Lo sguardo nazionale del ‘giovane’ Renzi
Ho cercato di districarmi tra le diverse proposte suddivise in cinque aree tematiche al fine di trovare il bandolo della matassa. Semplicemente non potevo trovarlo perché non c’era. Sembra quasi che i cento punti programmatici della Leopolda siano stati scritti da una stazione orbitante su Marte distante anni luce dal pianeta Terra ovvero dalla realtà in cui siamo immersi e la cui evidenza è talmente palese che solo dei marziani potrebbero non accorgesene.
Il continente europeo e il mondo intero stanno vivendo una crisi, come e peggio di quella del 1929; la crisi finanziaria originata dai subprime iniziata negli Usa nel 2008 si è allargata all’intero pianeta. A tre anni di distanza tocca al Vecchio continente pagarne le conseguenze. I costi della non Europa, ovvero di una Unione europea con una moneta unica ma senza una politica fiscale e una politica economica veramente europee, si stanno riversando sui cittadini europei e, in particolare, sui giovani che non hanno più serie prospettive di crescita e di miglioramento della propria condizione e, anzi, per la prima volta cominciano a rimpiangere lo stile di vita dei propri genitori verso i quali sono debitori dell’unico welfare che li consente di porre, finchè dura, un argine a un processo di globalizzazione neoliberista senza freni né controlli. Il welfare familiare si sta esaurendo e le conseguenze le vediamo manifestarsi con le iniziative degli indignati che dalla Spagna si sono replicate in tutti i paesi europei.
Ebbene di tutto questo non v’è traccia nei cento punti della Leopolda. Potrebbe essere semplicemente una dimenticanza oppure potrebbe indicare una lacuna culturale macroscopica che non è riuscita a porre nella giusta dimensione, quella sopranazionale e cosmopolita, le articolate proposte per rinnovare l’Italia.
Pare incredibile che di fronte alla grave situazione in cui si trovano il nostro Paese, la Grecia e l’intera Europa, ovvero il rischio di insolvenza dei debiti sovrani** e il conseguente crollo dell’Euro, non trovi spazio nelle ben 100 proposte, neanche per errore, un punto che affronti il tema Europa e offra una soluzione al livello opportuno.
Ho letto una prima volta le 100 proposte e ho pensato a una svista. Le ho rilette una seconda volta e il dubbio è diventato una certezza. Gli innovatori che hanno risposto alla chiamata del giovane Renzi non hanno formulato neanche una proposta su come uscire dalla crisi europea dei debiti sovrani che rischia di far fallire non solo la moneta unica ma l’intero edificio europeo. Pare incredibile poter pensare che, nel 2011, chiunque abbia la mira di candidarsi alla leadership di un partito e, forse, anche di una coalizione di governo, che vuole indicare un percorso di rinnovamento e che vuole dare una speranza a milioni di giovani precari, possa omettere del tutto la dimensione europea della politica e della democrazia.
A settant’anni dal Manifesto, questo sì innovatore, per una Europa ‘libera e unita’ scritta da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi nel confino di Ventotene risulta quanto mai attuale l’indicazione della linea di demarcazione tra progressisti e conservatori sulla base dell'adesione o meno all'obiettivo di un' Europa federale, e non più secondo i diversi programmi politici «nazionali».
Il sindaco Renzi e i suoi sodali se vogliono contribuire all’innovazione e al progresso del nostro Paese dovranno far scendere la stazione Leopolda sul pianeta Terra e adottare quello che il sociologo Ulrich Beck chiama lo sguardo cosmopolita, l’unico che consente una visione complessiva, e non deformata dalle lenti nazionali, del mondo in cui viviamo.
Con tale sguardo sarà possibile restituire alla politica il primato sull’economia e su una finanza che si muove a livello globale e specula sulle debolezze e sulle divisioni dei singoli governi nazionali.
** http://www.imille.org/2011/10/numeri-parole-esiste-un-rischio-grecia-per-litalia/
L'articolo sotto diversa forma e contenuto sarà pubblicato su iMille.org http://www.imille.org
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