprattutto nelle nostre giovani generazioni, il cui animo italiano fa tutt'uno con l'animo europeo, e che non vedono avvenire se non nell'Europa."
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