Sull'UE soffia un gelido vento euroscettico

Guido Montani (Presidente del Movimento Federalista Europeo)
Fonte: Rinascita - 24 marzo 2007

L'inutile pausa di riflessione, decretata dai governi dopo il No alla Costituzione europea in Francia e in Olanda, è finita. La presidenza tedesca
dell'Unione si è impegnata a fare proposte di rilancio entro giugno.
Probabilmente, verrà convocata una nuova Conferenza intergovernativa.
Tuttavia, chi vuole un'Unione più democratica e più vicina ai cittadini non
ha ragioni per rallegrarsi. Sull'Europa soffia un gelido vento euroscettico
che frena qualsiasi progresso.

Mentre gli euroscettici applicano una facile strategia di interdizione, gli europeisti non hanno una chiara strategia di rilancio. Una parte delle forze che hanno votato No ai referendum si era opposta ad una Costituzione che non offriva sufficienti garanzie di democraticità, di giustizia sociale e di pace. Questi cittadini hanno implicitamente chiesto più Europa. Tuttavia, le loro aspirazioni stanno per essere tradite. I governi europei si apprestano a fare esattamente il contrario, interpretando il voto francese ed olandese come la richiesta di un'Europa minima, sempre più debole nel governo dell'economia e divisa in politica estera. Prevale l'opinione che il progetto di Costituzione debba essere abbandonato in favore di un Mini-Trattato (o Trattato istituzionale). Il Mini-Trattato consentirebbe di accantonare la Carta dei diritti fondamentali e potrebbe essere ratificato per via parlamentare, senza correre più il rischio di coinvolgere i cittadini europei. Per i governi, la Costituzione va eliminata dal panorama politico europeo. L'infelice termine di Costituzione, in effetti, evoca
troppo direttamente i poteri e i diritti democratici dei cittadini europei.
Suscita eccessive passioni popolari.
Questo orientamento dei governi europei è purtroppo accettato anche dal Parlamento europeo. La Grande coalizione tedesca ha un'influenza diretta sui due maggiori partiti europei, il PPE e il PSE. Quando la sig.ra Merkel, a Strasburgo, ha affermato che il Parlamento europeo sarebbe stato 'informato' del dibattito intergovernativo, solo poche voci si sono fatte sentire per chiedere che il Parlamento europeo venisse 'coinvolto' nell'opera di revisione del Trattato costituzionale. Se il Parlamento europeo, unico legittimo rappresentante dei cittadini europei, rinuncia a far valere i suoi poteri di custode della democrazia europea, che cosa devono fare i cittadini che non intendono lasciare il futuro dell'Europa nelle mani della solita élite intergovernativa?

I federalisti europei, per superare queste difficoltà, hanno lanciato una controffensiva democratica. Il processo di unificazione europea è giunto a una svolta decisiva. Gli euroscettici non hanno ancora vinto. Tuttavia, le forze favorevoli ad un governo europeo efficace nel promuovere la crescita e la coesione sociale, indipendente in politica estera, autorevole nell'affermare un nuovo ordine mondiale di pace, di giustizia e di sviluppo sostenibile, si devono battere per rovesciare la logica che guida la costruzione europea. Sinora l'Europa si è fatta a partire dai vertici. Forse era inevitabile. Ora, il tempo è venuto per dare la parola ai cittadini. 'Decida il popolo europeo', questo è lo slogan con il quale i federalisti, insieme a tutte le organizzazioni della società civile e i partiti politici favorevoli, raccoglieranno un milione di firme per chiedere che, in occasione della prossima elezione europea del 2009, venga organizzato un referendum consultivo sul Trattato costituzionale. I cittadini devono poter dire Sì o No al nuovo progetto
(per firmare: http://www.europeanreferendum.eu).
Il referendum deve essere europeo per evitare che il dibattito venga inquinato
da beghe nazionali e la Costituzione deve entrare in vigore se approvata da una maggioranza di cittadini e di stati dell'Unione. Chi vuole un'Europa fondata sulla sovranità popolare, deve chiedere un referendum europeo.

Note: Il sito della campagna per un referendum europeo sulla costituzione
http://www.europeanreferendum.eu
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