Occorre una terza iniziativa franco-tedesca per affrontare la crisi finanziaria

Secondo l'autore per aiutare i paesi dell'Est occorre dare un bilancio federale e un governo federale all'Unione europea altrimenti ci sono serie possibilità di una disgregazione dell'Unione monetaria.
3 marzo 2009
Guido Montani (Presidente del Movimento Federalista Europoeo)

Il Consiglio europeo informale del 1° marzo si è chiuso con il rifiuto dei paesi dell'Unione monetaria di istituire un fondo per aiutare i paesi dell'Est in difficoltà finanziarie. Il governo tedesco ha ragione nel rifiutare aiuti indiscriminati. Tuttavia, ha torto a non voler affrontare il problema della fiscalità europea. La crisi finanziaria sta mettendo a dura prova la coesione dell'Unione monetaria e, senza poteri adeguati a livello europeo, i governi nazionali, in primo luogo la Germania, potrebbero essere posti di fronte al dilemma di dover finanziare il fallimento di paesi in crisi, come l'Irlanda, la Grecia o l'Austria, oppure accettare la disgregazione dell'Unione monetaria.

La Germania ha già sperimentato una situazione analoga nel passato, quando ha più volte soccorso i paesi con moneta debole. Dopo la creazione dell'Unione monetaria il problema è stato risolto. Oggi, occorre un analogo impulso unitario. Negli anni Settanta, Giscard d'Estaing e Schmidt hanno avviato la costruzione della moneta europea, con il Sistema Monetario Europeo. Nel 1991, a Maastricht, Mitterrand e Kohl hanno dato vita all'Unione economica e monetaria, ma senza modificare il sistema della fiscalità europea. Nel 1997, la Germania ha chiesto e ottenuto il Patto per la stabilità e la crescita. Ma questo Patto, come ha precisato il Presidente della Banca centrale europea, Trichet, "è il quadro giuridico che ci siamo dati in sostituzione del fatto che non abbiamo un bilancio federale e un governo federale". Ora, è venuto il momento di una terza iniziativa franco-tedesca: occorre dare un bilancio federale e un governo federale all'Unione europea.

Un bilancio federale è necessario perché vi sono alcuni beni pubblici europei - come la stabilità monetaria e finanziaria, una crescita sostenibile, l'esplorazione spaziale, ecc. - che devono essere finanziati con risorse europee. Altri beni pubblici, come il sistema di assistenza sociale, ecc., di rilievo nazionale, devono essere finanziati con i bilanci nazionali. Altri beni pubblici locali saranno finanziati da un sistema finanziario regionale. Sino a che l'Unione europea non potrà contare su risorse proprie, in caso di crisi saranno gli stati più forti dell'Unione a svolgere il ruolo di "prestatori di ultima istanza".

La crisi economica mondiale si aggrava di giorno in giorno. Vi sono due riforme indispensabili, che devono essere messe in cantiere al più presto possibile:

Il limite superiore del bilancio europeo deve essere portato almeno al 2% del PIL comunitario (come proponeva il rapporto McDougall) e la Commissione europea deve essere autorizzata a emettere Union-Bonds, per finanziare un serio piano di rilancio della produzione industriale europea e la riconversione ecologica dell'economia. Senza un Piano europeo, i piani nazionali finiranno per alimentare il protezionismo e provocare sprechi del denaro pubblico. All'accresciuta responsabilità fiscale europea deve corrispondere un'accresciuta responsabilità politica. All'interno della Commissione europea deve essere nominato un Ministro dell'Economia e delle Finanze che presenterà un periodico rapporto al Parlamento europeo.

Un accordo interistituzionale - tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione - deve essere approvato agli inizi di ogni legislatura europea. L'Accordo deve contenere i vincoli di spesa, come il massimo livello d'indebitamento e di deficit pubblico, e l'ammontare complessivo delle risorse europee. Il bilancio europeo deve essere finanziato con reali risorse europee, dunque euro-tasse, come ha proposto il Parlamento europeo. Non si tratta di accrescere il carico fiscale dei cittadini, ma di ripartire meglio le risorse finanziarie tra il livello nazionale e quello europeo.

Se il Presidente francese, Sarkozy, e il Cancelliere tedesco, Signora Merkel, sapranno compiere questo passo, l'Unione economico-monetaria verrà rafforzata e l'Europa potrà affrontare con rinnovato slancio la difficile fase delle trattative per la riforma del sistema finanziario e monetario mondiale.

Il Governo italiano, in occasione delle precedenti iniziative franco-tedesche, ha svolto un importante ruolo di proposta e di stimolo. Anche per l'Italia è di nuovo venuto il momento dell'azione.

I cittadini europei attendono una risposta da chi li governa.

Pavia, 2 marzo 2009

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