Violenza contro le donne in Iraq sotto l’occupazione americana.

Denuncia delle violenze a cui vengono sistematicamente sottoposte le donne irachene, con un'attenzione particolare agli abusi subiti dalle detenute irachene ad opera dei soldati americani nelle prigioni di Al-Kadhimiya e Abu-Ghraib.
18 giugno 2006
Sonia Nettnin
Tradotto da per PeaceLink
Fonte: GlobalResearch.ca - 26 marzo 2006

La violenza contro le donne è drammaticamente aumentata dall’occupazione americana nel 2003. Sono state rapite, uccise, stuprate, e persino vendute a paesi stranieri per la rete globale della prostituzione, come riporta the Woman Freedom Organization (WFO), (Organizzazione per la Libertà delle Donne) una ONG con base a Baghdad, in una relazione dei primi di questo mese

“Abbiamo studiato le relazioni delle ONG locali sui diritti delle donne nei tre anni passati, che includevano violenze, rapimenti, prostituzione forzata e delitti d’onore” ha detto il Presidente del WFO Senar Mohammad a Reuters. “ E l’ampiezza della perdita dei diritti da parte delle donne in Iraq è impressionante.”

Secondo lo studio del WFO la tendenza più preoccupante è stata il rapimento delle donne, molte di loro hanno confessato di essere state stuprate o torturate. “Rapire e stuprare donne è diventato così diffuso che ciascuna donna teme di essere la prossima vittima. Pochissime donne sono viste per le strade. “non era come prima della guerra, no! Molte hanno paura di metter piede fuori dalle loro case,” confessa un’anonima donna irachena.

Più di 2000 donne irachene sono state rapite dall’aprile 2003, dice la relazione, aggiungendo che questi misfatti erano pressoché sconosciuti durante il regime di Saddam Hussein. “I soldi sono diventati più importanti della vita, e rapire le donne – bersaglio facile a causa della loro debolezza – è un modo veloce per ottenere un buon riscatto,” dice Mohammad.

Inoltre lo studio dice che parecchie donne irachene sono state vendute come prostitute all’estero, maggiormente ai mercati illegali dello Yemen, Siria, Giordania e Stati del Golfo. Le vittime solitamente scoprono il loro destino solo dopo che sono state adescate fuori dall’Iraq da false speranze.

“Hanno detto alla mia famiglia che ero molto bella e che erano sicuri che sarei diventata una famosa modella fuori dall’Iraq,” ha raccontato una donna che è stata convinta con l’inganno dai trafficanti ad andare in Kuwait. “ Poiché i miei fratelli e mio padre sono morti nel 2003, e avevamo bisogno disperatamente di soldi, mia madre ha acconsentito che io andassi.”

“Ma ho scoperto che era tutto una bugia e sono stata costretta ad avere rapporti sessuali con uomini”, dice dolorosamente. “Ho perso la mia verginità con un uomo di 65 anni che mi ha comprata ad un prezzo molto alto e che ha dormito con me tutti i giorni fino a quando non sono scappata e ho organizzato il mio ritorno in Iraq.”

Abusi sessuali

La relazione solleva anche preoccupazioni sulle condizioni delle detenute attualmente rinchiuse nelle prigioni delle forze di occupazione americane e britanniche, puntando particolarmente sulle prigioni di Al-Kadhimiya e Abu-Ghraib. “Basandoci sulle nostre indagini e su informazioni anonime, abbiamo calcolato che ci sono più di 250 donne sole in queste due prigioni, che sono esposte a diversi tipi di torture, inclusi gli abusi sessuali,” Racconta Mohammad.

Sono stata rapita e violentata,” dice Surra Abdu, che ha trascorso due mesi nella prigione di al-Kadhimiya. “Ma dopo che sono stata rilasciata e ho raccontato il fatto alla polizia, mi hanno interrogata e picchiata ancora di più, sostenendo che ero in combutta con i miei carcerieri.” Abdu aggiunge “È questa la libertà e la sicurezza che ci hanno offerto quando Saddam è stato deposto?”

Il Ministro dell’Interno nega che le detenute fossero regolarmente oggetto di maltrattamenti. “Siamo Musulmani e sappiamo perfettamente come trattare le nostre detenute ha detto il più alto ministro ufficiale Ahmed Youssifin.

Ma il WFO rigetta le affermazioni del governo, insistendo sul fatto che ci sono parecchie prove di abusi sulle donne detenute. “È molto difficile credere che le donne siano trattate bene nelle prigioni in Iraq” dicono. “Molte volte ho visto segni di torture e botte sulle loro facce dopo che sono state rilasciate.”

Alcune foto che le guardie americane hanno scattato ad Abu Ghraib mostrano un militare americano “cha fa sesso con una donna irachena,” secondo Maj Gen Taguba che ha guidato nel 2005 un’indagine sugli abusi a detenute per mano di guardie americane. La relazione della Taguba afferma inoltre che le guardie americane hanno commesso altri misfatti contro le donne irachene per puro intrattenimento. “Una donna di 70 anni è stata imbrigliata e montata come un asino ad Abu Ghraib e in un altro centro di detenzione della coalizione dopo essere stata arrestata lo scorso luglio,” riporta la relazione.

Gli avvocati delle detenute hanno anche raccontato che le guardie americane hanno violentato le detenute e le hanno costrette a spogliarsi nude di fronte agli uomini. Affermano anche che questi crimini sono commessi per tutto l’Iraq. Secondo una donna avvocato irachena, chiamata Swadi, una prigioniera in una base militare americana ad al-Kharkh le ha raccontato di “essere stata violentata….parecchi soldati americani l’ hanno stuprata. Ha cercato di fare loro resistenza e loro l’ hanno ferita alle braccia.”

Ci sono ragioni di credere che questi abusi continuino ancora. Quando Swadi ha cercato di visitare le detenute ad Abu Ghraib le guardie americane si sono rifiutate di lasciarla entrare. Quando se n’è lamentata hanno minacciato di arrestarla.

È ovvio che questi abusi sono terribili. Ciò che addolora è che l’oppressione delle donne irachene non finirà presto. Avrà anche un impatto devastante sulla vita del popolo iracheno – grazie all’invasione degli anglo-americani.

Note: Tradotto da Oriana Cassaro
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