"Se vuoi la pace chiedi la federazione europea": lettera aperta al movimento per la pace
Ho letto con molta attenzione l'appello per il 2 giugno "La politica prenda il posto delle armi" e l'appello al nuovo Parlamento per la pace e la difesa dell'articolo 11 della Costituzione (di Zanotelli, Strada, Ciotti, Dell'Olio).
In entrambi è stato fatto riferimento alla Costituzione italiana e, in particolare, al suo articolo 11.
Di questo articolo, di fondamentale importanza per chi ama la pace, viene ripresa solo la prima parte: quella sul ripudio della guerra.
In realtà l'articolo 11, nella sua interezza, prevede che l'Italia, in condizioni di parità con gli altri Stati, debba consentire alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; ed in tal senso promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Questa seconda parte è direttamente legata all'impegno dell'Italia per la pace e la giustizia tramite la costruzione di un sistema internazionale di diritto e di democrazia cosmopoliti superando la divisione politica in stati nazionali sovrani: a partire dall'Unione europea per arrivare fino alle Nazioni Unite.
Chi vuole costruire la pace non può accontentarsi di chiedere al governo italiano il ritiro delle truppe dall'Iraq. E' un passo necessario ma non elimina le vere cause della guerra nel mondo.
La pace è un bene comune dell'umanità intera e non può essere garantita da un sistema internazionale fondato sulla sovranità degli stati nazionali. La divisione dell'Europa in Stati nazionali sovrani è stata la causa delle due guerre mondiali nel secolo appena passato e solo il suo superamento verso una federazione continentale può fornire all'Europa lo strumento politico per garantire la pace e per opporsi agli unilateralismi dei governi e delle multinazionali.
L'esempio di come sia impotente l'attuale Europa 'disunita' di fronte alle tragedie del mondo ci è stato fornito dalla guerra all'Iraq. La decisione unilaterale americana di intervenire nel paese iracheno non è stata bloccata dalle posizioni contrarie di paesi europei importanti come la Francia e la Germania. E neanche dal popolo della pace che ha portato in centinaia di piazze e di strade in Europa e nel mondo milioni di persone a manifestare contro la guerra.
L'Europa unita politicamente non esiste. E non esiste una politica estera europea comune bensì esistono 25 politiche estere nazionali contrapposte che, alla fine, si annullano vicendevolmente lasciando agli Usa il potere di decidere unilateralmente, e male, le sorti dell'intero pianeta. Se si desidera un'Europa incapace di agire per la pace nel mondo basta lasciare le cose come stanno. La via della decadenza europea può anche essere una scelta ponderata. L'importante è esserne consapevoli.
Chi ama veramente la pace deve rilanciare il progetto politico delineato nel "Manifesto per un'Europa libera e unita" da un gruppo di antifascisti in confino nell'isola di Ventotene, nel 1941, come alternativa alle guerre e ai nazionalismi.
Chi vuole la pace chieda la federazione europea.
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