ll pensiero federalista è necessario per progettare una comunità cosmopolitica. Risposta di Montani a Beck.

Peacelink pubblica la risposta di Guido Montani all'articolo di Ulrich Beck sul Corriere della Sera. Beck afferma che il federalismo non sarebbe necessario per far progredire l'Unione europea e per affermare il cosmopolitismo. Montani replica che il pensiero federalista è necessario per progettare una comunità cosmopolitica formata da popoli che regolano i loro rapporti sulla democrazia, il diritto e la pace. Senza un chiaro progetto politico sovranazionale la politica resta prigioniera del nazionalismo metodologico.
24 febbraio 2008
Guido Montani (Presidente del Movimento Federalista Europeo)

Ulrich Beck, in un articolo sul Corriere della Sera (26/1) e nel suo recente libro con Edgar Grande, L'Europa cosmopolita, difende con solidi argomenti la tesi che l'unificazione europea è un processo politico che sta rivoluzionando il mondo e lo stesso pensiero politico tradizionale, fondato sul nazionalismo metodologico. La nuova epoca, iniziata con l'integrazione europea, si fonda sulla separazione dello Stato dalla nazione ed avvia la fondazione di un sistema mondiale cosmopolitico di Stati, aperti a una concezione della politica fondata sul riconoscimento dell'altro, con cui condividere valori, diritti e doveri.

In questa ampia prospettiva politica, tuttavia, Beck sembra sottovalutare, o male interpretare, il contributo decisivo del pensiero federalista a cui si sono ispirati i padri fondatori delle prime istituzioni comunitarie. Inoltre, a suo avviso, il federalismo non sarebbe necessario per far progredire l'Unione europea e per affermare il cosmopolitismo. "Il punto di vista nazionale, sostiene Beck, vede due - e solo due - modi di leggere la politica e l'integrazione europea contemporanea. O come un federalismo, che porta verso un super-Stato federale, o come un intergovernalismo, che porta verso una federazione di Stati. Entrambi i modelli sono inadeguati". Beck ha certamente ragione nel sostenere che il modello intergovernativo è inadeguato. Lo dimostra l'incapacità dell'Unione europea ad affrontare le grandi sfide internazionali, da quella della pace e della guerra, in particolare nel Mediterraneo, a quella dell'ambiente, che minaccia la sopravvivenza stessa del Pianeta. Ma ha torto a classificare il federalismo entro le categorie del nazionalismo metodologico.

Altiero Spinelli autore del Manifesto di Ventotene E' vero il contrario. Il federalismo moderno è nato nel corso della seconda guerra mondiale, negli ambienti della resistenza al nazi-fascismo, come risposta alla catastrofe provocata dagli stati nazionali sovrani. Il federalismo moderno è un progetto politico il cui obiettivo è il superamento delle divisioni nazionali in Europa, primo passo verso la pace internazionale e la Federazione mondiale. Queste affermazioni si trovano scritte con chiarezza nel Manifesto di Ventotene, del 1941. Il federalismo europeo è sovranazionale e in questo senso si differenzia da quello del passato. Si può, infatti, sostenere che tutte le federazioni esistenti - gli Stati Uniti d'America, il Canada, la Svizzera, ecc. - sono diventate "nazioni", nel senso che l'identità dei loro cittadini si fonda sull'ideologia dello Stato nazionale che identifica Stato e nazione e divide il mondo in due comunità contrapposte, gli amici (i concittadini) e i nemici (gli stranieri).

Al contrario, il federalismo europeo usa il modello di stato federale per costruire un'unione politica sovranazionale. La prima Comunità europea è nata, come è detto esplicitamente nella Dichiarazione Schuman, come "premières assises de la Fédération européenne" e le istituzioni attuali dell'Unione europea si fondano su istituzioni federali, quali il parlamento europeo, la corte di giustizia, la banca centrale europea, il mercato interno, la cittadinanza europea, la Carta dei diritti fondamentali, la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali. E' vero che l'Unione europea agisce ancora sul terreno della politica estera e della sicurezza mediante il metodo intergovernativo. Ma è anche vero che proprio su questo fronte l'Unione europea mostra il suo lato più debole: è disunita, come è accaduto per la guerra in Iraq, e incapace di agire, perché spesso paralizzata dal diritto di veto.

L'Unione è inefficace nei settori in cui manca di democrazia e i cittadini europei non riescono a far sentire la propria voce. Il ricorso al modello federale consentirebbe di superare il deficit democratico europeo. Alexander Hamilton definisce il federalismo (The Federalist, IX) come "l'allargamento dell'orbita" del governo democratico. Le tredici colonie americane sono riuscite a darsi un comune governo federale, rinunciando a parte della loro sovranità sul commercio, la moneta e la politica estera. Lo stato federale non è un super-Stato, un Leviatano che accentra tutti i poteri degli stati membri. La moneta europea ha consentito ad ogni paese europeo di essere più forte nei confronti delle crisi finanziarie e monetarie globali, come si può facilmente comprendere pensando alle sventure che colpirebbero alcune fragili economie nazionali, come quella italiana, se non ci fosse oggi la moneta europea. La creazione di un governo federale europeo non darebbe vita certamente a un gioco a somma zero, come sostiene Beck, ma accrescerebbe il grado di benessere, di sicurezza e di democrazia di tutti i paesi dell'Unione.

In definitiva, l'Europa cosmopolitica, di cui discute Beck, comincia oggi ad essere visibile perché i primi poteri federali, come il mercato interno e la moneta, stanno mostrando al mondo intero che un insieme di popoli nazionali ha escogitato una prima forma di governo sovranazionale, sebbene molto imperfetta. Con l'allargamento a Est, l'Europa ha affermato la pace e la democrazia nell'intero continente. Ora è venuto il momento di affermare la pace e la democrazia all'esterno dell'Europa. Beck ha ragione nel mettere in luce il carattere cosmoplitico del progetto europeo. Ma la sua realizzazione richiede che l'Unione agisca con efficacia sullo scacchiere mondiale. Per questo è necessario un governo federale europeo. E, per restare fedele a se stessa, l'Unione europea deve sviluppare la sua politica estera e della sicurezza su solide istituzioni sovranazionali mondiali, non sui vecchi principi della balance of power. In breve, l'Europa federale può e deve diventare il motore della trasformazione dell'ONU in una unione democratica di stati, che affidano ad istituzioni sovranzionali mondiali la soluzione pacifica delle loro controversie. Questo percorso sarà lungo e tormentato. Tuttavia, il politico che vuole giungere alla meta deve avere una stella polare. Il pensiero federalista è necessario per progettare una comunità cosmopolitica formata da popoli che regolano i loro rapporti sulla democrazia, il diritto e la pace. Senza un chiaro progetto politico sovranazionale la politica resta prigioniera del nazionalismo metodologico.

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