Il PSE candida il PPE Barroso alla presidenza della Commissione europea!
Invitati Martin Schulz, Graham Watson, Piero Fassino, Francois Bayrou, Poul Nyrup Rasmussen, Francesco Rutelli, Joschka Fischer e molti altri.
Oltre ad affrontare i temi della globalizzazione e dei diritti civili, ci si sarebbe aspettato che lo schieramento europeo di centro sinistra proponesse una strategia per vincere le elezioni europee del 2009 o almeno per contrastare l’attuale prevalenza in Europa dei partiti che confluiscono nel Partito Popolare Europeo (PPE).
Come in tutte le prove elettorali che si rispettino i partiti si dovranno confrontare presentando programmi alternativi e candidati alternativi alle cariche di potere.
Ora in Europa vige un sistema istituzionale bicefalo: c’è il potere intergovernativo, rappresentato dal Consiglio Europeo, e il potere federale, rappresentato dalla Commissione.
Il Presidente del Consiglio Europeo è nominato dai Governi e questo, finché l’Europa non si darà una Costituzione Federale, non si discute.
Il Presidente della Commissione invece è solo indicato dai Governi, ma è eletto dal Parlamento Europeo, cui spetta sempre l’ultima parola ovvero può respingere le proposte dei Governi infinite volte.
Quindi le elezioni europee sono il modo con il quale la volontà dei cittadini può influire direttamente su un fatto di potere: la nomina del Presidente della Commissione europea.
Il PPE ha già detto che nominerà il proprio candidato alla Presidenza della Commissione durante il suo Congresso di primavera e si sa già che il candidato sarà l’attuale Presidente Barroso. Gli elettori di destra sanno per chi andranno a votare.
Il Partito Socialista Europeo (PSE) per bocca di Schultz e Rasmussen, durante il convegno del PD, ha eluso la domanda fatta esplicitamente da Guido Montani, Presidente dei federalisti italiani, su chi sarà il candidato del PSE alla Presidenza della Commissione.
Questa elusione ha un solo significato: il PSE anziché affrontare il confronto elettorale con un proprio candidato accetta la candidatura del PPE per la Presidenza della Commissione in cambio della Presidenza del Parlamento per il PSE (probabilmente per lo stesso Schultz).
Quindi la vera notizia che esce dal convegno del PD è che per le prossime elezioni europee il PSE candida Barroso alla Presidenza della Commissione UE!
Possiamo intuire le ragioni di "realpolitik" che ispirano la strategia di Schultz (la paura di perdere e il “meglio un uovo oggi…”), ma non possiamo non indignarci per come il PSE sia sordo alle esigenze di trasparenza e democraticità che emergono dalla società e che si esprimono a livello europeo con il rifiuto di questo tipo di Europa, come è avvenuto con il recente referendum irlandese.
Schultz, rifiutandosi di affrontare una "vera" campagna elettorale europea, da un’immagine “consociativa” e rinunciataria della sinistra, non stimola nessuna volontà degli elettori di sinistra ad andare a votare ("tanto si sono già messi d’accordo per spartirsi le poltrone…"), da un’immagine di inutilità alle elezioni ("per chi vado a votare ? ") e collabora a ridurre le elezioni europee a 27 semplici verifiche nazionali degli equilibri di poteri interni.
E’ una tattica non solo suicida per il PSE e per i democratici e liberali europei; ma è una tattica che tende a delegittimare l’unica istituzione europea che rappresenta i cittadini e a infliggere un colpo gravissimo al solo progetto politico che ci possa far sperare nel futuro: la Federazione Europea.
Il PD e i deputati europei del PSE vorranno farsi complici di questo attentato alla credibilità dell’Europa?
Speriamo che la posizione "consociativa" e antidemocratica di Schultz provochi una reazione di rigetto nella sinistra democratica.
Speriamo che lo stesso Schultz si ricordi di quando nel lontano febbraio del 1984 applaudiva Altiero Spinelli che aveva suscitato l’orgoglio del Parlamento Europeo nell’approvazione del Progetto di Trattato Costituzionale (poi affossato dalle cancellerie governative).
Le elezioni sono tra 11 mesi: siamo ancora in tempo per rimediare al disastro.
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