Europa che fare?

L'Europa ritrovi il suo popolo

Una proposta operativa per superare l'impasse costituente. Il Parlamento europeo si costituisca in Assemblea costituente europea con lo scopo di adottare un progetto di Costituzione dell'UE entro il 2009. Peccato nella proposta manchi l'approvazione finale del popolo europeo tramite un referendum paneuropeo.
11 gennaio 2007
Giuseppe Gargani (Presidente Commissione giuridica del Parlamento europeo)
Fonte: Il Sole 24 Ore
- 10 gennaio 2007

Dopo il no alla ratifica di Francia e Olanda alla Costituzione europea fu invocata una "pausa di riflessione" che dovrebbe termina­re con la presidenza di turno della Germania di Angela Merkel. La politica del rinvio non è più giustificabile perché il vecchio schema istituziona­le non può reggere l'urto dell'Unione a 27 Paesi.

Bisogna prendere atto che il bloc­co del Trattato impedisce all'Unio­ne Europea non solo di avanzare nel processo di integrazione, ma anche di esercitare in modo efficace le com­petenze che essa già detiene. Le diffi­coltà che l'Unione sta attraversando in questo momento derivano in lar­ga parte proprio da questo macigno posto sulla strada.

Il dibattito su come rimuovere il macigno è incerto, perché le regole at­tuali non consentono margini di ma­novra e non portano a soluzioni con­crete e praticabili.

Bisogna rimuovere l'ostacolo pun­tando a una vera Costituzione e non ripiegando su "mini Trattati" che non risolvono il problema alla radice; d'al­tra parte bisogna prendere atto che il Trattato di Nizza ha esaurito la sua funzione.

Al vertice europeo del dicembre scorso si è detto che "non si può rifor­mare lo stesso testo che è stato boccia­to, ma non si può nemmeno ripartire da zero, visto che la maggior parte dei Governi vorrebbe se non mantenere il trattato per lo meno salvaguardar­ne al massimo la sostanza".

Vi è la necessità di un'iniziativa po­litica nuova, che sblocchi l'impasse in cui si trova l'Unione Europea e le dia una vera prospettiva costituzionale. Per dare all'Unione una Costituzione bisogna far leva sulla legittimità de­mocratica del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali.

I popoli degli Stati membri dell'Unione, attraverso i loro Parla­menti debbono esercitare il potere costituente che loro appartiene. Dun­que, una proposta concreta e artico­lata in qualche modo condivisa dalla delegazione italiana al Parlamento europeo, che si può offrire al Presidente di turno di questo semestre, è che il Parlamento europeo si costituisca in Assemblea costituente europea con lo scopo di adottare un progetto di Costituzione dell'Unione Europea e con una procedura molto semplice che potrebbe essere così articolata.

La Commissione del Parlamento europeo per gli Affari costituzionali definisce gli obiettivi e le modalità di funzionamento dell'Assemblea. La re­lazione viene votata in Parlamento dopo un dibattito cui partecipano la Commissione e il Consiglio europeo.

Il Parlamento europeo convoca in ogni Paese membro dell'Unione un'assise composta dai deputati europei eletti in quel Paese e da un uguale numero di delegati dei Parla­menti nazionali. Le assise potranno iniziare immediatamente i loro lavo­ri e terminarli a luglio con l'approva­zione di una relazione al Parlamento europeo.

Il Parlamento europeo, nel luglio 2007, dovrà nominare una Commis­sione composta di cento deputati eu­ropei (chiamata la "Commissione dei Cento") che rappresentino propor­zionalmente i Gruppi politici presen­ti in Parlamento con il compito di ela­borare un progetto di Costituzione dell'Unione da sottoporre al voto del Parlamento; il Consiglio e la Commis­sione saranno invitati a partecipare ai lavori della Commissione dei Cento con loro osservatori e i Parlamenti nazionali potranno inviare un osservato­re per ciascuna delle Camere che li compongono.

La Commissione dei Cento utilizze­rà come base di lavoro il testo del Trat­tato che adotta una Costituzione per l'Europa e lo esaminerà tenendo con­to delle conclusioni contenute nelle relazioni delle assise nazionali, e con­cluderà i suoi lavori nel luglio 2008 con l'adozione a maggioranza qualifi­cata di un progetto di Costituzione dell'Unione Europea che sottoporrà al Parlamento europeo.

Il Parlamento europeo a sua volta esaminerà il progetto di Costituzione nel corso di apposite sessioni costi­tuenti a Strasburgo nel secondo seme­stre del 2008 e adotterà il progetto con un voto a maggioranza qualifica­ta, che sarà sottoposto all'approvazione del Parlamento in ogni Paese membro dell'Unione per entrare in vigore se approvato dai due terzi della popolazione dell'Unione.

Questo l'itinerario indicato, che ha l'indubbio vantaggio di creare un vero dibattito costituzionale europeo in tutti gli Stati membri, con un coinvolgimento effettivo delle opinioni pubbliche lungo tutto il corso del proces­so costituente.

Attraverso i loro Parlamenti, i po­poli dell'Unione diventerebbero "po­polo costituzionale" europeo. Non è la prima volta che il Parlamento euro­peo elabora un progetto di Costituzio­ne: lo fece già Altiero Spinelli negli an­ni 80 dichiarando che "questo esclusi­vo diritto politico del Parlamento eu­ropeo, non scritto ma valido perché fondato su una solida consuetudine democratica, deve essere rivendicato con fermezza dal Parlamento contro ogni tentativo di trasferire l'elaborazione a saggi, a diplomatici, a ministri, o ad altri".

È chiaro che la Costituzione do­vrebbe antrare in vigore anche se non approvata da tutti i Paesi membri dell'Unione ma comunque da un numero di Paesi che rappresenti una quota molto ampia della popolazione europea.

Ciò avrebbe l'effetto di togliere il potere di veto e di responsabilizzare i Parlamenti nazionali e i cittadini. Chi non ci sta sa che gli altri andranno co­munque avanti. E una scelta ex ante di partecipare o meno alla nuova Unio­ne, un diritto di recesso esercitato ex ante piuttosto che ex post e che non impedisce, a chi vuole proseguire sul­la strada di una piena integrazione, di farlo comunque.

Il progetto può diventare lo stru­mento con il quale dare seguito alla "Dichiarazione di Berlino" che sarà adottata il 25 marzo 2007 dai Capi di Stato e di Governo in occasione del 50° anniversario del Trattato di Roma.

In conclusione, il risultato impor­tante e fondamentale per l'avvenire
dell'Europa è che il processo costi­tuente completato entro il 2008 con­sente che le elezioni europee del 2009 possano costituire davvero una svolta e una scelta condivisa da tutti i cittadini che vi partecipano.

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