Educazione civica europea

Spinelli, Altiero - L'ABC dell'Europa di Ventotene

La voce S di Spinelli, Altiero del dizionario illustrato "L'ABC dell'Europa di Ventotene" (Ultima Spiaggia, Genova-Ventotene 2022, seconda edizione). Quest’opera è stata rilasciata con la Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale
27 aprile 2022

di Piero Graglia*

Altiero Spinelli

Altiero Spinelli nasce alle sei della mattina del 31 agosto del 1907, a Roma, secondo figlio di Carlo e di Maria Ricci. Entrambi i genitori erano nati a Chieti nello stesso anno, il 1881; Carlo Spinelli era figlio di Alessandro e di Teresa Crescuoli; Maria Ricci figlia di Cesario e Filomena Zulli. Nel 1905 si erano uniti in matrimonio davanti al sindaco di Roma. Gli inizi della famiglia non sono facili e non si naviga nel lusso. La madre è maestra elementare. Il padre, dopo un periodo da ribelle che comprende una fuga a Rio De Janeiro per evitare il servizio militare, viene nominato nel 1907 al servizio del Regio Ispettorato delle scuole italiane all’estero e destinato un anno dopo in Brasile, dove resterà con la famiglia fino ai primi mesi del 1912.

Nonostante le peregrinazioni brasiliane, tutti i figli della famiglia Spinelli nascono a Roma. Una famiglia numerosa e laica, con una spiccata predilezione per i nomi che non possano in alcun modo rinviare ai santi del calendario: nomi floreali e siderei per le femmine, astrusi e originali per i maschi. La prima figlia, nata il 2 maggio del 1906, è Azalea, poi Altiero; quindi, il 19 settembre 1909, il secondo maschio, Veniero; Anemone nasce il 18 agosto del 1912, Cerilo il 31 gennaio 1914 (con lo stesso nome di un fratellino nato precedentemente e morto di difterite quando Altiero faceva la prima elementare, nel 1913); Asteria nasce un giorno prima dell’intervento italiano nella Prima guerra mondiale, il 23 maggio 1915; Gigliola (futura compagna di Franco Venturi) il 2 agosto 1917 e infine Fiorella, il 17 giugno 1921.

È il padre a indirizzare la prima attività politica di Altiero verso il socialismo; da liceale poi Altiero scelse il comunismo, alla ricerca dell’azione rivoluzionaria. L’iscrizione al Partito comunista d’Italia è nell’autunno del 1924, quando aveva diciassette anni.

Altiero viene subito coinvolto nel lavoro del partito. I personaggi che testimoniano dell’impegno comunista di Spinelli in questi anni ne hanno sempre parlato con ammirazione: Camilla Ravera ricorda il giovane serio e studioso che portava in giro documenti compromettenti necessari all’attività cospirativa; Antonio Gramsci ne ammirava l’intelletto tanto da raccomandarlo alla stessa Ravera con convinzione: «A Spinelli [...] bisogna fin da oggi dare la possibilità di fare qualcosa di utile: è un lavoratore, bisogna impegnarlo nella collaborazione con noi», aggiungendo poco dopo, sempre nei ricordi della Ravera, che Spinelli era «un ragazzo serio, maturo, prudentissimo».

Le simpatie politiche di Spinelli non erano nel frattempo sfuggite all’occhiuta polizia fascista, che lo definiva «uno dei più attivi giovani comunisti» romani retrodatando la sua pericolosità addirittura al 1921. Il 3 dicembre 1926, meno di un mese dopo dalla promulgazione delle «leggi fascistissime» che danno inizio alla dittatura vera e propria e alla completa sospensione delle libertà garantite dallo Statuto albertino, Spinelli viene definitivamente schedato come uno dei giovani capi della gioventù comunista e proposto per la misura del confino di polizia per cinque anni.

Il 3 giugno 1927 Altiero viene arrestato, in corso Monforte a Milano, mentre è insieme ad altri due compagni di partito, Giovanni Parodi (responsabile della zona di Milano) e Arturo Vignocchi (segretario per la Lombardia). Al processo Spinelli, che tiene un atteggiamento sferzante e sfrontato, viene condannato a sedici anni e otto mesi di reclusione. Sarà in assoluto, insieme a Umberto Terracini, l’antifascista condannato alla più lunga pena detentiva dal regime.

In carcere Altiero studia molto. Impara il russo, lo spagnolo, perfeziona il tedesco, il francese, impara il greco classico (che aveva scartato al liceo in cambio di una seconda lingua straniera) e nel giro di qualche anno comincia a essere attraversato dai dubbi circa la validità della scelta comunista.

Dopo dieci anni, nel 1937, la scarcerazione si avvicina. Gli sono stati condonati circa sei anni di carcere, ne ha scontati dieci nelle carceri di S. Vittore a Milano, Regina Coeli a Roma, Lucca, Viterbo e Civitavecchia. Tuttavia non viene scarcerato il giorno della sua liberazione: viene preso in custodia dalla polizia e trasferito al confino dell’isola di Ponza, dove arriverà il 12 marzo 1937, restandovi fino al 12 luglio 1939. A Ponza matura la sua crisi col partito: Altiero mette in discussione la figura di Stalin e la sua politica, contesta l’autoritarismo con il quale Stalin guida i partiti comunisti europei. Inevitabile l’espulsione.

Il 13 luglio 1939 Altiero veniva trasferito a Ventotene (→ Ventotene, isola di confino) per la chiusura della colonia di confino di Ponza. Vi sarebbe rimasto fino al 18 agosto 1943.

Su quell’isolotto, nei mesi successivi, in collaborazione con → Ernesto Rossi (esponente simbolo dell’→ antifascismo democratico di «Giustizia e Libertà»), Altiero avrebbe scritto il documento «Per un’Europa libera e unita – Progetto d’un manifesto», meglio noto come → Manifesto di Ventotene. Nelle discussioni a lume di candela che precedettero e accompagnarono la stesura, vennero associate poche persone, tra le quali il filosofo socialista → Eugenio Colorni, → Ursula Hirschmann (moglie di Eugenio Colorni e poi di Altiero), → Ada Rossi e pochi altri.

Dopo la liberazione dal confino Rossi, Colorni e Spinelli fondarono il Movimento federalista europeo a Milano nel 1943 e poi si divisero: Altiero, con Ursula, andarono a Bellinzona, Rossi a Ginevra, Colorni a Roma. Fino alla Liberazione promossero l’idea della federazione europea, facendo opera di diffusione dell’idea presso esponenti dellaresistenza francese, olandese, tedesca e sensibilizzando i partiti antifascisti italiani (in particolare il partito socialista e il Partito d’Azione).

Spinelli venne eletto segretario del Movimento federalista europeo nel maggio 1948 e da allora in poi si fece attivo promotore dell’idea federalista nei diversi ruoli che ricoprì nella vita politica italiana ed europea. Dal 1962 venne coinvolto nelle attività del Bologna Center della Johns Hopkins University, dove tenne un corso su «Decision making and policies implementation in the European Communities». Nel 1965 creò, grazie a un sostanzioso grant della Fondazione Ford, l’Istituto di Affari Internazionali; nel 1969 fu attivo consigliere del ministro degli Esteri Pietro Nenni, sostenendo con forza l’ingresso della Gran Bretagna nella CEE. Un significativo riconoscimento per le sue attività, politiche e accademiche, fu la nomina nel 1970 quale uno dei due membri italiani della Commissione europea (all’epoca Francia, Germania e Italia avevano due commissari ciascuna). Nella Commissione (presieduta dal secondo membro italiano, Franco Maria Malfatti), Spinelli fu responsabile dei portafogli della ricerca e della politica industriale, poi solo della politica industriale dal 1973, fino al 1975.

Nel 1976 risultò eletto come indipendente nelle liste del PCI al Parlamento italiano e subito nominato membro della delegazione parlamentare italiana al Parlamento europeo. Con il PCI si era avuto un riavvicinamento grazie a Giorgio Amendola ed Enrico Berlinguer. Spinelli portò, di fatto, il PCI su posizioni europeiste, risultando poi eletto anche nel 1979 e nel 1984.

Durante il mandato europeo Spinelli cercò di fare ciò che non gli era riuscito quando era stato commissario europeo: trasformare in senso federale le Comunità esistenti. Riunì intorno a sé, insieme al suo collaboratore e amico Pier Virgilio Dastoli, un gruppo di parlamentari europei decisi ad avviare una battaglia per la costituzionalizzazione delle Comunità e l’approvazione di un nuovo trattato che trasformasse le Comunità esistenti in una “Unione europea”. Il gruppo, che si chiamò «club del coccodrillo» (dal nome del ristorante dove si era tenuta la prima riunione del gruppo), riuscì a mettere a punto, all’interno del Parlamento europeo, un progetto di trattato istitutivo di un’Unione europea, che venne approvato nel febbraio 1984 dal Parlamento europeo a larga maggioranza e che sembrò aprire una strada nuova per l’Europa politica. Da quel progetto, poi fortemente ridimensionato, nacque l’Atto unico europeo (1987) e il successivo “Trattato di Maastricht” (1992). Non era la vittoria dell’impostazione federalista di Spinelli e dei suoi colleghi, però si trattava di un nuovo inizio.

Spinelli morì a Roma, dopo una malattia che l’aveva accompagnato per gli ultimi dieci anni della sua vita, il 23 maggio 1986.

* PIERO GRAGLIA. Dottore di ricerca in Storia del federalismo e dell’unità europea. Professore associato di storia delle Relazioni internazionali presso l’Università degli Studi di Milano. Ha curato l’edizione di tre volumi di scritti di Altiero Spinelli (un quarto è in preparazione) e ne ha pubblicato la biografia (Altiero Spinelli, Bologna, Il Mulino, 2008). Nel 2008 il volume ha vinto il premio Capalbio Europa.

Note: Per approfondire:
Piero Graglia, Altiero Spinelli, Il Mulino, 2008.
Mario Leone, “La mia solitaria fierezza”. Altiero Spinelli. Le carte del confino politico di Ponza e Ventotene dell’Archivio di Stato di Latina, Atlantide, 2017.
Altiero Spinelli, Come ho tentato di diventare saggio, Il Mulino, 2014.

Spinelli, Altiero è una voce de "L'ABC dell'Europa di Ventotene. Piccolo dizionario illustrato" a cura di Nicola Vallinoto e illustrazioni di Giulia Del Vecchio (seconda edizione Ultima Spiaggia, Genova 2022). Quest’opera è stata rilasciata con la Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.

L'indice completo del dizionario:
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