Comunicato stampa del Movimento federalista europeo

La primavera della democrazia nel mondo arabo: per un processo federativo in seno alla Lega Araba

23 febbraio 2011

Dopo la caduta dei regimi fascisti nell'Europa mediterranea, in America latina e in Asia e di quelli comunisti nella ex Unione Sovietica e' giunto il momento del risveglio dei popoli arabi.

I governi dell'Unione europea e degli Stati Uniti sono stati colti di sorpresa dal moto spontaneo delle masse popolari che hanno invaso le piazze delle citta' dell'Africa del nord e del Medio Oriente. In nome della stabilita' internazionale hanno appoggiato fino all'ultimo i vecchi regimi oppressivi e corrotti di Tunisia ed Egitto e ne hanno accolto la caduta con disappunto.

Il sistema internazionale, con il declino degli Stati Uniti e l'assenza dell'Europa, non sembra avere le risorse economiche e di potere ne' la visione politica per influire positivamente sugli avvenimenti in corso e per orientare la transizione alla democrazia.

I dirigenti politici europei percepiscono il movimento dei popoli che si vogliono liberare dall'oppressione dei loro governi solo in termini di sicurezza e propongono solo di inviare poliziotti a presidiare le coste. E' questa l'Europa che non vogliamo – afferma Lucio Levi, Presidente del Movimento Federalista Europeo - : l'Europa fortezza che si chiude in se stessa, che esibisce il volto odioso della xenofobia, che esclude la Turchia perche' islamica.

Il progetto dell'Unione per il Mediterraneo e' fallito. L'area di libero scambio progettata per il 2010 non si e' realizzata ne' i governi europei hanno onorato l'impegno a interrompere la cooperazione economica con i paesi che non rispettano i diritti umani.

La Lega araba rimane il potenziale veicolo di un processo di integrazione regionale, che l'UE avrebbe potuto incoraggiare, come hanno fatto gli Stati Uniti con l'Europa quando hanno lanciato il Piano Marshall, condizionando l'erogazione degli aiuti alla formulazione di un piano di ricostruzione concertato in comune.

Lo spauracchio dell'estremismo islamico, agitato dai governi dell'Occidente per giustificare il sostegno ai regimi autoritari, appartiene a una logica del passato, che non tiene conto dello sviluppo economico, della modernizzazione sociale e della secolarizzazione in corso nella regione. All'avanguardia del movimento ci sono i giovani, i quali, malgrado la buona istruzione, sono penalizzati dall'esclusione dal mercato del lavoro. Hanno usato i nuovi mezzi di comunicazione ai fini della mobilitazione, sostituendosi ai partiti e alle altre organizzazioni della politica tradizionale. Le inconsuete dimensioni della rivoluzione mostrano che il mutamento economico e sociale, sviluppatosi sull'onda della globalizzazione, richiede in modo imperativo cambiamenti politici e istituzionali.

La transizione alla democrazia sara' un percorso lungo e insidioso. Tanti anni di governi autoritari hanno distrutto le strutture associative essenziali perche' le elezioni possano aprire la strada a un governo democratico: partiti politici, sindacati indipendenti, associazioni della societa' civile.

La transizione avra' successo se saranno elaborate le norme costituzionali che assicurino la formazione di uno spazio pubblico dove il dibattito politico e la selezione dei leaders possano avvenire in modo libero e trasparente. Su queste basi potra' risorgere il panarabismo all'insegna della solidarieta' tra popoli che hanno scelto la liberta' e la vogliono difendere costruendo istituzioni comuni e avviando un processo federativo in seno alla Lega araba.

Note: A cura dell'Ufficio stampa del Movimento Federalista Europeo, 0039.347.0359693, ufficiostampa@mfe.it

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Il Movimento Federalista Europeo

Il Movimento Federalista Europeo e' stato fondato a Milano il 27-28 agosto 1943 da un gruppo di antifascisti raccolti intorno ad Altiero Spinelli. I principi sulla base dei quali esso e' nato sono contenuti nel Manifesto di Ventotene, elaborato nel 1941 dallo stesso Spinelli, con la collaborazione di Ernesto Rossi e Eugenio Colorni. L'analisi e le proposte politiche contenute nel Manifesto si basano sulla presa di coscienza della crisi dello stato nazionale - ritenuto la causa principale delle guerre mondiali e dell'affermazione del nazifascismo - e sulla convinzione che solo il superamento della sovranita' assoluta degli Stati attraverso la creazione di una Federazione europea avrebbe assicurato la pace in Europa. L'MFE si differenzia radicalmente dai modelli normali di organizzazione politica, i partiti e i gruppi di pressione. Diversamente dai gruppi di pressione, che cercano solo vantaggi particolari per gruppi particolari senza modificare necessariamente l'assetto dei poteri costituiti e a differenza dei partiti, che hanno come quadro privilegiato di azione il quadro nazionale, l'MFE esercita un'iniziativa politica autonoma rivolta alla fondazione di uno Stato nuovo, la Federazione europea.

Il 21 maggio 2006 in occasione della sua prima visita ufficiale a Ventotene il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano dichiaro' che ''per rilanciare l'idea di Europa c'e' bisogno dell'impulso dei giovani, il cui sentire europeo si e' fatto naturale e profondo, e nell'avanguardia della Gioventu' Federalista Europea (la sezione giovanile del Movimento Federalista Europeo) la molla piu' forte''.

Movimento Federalista Europeo
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