Il Crocefisso e l’Europa
La sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sul tema del crocefisso nelle scuole ha messo in moto una polemica che è presto travalicata dalla questione specifica, per trasformarsi in un pesante critica ai “giudici UE”, all’Unione europea in generale che si occuperebbe di cose che non la riguardano.
La UE può essere criticata per mille cose: per le quote-latte, per la legislazione sui centimetri dei piselli, o amenità varie. Oppure, più seriamente, perché ad esempio non mette in moto una vera politica energetica europea che possa traghettare l’Europa dalla dipendenza dai paesi produttori (petrolio o gas) verso una diversificazione delle fonti, a partire dalle energie rinnovabili. Oppure perché non ha una politica estera e di sicurezza comune, che consenta agli europei di decidere secondo i propri interessi.
Ma non può essere criticata per questa sentenza, per il semplice motivo che la UE non c’entra nulla. Molti commentatori (e uomini politici) non si sono nemmeno informati. Sarebbe stato sufficiente consultare qualche sito internet per sapere che la Corte che ha emesso la sentenza in questione, con sede a Strasburgo, e cioè la Corte Europea dei diritti dell'uomo (CEDU) è stata istituita dalla "Convenzione europea per
la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali”, un trattato internazionale firmato a Roma nel 1950, redatto dal Consiglio d’Europa (che non è il Consiglio Europeo, organo dei Capi di Stato e di Governo della UE) ed entrato in vigore nel 1953. Esso è stato ratificato da ben 47 Paesi europei, praticamente tutti, con l’esclusione della Bielorussia. Quindi anche l’Islanda, la Norvegia, la Svizzera, la Russia,
tutti i paesi della ex-Jugoslavia, l’Albania ed anche la Turchia. La CEDU ha sede a Strasburgo e ad essa possono adire sia gli individui sia gli Stati contraenti nel caso in cui si lamenti la violazione di una delle disposizioni della Convenzione, che intende tutelare l’insieme dei diritti individuali così come si sono affermati nella tradizione liberal-democratica europea.
Bastano queste poche informazioni per comprendere che l’ordinamento incentrato sulla CEDU e sulla Corte di Strasburgo è, dunque, cosa completamente diversa dalle istituzioni che prima hanno dato vita alla Comunità Economica Europea (Trattato di Roma, 1957) e successivamente all’Unione Europea (Trattato di Maastricht, 1992), cioè a ciò cui abitualmente ci riferiamo quando parliamo di Europa o di unità europea.
Infatti, l’Unione Europea ha una sua propria istituzione giudiziaria, che si chiama “Corte di Giustizia delle Comunità Europee”, che ha sede a Lussemburgo, si compone di un giudice per ogni Stato membro della UE (attualmente 27) ed ha il compito di garantire l'osservanza del diritto nell'interpretazione e nell'applicazione dei trattati istitutivi della Unione Europea. Essa si occupa generalmente dei ricorsi per inadempimento da parte degli Stati membri (la c.d. procedura di infrazione) o per violazione del diritto comunitario, proposti dalla Commissione o da un altro Stato
membro. O ancora dei ricorsi per annullare un atto legislativo posto in essere da un’istituzione della UE (Consiglio, Parlamento europeo, Commissione, BCE).
In conclusione, tutta la polemica antieuropea suscitata dalla sentenza della Corte di Strasburgo ci appare fuori luogo. Un conto è la valutazione sulla sentenza, che può, come tutte le sentenze, essere discussa ed essere considerata discutibile nel merito e, probabilmente, c’è materia al riguardo perchè lo sia. Altro conto è lanciarsi in crociate contro la UE: non c’entra nulla. A meno che non si voglia prendere spunto da questo episodio per dire che, comunque, è meglio tagliare i ponti con il mondo e starsene chiusi a casa propria. L’emarginazione politica prima e poi la miseria culturale,
sociale e, alla fine, anche economica sarebbe garantita.
la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali”
http://it.wikipedia.org/wiki/Convenzione_europea_per_la_salvaguardia_dei_di
ritti_dell%27uomo_e_delle_libert%C3%A0_fondamentali
Articoli correlati
- Il 22 maggio manifestazione in piazza contro il dissequestro degli impianti siderurgici
ILVA: la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo dà nuovamente ragione ai cittadini
Le quattro condanne di oggi verso l'Italia sono la plastica evidenziazione di tutte le inadempienze dei governi che si sono succeduti. Le quattro condanne di oggi della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) confermano Taranto come "zona di sacrificio" dei diritti umani.5 maggio 2022 - Associazione PeaceLink - Geostoria, Educazione Civica e...
L'UE in un'UDA, unità di apprendimento per le scuole medie
Quando la lezione di Geografia si fa scoperta, condivisione, disegno, musica.8 novembre 2020 - Virginia Mariani - La posizione critica di PeaceLink nella situazione attuale della trattativa Conte-Mittal
CDP non può intervenire per ripianare le perdite di ArcelorMittal
La Cassa Depositi e Prestiti (CDP) per Statuto, in base all'articolo 3, può intervenire solo in società di rilevante interesse nazionale "che risultino in una stabile situazione di equilibrio finanziario, patrimoniale ed economico e siano caratterizzate da adeguate prospettive di redditività".23 novembre 2019 - Associazione PeaceLink - La sentenza tradotta in italiano
Le polveri dell'ILVA soffocano anche la Corte dei diritti dell'Uomo
La condanna della CEDU dice verità forti sui danni sofferti dalla popolazione nell'indifferenza dello Stato, mentre il dibattito sul futuro dell'Ilva continua a fingere che non sia successo nulla19 novembre 2019 - Lidia Giannotti
Commenti
Inserisci il tuo commento