Napolitano: "l'Europa è per noi italiani una seconda patria"

Dal messaggio alla Camera del nuovo Presidente della Repubblica un monito affinchè l'Italia diventi parte attiva nella costruzione di un'Europa che riprenda il cammino indicato da Alcide De Gasperi, statista lungimirante, e da Altiero Spinelli, paladino del movimento federalista europeo.
15 maggio 2006
Giorgio Napolitano

Estratto del Messaggio del Presidente della Repubblica Aula della Camera dei Deputati - 15 maggio 2006

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"I diritti inviolabili dell'uomo e il principio di uguaglianza, "senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione", si integrano e completano nella Carta europea - aperta ai nuovi diritti civili e sociali. Essi non possono non riconoscersi a uomini e donne che entrano a far parte, da immigrati, della nostra comunità nazionale contribuendo alla sua prosperità".

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"Nello stesso tempo, nessun ripiegamento entro confini e orizzonti anacronistici. Come già si disse, precorrendo i tempi, all'Assemblea Costituente, l'Europa è per noi italiani una seconda patria. Lo è diventata sempre di più nei quasi cinquant'anni che ci separano da quei Trattati di Roma che portano la firma, per l'Italia, di Antonio Segni e di Gaetano Martino : e il cammino dell'integrazione e costruzione europea cominciò ancor prima, ispirato dalle profetiche intuizioni di Benedetto Croce e di Luigi Einaudi, guidato dall'incontro tra i diversissimi apporti di personalità come Alcide De Gasperi Alcide De Gasperi

e Altiero Spinelli, lo statista lungimirante e il paladino del movimento federalista, entrambi né meschinamente realisti né astrattamente utopisti. La crisi che da un anno ha investito l'Unione europea non può in alcun modo oscurare il cammino compiuto e far liquidare il grande progetto della costruzione comunitaria come riflesso di una fase storica, quella del continente diviso in due blocchi contrapposti, conclusasi nel 1989.

In effetti non solo si è portata a compimento la più grande impresa di pace del secolo scorso nel cuore dell'Europa, non solo si è realizzato uno straordinario e duraturo avanzamento economico e sociale, civile e culturale nei paesi che si sono via via associati al progetto, ma si sono poste le radici di un irreversibile moto di avvicinamento e integrazione tra i popoli, le realtà produttive, i sistemi monetari, le culture, le società, i cittadini, i giovani delle nazioni europee. Altiero Spinelli al Parlamento europeo,  14 febbraio 1984

Non potranno arrestare questo processo le difficoltà pur gravi incontrate dall'iter di ratifica del Trattato costituzionale : l'Italia - dopo che il suo governo e il suo Parlamento hanno tra i primi provveduto alla ratifica di quel Trattato - è fortemente interessata e impegnata a creare le condizioni per l'entrata in vigore di un testo di autentica rilevanza costituzionale.

Ci inducono a riflettere ma non potranno fermarci i fenomeni di disincanto e di incertezza indotti nelle opinioni pubbliche da un serio rallentamento della crescita dell'economia e del benessere, da un palese affanno nel far fronte sia alle sfide della competizione globale e del cambiamento di pesi e di equilibri nella realtà mondiale, sia alle stesse prove dell'allargamento dell'Unione. Di certo non esiste dinanzi a queste sfide alcuna alternativa al rilancio della costruzione europea.

Giorgio Napolitano al Parlamento europeo

L'Italia solo come parte attiva della costruzione di un più forte e dinamico soggetto europeo, e l'Europa solo attraverso l'unione delle sue forze e il potenziamento della sua capacità d'azione, potranno giuocare un ruolo effettivo, autonomo, peculiare nell'affermazione di un nuovo ordine internazionale di pace e di giustizia. Un ordine di pace nel quale possa espandersi la democrazia e prevalere la causa dei diritti umani, e insieme assicurarsi un governo dello sviluppo che contribuisca a scongiurare tensioni e rischi di guerra, e ponga un argine all'intollerabile, allarmante aggravarsi delle disuguaglianze a danno dei paesi più poveri, dei popoli colpiti da ogni flagello come quelli del continente africano.

La strada maestra per l'Italia resta dunque quella dell'impegno europeistico, come il Presidente Ciampi ha in questi anni appassionatamente indicato. E in ciò egli ha incontrato, io credo, il sentire profondo ormai maturato soprattutto nelle nostre giovani generazioni, il cui animo italiano fa tutt'uno con l'animo europeo, e che non vedono avvenire se non nell'Europa."

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