European Democracy: Il Parlamento europeo ha respinto il trattato ACTA
Il 4 luglio scorso il Parlamento Europeo in seduta plenaria e con voto ad appello nominale (*) ha respinto il trattato ACTA, firmato il 26 gennaio scorso fra 32 stati, fra cui USA, Unione Europea e Giappone (le tre aree ricche del pianeta).
Il trattato ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement = Accordo Commerciale Anti-Contraffazione) si proponeva di contrastare ogni forma di violazione del copyright e dei brevetti, ma utilizzando strumenti che violavano la privacy e la libertà di espressione, imponendo ad esempio a Google o a Facebook di rivelare l’identità degli autori delle presunte violazioni del copyright.
Sui contenuti del trattato rimando a quanto già scritto su PeaceLink (www.peacelink.it/europace/a/35791.html).
Quel che oggi va osservato è invece il ruolo che ha avuto il Parlamento Europeo, che, nei fatti, ha indicato la via da seguire per una reale democrazia europea.
Le foto pubblicate dalle agenzie mostrano i parlamentari europei che espongono cartelli con su scritto “Hello Democracy” , ma è giustificata questa euforia ?
Il caso ACTA è la dimostrazione tangibile del contrario: i governi nazionali hanno agito in maniera non democratica, hanno infatti condotto le trattative sull’ACTA in segreto, senza coinvolgere i parlamenti nazionali, senza che i media abbiano informato l’opinione pubblica, senza dare ai cittadini alcun mezzo per intervenire nel dibattito. Si sono inoltre dimostrati impotenti di fronte alle pressioni delle lobbies, infatti anche gli stati che non erano d’accordo, come la Germania, che non ha aderito ad ACTA, non avevano da soli il potere di bloccare l’accordo. Anche la democrazia tedesca era impotente!
Il Parlamento Europeo ha invece ascoltato le proteste del “popolo del web”, ha agito con trasparenza (tutte le informazioni su ACTA le abbiamo dai siti della UE) e soprattutto aveva il potere di bloccare tutto l’accordo, non solo per il potere formale previsto dal Trattato di Lisbona, ma anche per il potere reale che ha nei fatti : che senso ha un accordo commerciale senza la partecipazione della UE, la massima potenza commerciale mondiale ?
Il caso ACTA dimostra quindi tre cose.
Primo: la democrazia a livello nazionale non ha funzionato perché il potere contrattuale dei singoli stati nazionali in tempo di globalizzazione è vicino allo zero; la “democrazia nazionale” non ha saputo o potuto fare nulla per contrastare i potenziali effetti repressivi di ACTA.
Secondo: se si vuole contrastare il potere delle lobbies finanziarie e commerciali sovranazionali occorre avere uno strumento democratico a livello sovranazionale ed il Parlamento Europeo, la prima assemblea sovranazionale della storia eletta a suffragio universale, è l’unico strumento che abbiamo e che, se investito di poteri, funziona.
Terzo: la capacità di pressione e di intervento dei cittadini sui parlamentari europei si è dimostrata di gran lunga superiore rispetto alle capacità di pressione dei cittadini sui parlamenti nazionali.
La morale della vicenda ACTA mi sembra una sola: in tempi di globalizzazione, ove la interdipendenza tra le aree mondiali è sempre più stretta e ove gli attori finanziari e commerciali sono sovranazionali, la democrazia può funzionare ed essere efficace solo se il potere politico si esercita a livello sovranazionale.
Chi si batte oggi per la “sovranità nazionale” contro le ingerenze europee, al di là delle intenzioni, lavora per la impotenza nazionale nei confronti delle sempre più forti lobbies internazionali.
Hello Democracy! come dicono i cartelli, a livello europeo è possibile.
Quasi compatti contro ACTA socialisti, liberali, verdi e sinistre ( S&D, ALDE, Verdi e GUE). Il PPE, popolari cui aderiscono PDL e UDC, si è diviso in tre : alcuni favorevoli ad ACTA (fra cui Carlo Casini e Lamassoure), altri contrari (fra cui Buzek) , i più astenuti (fra cui Pottering e Mauro).
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