Genova 2011 per l'altra Europa
“Loro la crisi, noi la speranza” è la consapevolezza emersa a Genova 2011; la speranza di un'altra Europa – pacifista, ecologista, democratica, federalista, aperta al resto del mondo, fondata sulla dignità di ogni persona nativa e non nativa; un'Europa che rifiuta ogni discriminazione e che prende a suo fondamento la differenza come valore; un'Europa che orienti sui valori pacifisti e di cooperazione con il Sud del mondo il suo impegno internazionale.
Contro la mercificazione delle persone e dei beni comuni, immateriali e naturali, sono sorti reti, coalizioni, movimenti che convergono tutti nel progetto di un'Europa dei diritti fondamentali degli esseri umani e animali e della salvaguardia della natura. Occorre promuovere la gestione democratica dei beni comuni e un'economia fondata sulla eguaglianza e la giustizia sociale.
Alla crisi si può rispondere solo scegliendo l'orizzonte delle lotte a livello europeo. Occorre disarmare i mercati e la finanza. Attraverso l'assalto speculativo all'Euro passa l'assalto al welfare state e alle condizioni di vita e di lavoro dei cittadini e delle cittadine. Le misure assunte nei vertici europei, lungi dal combattere la speculazione, la alimentano e ne soddisfano le aspettative.
E' necessario indirizzare le lotte contro le politiche neoliberiste dell'Unione europea e i suoi centri decisionali che vedono come attori protagonisti i governi, la tecnocrazia e i oteri forti sovranazionali escludendo i cittadini e le stesse rappresentanze politiche. E' necessaria un'Europa democratica per porre fine ai poteri delle élites europee.
Da Genova 2011 esce rafforzato l'impegno a una nuova dimensione dei conflitti, da portare avanti attraverso campagne europee utilizzando anche l'iniziativa dei cittadini europei, che permette di proporre un atto legislativo alla Commissione europea tramite la raccolta di un milione di firme in almeno sette paesi dell'Unione europea.
Le campagne europee in cantiere sono su:
• il reddito minimo garantito;
• la cittadinanza europea di residenza e la mobilitazione per l'adesione alla Convenzione Onu del 1990 sui diritti dei lavoratori e delle lavoratrici migranti;
• l'acqua come diritti umano, primo nucleo di uno Statuto europeo dei beni comuni e per una direttiva europea che lo sancisca;
• l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie e alla criminalità;
• un piano di riconversione ecologica e sociale delle produzioni e dei consumi da sostenere con una tassa sulle transazioni finanziarie e sulla carbon tax;
• il diritto all'informazione, il pluralismo e la libertà di stampa.
Queste campagne europee, promosse da differenti reti e coalizioni, pur non affrontando tutto l'arco dei problemi posti dalla crisi, sono però componenti concrete e significative dell'altra Europa e vogliono essere di sprone per altre campagne in grado di offrire in ogni campo alternative all'Europa dei mercati e della finanza.
Con queste campagne continua l'impegno per la costruzione democratica dell'altra Europa, per trovare modi e tempi per andare al di là del Trattato di Lisbona mediante reali percorsi di democrazia partecipativa.
Genova, 22 luglio 2011
http://www.genova2011.org
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