Quali valori per gli italiani nel mondo?
Il Coordinamento Donne Italiane di Francoforte esprime la sua solidarietà alla senatrice Lidia Menapace per la mancata nomina a presidente della Commissione Difesa del Senato, in quello che è stato il primo "ribaltone" ai danni del nuovo governo dell'Unione. Come illustrano eloquentemente i commenti successivi, la sua nomina sarebbe andata a toccare tabù consolidati: una pacifista che parla di difesa in altri termini rispetto a quelli dominanti; una donna che fa politica sottolineando le proprie diversità e portando avanti le proprie istanze in prima persona. A nostro avviso costituisce un grave impoverimento della democrazia in Italia il fatto che concezioni alternative di difesa e di rapporti tra gli stati siano bandite dal discorso politico, solo quelle dominanti - disastrose nei risultati - siano considerati le uniche legittime, e che chi ha della politica visioni differenti debba essere in quanto tale bandita da posizioni istituzionali di rilievo. Per non dire degli insulti che colpiscono con noiosa regolarità le donne che osano in politica profilarsi in maniera autonoma - come quelli propinati dal deputato La Russa, lieto che il voto alla Commissione Difesa abbia "fatto in modo di far tornare nell'oblio questa signora che, se ne avesse, farebbe meglio a occuparsi dei nipotini". Riteniamo proprio il ribaltone che ha coinvolto Menapace e molti dei commenti di contorno (non solo quello di La Russa) esemplarmente indicativi della ristrettezza, dell'immobilismo, dell'esclusivismo e, certamente, dell'arretratezza che da tempo caratterizzano il sistema politico italiano.
Non ci sfugge il fatto che il protagonista del ribaltone e attuale presidente della Commissione Difesa, il senatore Sergio De Gregorio - portatore di un modo di fare politica tutto orientato al vantaggio personale e al mantenimento dell'esistente - abbia o abbia avuto velleità di raccordo con le comunità italiane all'estero. Un altro esempio - se ce ne fosse bisogno - di come l'istituzione della circoscrizione estera sia stata da molti concepita non come un'opportunità di maggiore democrazia e di allargamento dei diritti di cittadinanza, bensì come riserva elettorale e clientelare. Da donne italiane all'estero, ben consapevoli che i problemi dell'emigrazione richiedano invece soluzioni nuove e creative, autocoscienza e partecipazione dal basso, non possiamo che rallegrarci che De Gregorio sia stato frustrato nelle sue ambizioni ministeriali sugli italiani nel mondo, e ci auguriamo che individui come lui ne rimangano sempre lontani.
Articoli correlati
Cari pacifisti, vi spiego perché ho approvato quell’accordo
Lettera dal Senato, su Afghanistan e politica estera30 giugno 2006 - Lidia Menapace
Sociale.network