Globalizzazione - L'ABC dell'Europa di Ventotene
di Nicola Vallinoto
E’ un processo globale che genera un numero crescente di relazioni economiche e sociali. Può essere vista come una spinta all’integrazione del nostro pianeta. La globalizzazione è come il cubo di Rubik. Ha sei facce che interagiscono: economica, ecologica, culturale, dei diritti, delle informazioni e del lavoro e della produzione. E ciascuna presenta pregi e difetti.
La globalizzazione economica è quella più conosciuta: finanza e commercio operano aldilà dei confini nazionali. Enormi flussi di denaro e tonnellate di merci si muovono ogni giorno da una parte all’altra del Pianeta. La finanza sfugge ai controlli degli Stati nazionali senza che esista un regolamento a livello globale che consenta di governare il flusso.
La globalizzazione delle informazioni: la rete internet consente la diffusione in tempo reale di informazioni da un capo all’altro del mondo. La conoscenza viene condivisa istantaneamente migliorando la capacità dell’uomo di rispondere ai problemi globali: la realizzazione di più vaccini in meno di 12 mesi dalla comparsa del virus Covid 19 è un esempio. Le informazioni che lasciamo in rete vengono gestite da pochi operatori globali che assumono un potere straordinario. I dati digitali diventano fonte di ricchezza e di controllo: sono l’equivalente del petrolio del XX Secolo.
La globalizzazione ecologica: i cambiamenti climatici (→ ZERO EMISSIONI DI CARBONIO) ci mostrano che il pianeta non ha confini. Un disastro ambientale in un punto del globo ha ripercussioni in ogni angolo della Terra.
La globalizzazione del lavoro e della produzione. Le aziende spostano la produzione e i servizi nei paesi dove il costo del lavoro è inferiore. Questa pratica si chiama delocalizzazione. Ciò consente di avere prezzi più bassi sul prodotto finale a scapito dei diritti dei lavoratori che spesso non vengono garantiti nei paesi dove avviene la delocalizzazione.
La globalizzazione culturale. Globalizzazione non vuol dire solo omologazione culturale ovvero seguire tutti la stessa moda o mangiare lo stesso panino. La diffusione di generi musicali di ogni parte del mondo dimostra che è possibile portare le culture musicali locali sul palcoscenico internazionale facendole conoscere al grande pubblico.
La globalizzazione dei diritti. Dal Vertice della Terra di Rio organizzato dall’Onu nel 1992 migliaia di manifestazioni globali hanno attraversato il pianeta per chiedere la pace, il disarmo, la giustizia sociale e la difesa dell’ambiente. Milioni di persone si battono giornalmente per rivendicare diritti globali per tutti i cittadini del mondo senza distinzione di nazionalità, religione o colore della pelle.
Tutto è stato globalizzato, o quasi, tranne la → DEMOCRAZIA che è rimasta ferma al livello nazionale. Esistono esperimenti di democrazia internazionale come l’Unione europea, che è l’esempio più avanzato al mondo, ma a livello globale l’economia comanda sulla politica. Chi prende le decisioni a livello planetario sulle cose che ci riguardano non risponde a un potere democratico.
Il villaggio globale.
Grazie all’evoluzione delle comunicazioni e dei trasporti viviamo da qualche decennio in una sorta di villaggio globale. Un evento nel più sperduto villaggio dell’emisfero australe raggiunge in pochi secondi l’altro capo del mondo grazie alla rete internet. Gli spostamenti da un continente all’altro sono diventati quasi alla portata di tutti. In meno di 24 ore si può fare il giro della Terra. Non ha più senso la rappresentazione del mondo in spazi chiusi. Nessun paese e nessun gruppo si può isolare dagli altri. Siamo tutti interconnessi nel bene e nel male. La globalizzazione è un processo irreversibile dal quale non si può tornare indietro. Ciò è dovuto a diversi motivi:
l’estensione geografica e la crescente interazione del commercio internazionale, la connessione globale dei mercati finanziari e la presenza di gruppi industriali multinazionali con fatturati superiori a quelli di uno Stato;
l’evoluzione continua delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione;
i flussi di immagine dell’industria culturale globale;
i diversi soggetti che si muovono nella politica mondiale: oltre ai governi ci sono attori globali che crescono numericamente e di dimensione (le multinazionali come Amazon, le organizzazioni non governative come Fridays for Future, le istituzioni internazionali come le Nazioni Unite, le reti criminali come la Mafia);
le questioni della povertà globale e delle disuguaglianze;
il problema delle distruzioni globali dell’ambiente causati dai cambiamenti climatici e dall’azione dell’uomo.
Le molte facce della crisi.
Il nostro pianeta è attraversato da crisi globali che stanno mettendo a rischio la sopravvivenza della vita sulla Terra. Vediamo quelle che abbiamo incontrato in questa prima parte del XXI secolo.
Crisi finanziaria. Nel 2007 una crisi finanziaria globale è partita dagli USA. La causa scatenante è stata la caduta dei prezzi delle abitazioni che, dopo aver raggiunto un picco nel 2006, hanno iniziato una rapida discesa. Nel settembre del 2008, la situazione si è fatta critica e molti istituti bancari sono falliti. Il caso più traumatico è stato quello della Lehman Brothers seguita da altre banche salvate poi dal governo statunitense. La crisi ha avuto pesanti conseguenze in Europa e in tutto il mondo.
Crisi migratoria. Nel mondo ci sono centinaia di milioni di persone che si spostano per trovare un posto migliore dove vivere. Una quota significativa è rappresentata dalle migrazioni forzate che comprende i rifugiati e i richiedenti asilo in fuga da guerre e fame.
Crisi sociale. Le disuguaglianze sociali ed economiche sono in aumento. Secondo il rapporto Oxfam del 2020 l’1% più ricco della popolazione mondiale detiene più del doppio della ricchezza posseduta da 6,9 miliardi di persone. In altre parole la metà più povera dell’umanità - 3,8 miliardi di persone - non sfiora nemmeno l’1% della ricchezza totale.
Crisi climatica. I ghiacciai si stanno sciogliendo e le foreste bruciano a ritmi sempre più elevati. Il tempo per invertire la rotta, che ci sta portando verso un innalzamento della temperatura con conseguenze disastrose per la vita sulla Terra, è quasi scaduto. Nel 2019 milioni di giovani, guidati da Greta Thunberg, si sono mobilitati contro i cambiamenti climatici (→ zero emissioni di carbonio). Non abbiamo un pianeta B è stato lo slogan più ascoltato nelle migliaia di manifestazioni svoltesi in tutto il mondo.
Crisi pandemica. La pandemia del Covid 19 ha evidenziato come il libero mercato formato dalle grandi aziende farmaceutiche non sia in grado di fornire a tutti i cittadini del mondo i vaccini per la cura del virus. Questo succede perché vogliono mantenere segreto il brevetto sui vaccini, ovvero non vogliono condividere la ricetta della loro produzione. In questo modo si impedisce una circolazione più ampia dei vaccini mettendo in pericolo la vita di milioni di persone, in particolare, nei paesi più poveri. Nonostante gli Stati abbiano finanziato la ricerca e lo sviluppo con soldi pubblici lo sfruttamento privato dei vaccini da parte delle aziende farmaceutiche non ne consente la produzione di massa e impedisce l’uscita rapida dalla pandemia.
Crisi democratica. Come abbiamo visto le crisi che stiamo vivendo sono molteplici ma quella democratica è la principale. Chi decide sulle questioni che ci riguardano direttamente? Laddove si prendono le decisioni importanti - a livello globale - non ci sono regole democratiche mentre dove vale la → DEMOCRAZIA - a livello nazionale le decisioni non contano più nulla. Una delle principali conseguenze del processo di globalizzazione è lo smantellamento della democrazia nazionale in quanto gli Stati hanno perso progressivamente il controllo sui maggiori problemi che li riguardano.
La cura del pianeta.
Per affrontare adeguatamente queste crisi globali abbiamo bisogno di prenderci cura del nostro pianeta: come cittadini del mondo dobbiamo far sentire la nostra voce. La → DEMOCRAZIA deve essere attuata a tutti i livelli: locale, regionale, nazionale, macro-regionale e globale. In pratica invece di subire la globalizzazione dobbiamo governarla. Serve una Federazione della Terra con una Costituzione che possa garantire i diritti globali e gestire i beni comuni dell’umanità. Solo così possiamo tentare di risolvere i problemi, che affliggono gli oltre 7 miliardi di persone che abitano il nostro pianeta, e dare un futuro alle nuove generazioni.
L'indice completo del dizionario:
https://www.peacelink.it/europace/a/48970.html
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