Una nuova sinistra unita con lo sguardo puntato sull'Europa
Alcuni passaggi di Rossana Rossanda nel suo editoriale del 10 agosto scorso mi convincono pienamente; in particolare quando afferma che «un paese europeo non può battersi da solo contro la recessione» e anche quando sottolinea come sia necessario «un intervento che restituisca il primato alla politica piuttosto che ai meccanismi dell'economia, che dia luogo a linee di sviluppo, incluso uno "sviluppo di decrescita", che ridistribuisca la ricchezza a sfavore delle zone forti e a favore di quelle deboli, che decida il taglio dei privilegi sociali, il rilancio su un piano mondiale dei mercati interni».
Partendo da queste affermazioni vorrei contribuire con alcune riflessioni. Una ricostruzione della sinistra non può che iniziare dal basso, dai militanti, dagli elettori, dai lavoratori e guardare all'Europa e al resto del mondo. La nuova sinistra dovrà rivolgersi in primo luogo ai precari, lasciati soli e con pochi diritti, e ai migranti con una cittadinanza di serie B. Costoro dovranno formare la spina dorsale della nuova sinistra. Le scelte verticistiche degli ultimi mesi ci hanno infatti via via allontanato dalla società, dalle sue esigenze e aspettative.
Quello della «Sinistra arcobaleno» non era un brutto progetto, ma andava realizzato in modo differente. Occorre perciò utilizzare gli strumenti della democrazia partecipativa anche all'interno della sinistra. L'esperienza del movimento di Porto Alegre può aiutarci in questa direzione. Si propone pertanto ai partiti della ex Sinistra arcobaleno di organizzare un incontro pubblico per discutere di queste tematiche con tutti i cittadini che si riconoscono nei valori della sinistra. La nuova sinistra deve diventare una casa comune per comunisti, ecologisti e socialisti (non riferendosi certo a Craxi, ma a Matteotti, Nenni, Pertini, ecc.), una formazione unitaria con le sue sedi, i suoi dirigenti, i suoi iscritti, la sua presenza organizzata nel sindacato e così via. Una forza che deve mirare a ottenere un risultato superiore al 10% dei consensi per poter incidere davvero nella società.
I temi sociali e ambientali devono essere posti al centro del programma. I diritti collettivi devono tornare a avere lo spazio che meritano, in quanto specifici della nostra cultura, così come il valore dell'uguaglianza. La rivoluzione francese lo ha affiancato per sempre alla libertà e alla fraternità, la Comune di Parigi gli ha conferito un significato economico e non solo giuridico, la rivoluzione russa ne ha fatto la bandiera del proletariato di tutto il mondo.
Il nuovo partito, deve contenere precisi riferimenti alla «Sinistra europea» e alla prospettiva dell'unificazione politica europea, dato che l'Europa è lo spazio minimo di lotta e di rivendicazione di diritti cosmopolitici per tutti i cittadini e le cittadine residenti nel nostro continente e perché l'Europa può costituire l'alternativa a un processo di globalizzazione basato solo sugli interessi di parte delle multinazionali e delle grandi potenze al fine di costruire un mondo basato su democrazia, giustizia sociale e diritti senza confini e senza più guerre. Interessi economici globali che possono essere affrontati solo con strumenti politici di adeguato livello.
Il ritorno della destra populista, xenofoba e nazionalista in tutta Europa può essere combattuta solo con una sinistra che si muova in una prospettiva di costruzione della democrazia europea e mondiale basata su un federalismo sovranazionale solidale. Alla fine degli anni '90 le sinistre erano al governo in Europa in 13 paesi su 15. L'errore fu di non rivendicare un governo democratico europeo, responsabile di fronte al Parlamento europeo e ai cittadini con il quale offrire una risposta ai problemi reali e comuni del nostro continente.
In sintesi si propone una sinistra europea unita, che guarda sia alle lotte locali che alle istanze democratiche globali, e che si mette dalla parte dei più deboli e con meno diritti: i migranti e i precari.
Le idee proposte in questo articolo sono state condivise con Guido Levi e fanno parte di un documento fatto circolare dopo le elezioni politiche 2008 a livello genovese tra i pre-iscritti alla ex Sinistra Arcobaleno.
Articoli correlati
Tom Benetollo, dieci anni dopo il lampadiere illumina ancora il nostro cammino
Il 20 giugno 2004, il giorno dopo un incontro convocato da Il Manifesto durante il quale ebbe un malore, ci lasciava il Presidente Nazionale dell'Arci18 giugno 2014 - Alessio Di FlorioGli ultimi sedici giusti
Il parlamento israeliano ha approvato l'istituzione di una commissione di inchiesta sulle ong che criticano l'operato dell'esercito. Un attacco alla minoranza dei dissidenti, si dice. In realtà, alla maggioranza del mondo: un attacco, l'ennesimo, al diritto internazionale7 gennaio 2011 - Francesca Borri
Commenti
Inserisci il tuo commento