Viva l'Europa!
Ora rientrano tutti a casa potendo sventolare vittoria. Blair esce da campione. Potrà dire di aver vinto sulla Carta dei diritti. In realtà è poco più di una vittoria di carta. Si trasferiscono clausole del trattato nei protocolli e viva la marchesa. Tanto chi lo va a spiegare ai sudditi di sua maestà che protocolli e allegati sono parti integranti del trattato e che le disposizioni ivi contenute prevalgono su quelle del trattato stesso in quanto norme speciali?
I paladini del secondo trattato di Roma, italiani in testa, rientrano soddisfatti di aver eretto una invalicabile linea del Piave, quando l’idea stessa di costituzione l’avevano abbandonata ben prima di raggiungere il
Consiglio. Sulle guide rosse del “non possumus” i polacchi vi hanno scorrazzato in lungo e largo razziando, a mani basse, centinaia di milioni di euro. Non c’è che dire. Il prodigioso allargamento suggellato da Prodi nel maggio 2004 è stato un grande, grandissimo affare.
La costituzione europea è morta. L’idea di integrazione federale è stata accantonata. Si è voluto far credere ai beoti cittadini europei che una bandiera, una fanfara inneggiante e qualche altro simbolo bastassero a costituire uno stato. Ora chi glielo va a spiegare che le dodici stelle gialle contunderanno a sventolare sui palazzi del potere, che il 9 maggio gli studenti continueranno ad essere chiamati a formulare il pensierino sull’Europa, che sulle monete continuerà ad esserci scritto il nome "euro"? In effetti il motto “unita nella diversità” ci mancherà. Riusciremo a sopravvivere?
Bruxelles si svuota. Tutti a casa. Fortuna che le teste d’uovo dei negoziatori della CIG qualcosa di questioni comunitarie ne capiscono sul serio. Tutti a casa e viva l’Europa. E’ incapace di agire, con o senza costituzione, con o senza trattato semplificato, ma "è uguaglio". Viva l’Europa!
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